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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CHIAMBRETTI

Piero Aosta 30 maggio 1956. Conduttore tv. «La tv non è l’ottava arte, è il primo elettrodomestico».



Ultime Nel 2008 di nuovo conduttore del Festival di Sanremo (con Pippo Baudo, flop d’ascolti ma la sua performance si salvò dal disastro); quarta edizione di Markette, su La7 alle 23.30 dal martedì al giovedì, i primi due giorni preceduto da Speciale Chiambretti (un quarto d’ora di commenti sui quotidiani della mattina coadiuvato da giornalisti famosi). [aia]


Vita Mamma Felicita l’ha avuto a diciotto anni e l’ha tirato su da sola a Torino: «A quatto anni imitava le gemelle Kessler e Gino Bramieri. Era un patito di Rita
Pavone. Si vestiva da sceicco bianco. Voleva diventare Alighiero Noschese e
piangeva tutti gli anni davanti alla televisione quando il suo biglietto della
lotteria non vinceva. A dieci anni, con una lettera 32, cominciò a scrivere un romanzo giallo. A scuola però non si è mai applicato» • «“Scambiavo la scuola per un teatro. Gli insegnanti e i compagni erano il mio
pubblico. Avevo l’ossessione di strappare risate”. Dalle elementari alle medie ha dovuto cambiare una trentina di scuole. Quando
lo sbattevano fuori, si ripresentava in classe accompagnato non da mamma
Felicita ma da Luisa, una ragazza che gli dava ripetizioni e che indossava
strepitose minigonne» (Anna Maria Salviati) • «Mia madre mi iscriveva a tutte le scuole possibili. Liceo linguistico,
corrispondente in lingue estere, cartellonista pubblicitario, odontotecnico.
Diceva: l’importante è partecipare. Ogni tanto facevo quattro anni in uno, tre anni in uno, due anni
in uno. Qualcosa portavo sempre a casa» (sostiene di essersi diplomato al liceo linguistico, come cartellonista
pubblicitario e come odontoiatra) • Università al Dams di Bologna. Per mantenersi, lavorò ai mercati generali e poi alla discoteca Ritual di Torino: «Mi consigliarono di comprare un cane di razza per rimorchiare le ragazze. Ma io
non avevo una lira. E decisi di fare il disc jockey. Perché lo faceva anche il mio macellaio e mi segnalò che al Ritual ne cercavano uno. Poi le radio libere. La prima fu quella dei
preti. Radio Torino Centrale. Molto rigore. Certe parole pesanti non si
potevano dire. Tipo minigonna e gambe». Dall’81 all’86 si guadagnò da vivere facendo l’animatore turistico sulle navi da crociera
• «La televisione? Cominciai nella più sfigata di Torino, Tele Manila. Mi inventai la candid camera visibile. Feci
comprare al proprietario un cavo lungo centinaia di metri e andavo per le
strade con la telecamera di studio coinvolgendo i passanti. Beccavo una
vecchietta che arrivava da lontano, e cominciavo a dire: “Buongiorno da Stoccolma. Vediamo una vecchietta italiana. Andiamo a
intervistarla”. Il grande momento fu il concorso Rai. Novemila partecipanti. Vincemmo in
quattro, io, Cecchi Paone, Fabio Fazio e Corrado Tedeschi. Mi arrivò una bella lettera: “La chiameremo per inserirla nei nostri futuri programmi”. Mai più sentiti»
• «Mi telefonò uno da Torino. “Si è ammalato un valletto, venga a fare un provino”. Dovevo dire: “Pronto, da dove chiama?” Mi presero. Ma non piacevo al capostruttura, un democristiano di ferro, Luciano
Scassa. Io mi ero un po’ allargato e lui per castigo decise che il mio intervento doveva essere
registrato. Corinne Clery apriva una cesta di vimini. Uscivo fuori io e dicevo:
“Che numero è?” E Corinne richiudeva la cesta. Tutto registrato»
• «Arrivò Angelo Guglielmi a Rete Tre. E Bruno Voglino. Volevano facce nuove. E feci Il divano in piazza. Fermavo una passante: “Signora, sono un giovane intervistatore, dovevo intervistare la madre di Rambo
che non è potuta venire, io perdo il posto, potrebbe recitare la parte della mamma di
Rambo? Tanto non se ne accorge nessuno”. E lei nel giro di trenta secondi diventava la madre di Rambo» • Il divano in piazza andava in onda su Raitre all’interno del Va’ pensiero di Andrea Barbato. Con lo stesso Barbato, che ogni sera da Raitre scriveva una
cartolina al personaggio del giorno, venne progettato Il portalettere: Chiambretti, col berretto da postino, piombava in casa di qualcuno o suonava
al suo citofono e l’arrivo — del tutto inatteso — provocava ogni sorta di gag. Esperienza ripresa poi da Striscia, con i vari tapiri ecc. • Prima del Portalettere: Complimenti per la trasmissione (1988), Prove tecniche di trasmissione (1990). Dopo: Telegiornale zero (1992-93), Il laureato (1994-95, con Paolo Rossi ed Enzo Jannacci), L’inviato speciale — L’uomo giusto nel posto sbagliato (Raiuno, 1997) • Nel 1997 clamorosa conduzione del Festival di Sanremo, con Mike Bongiorno e
Valeria Marini (chiamati da lui): in smoking e scarpe da ginnastica, due ali d’angelo attaccate dietro le spalle, planava sull’Ariston tenuto da una corda. Ricevuto in seguito da papa Wojtyla, dichiarò: «è stato emozionante come incontrare Mike. Solo un po’ di più» • Flop, nel 2000, col suo unico film (Ogni lasciato è perso) scritto a suo dire per una delusione d’amore • Svolta artistica nel 2002 con Chiambretti c’è su Raidue, programma pensato con Gianni Boncompagni: uno studio con 140 belle
ragazze cantanti e plaudenti, ma che si volevano laureate (di alcune venne
fornito anche il titolo della tesi, per esempio Capitalismo, consumismo e crisi della coppia moderna di una venticinquenne Emanuela Fogliazza), Chiambretti che conduceva facendo
domande agli ospiti («nelle mie trasmissioni le domande devono essere più belle delle risposte»), Alfonso Signorini che spettegolava e un fenomenale collegamento di fine
serata con un salotto di nobili governato dallo stilista Renato Balestra
(grande popolarità per la matrona romanesca Patrizia De Blanck, la sua figliola pigolante Giada e
altri che parevano partoriti là per là da un Fellini anni Novanta)
• Subito dopo fu cacciato dalla Rai: «Riuscii a deprimermi talmente tanto che un giorno, andando a giocare a tennis
per allontanare la disperazione, riuscii a rompermi una gamba. In quel momento
capii che il mio fisico stava dicendo stop, e per un anno niente televisione.
Ricordo ancora l’ultimo incontro con Cattaneo, accompagnato da Marzullo e dal loro capo ufficio
stampa Paglia che masticava chewingum. Mi guardavano come se già fossi un cadavere che scivolava lungo il fiume, anzi lungo il canale, visto che
eravamo a Venezia»
• Passato nel 2004 a La7 (senza Boncompagni), ha continuato nel finto megashow
con ospiti, pubblico e interviste, stavolta intitolato Markette — Tutto fa brodo in tv: «Esistono due tipi di Marchette, quelle con la k e quelle con il ch, ovvero le
dichiarate e le nascoste» • Tra i personaggi lanciati o rilanciati nei due anni di Markette Nino Frassica (dentro uno studio simil-Letterman), Sabina Negri («Guarda, la prima cosa che mi ha detto Pierino è stata: “Ti spiego la differenza tra mostro e personaggio. Io sono un mostro, tu sarai un
personaggio”»), la congolese-fiorentina Sylvie Lubamba, la brasiliana Magda Gomes che girava
nuda mentre Albertazzi leggeva poesie, ecc. • è alto 1 metro e 66, pesa 60 chili. Investe i soldi in bar e ristoranti a Torino:
lo Sfashion Cafè dove la mattina va a fare colazione con cappuccino e brioche ripiena di
marmellata, La Cozza, il Birilli. Da ultimo faceva coppia con Ingrid Muccitelli
(Roma 25 giugno 1979), volto di La7 (Niente di personale, Omnibus). [aib]


Critica «Una mina vagante, un incursionista pericoloso, uno che, gira e rigira, finisce
sempre per farti fare la figura del cretino» (Michele Anselmi).



Frasi «Fare la televisione mi permette di evitare di guardarla» • «Non bisogna criticare la tv di adesso, tanto tra qualche anno rimpiangeremo
quella attuale».



Politica «Diciamo che molti sperano che vinca il centrosinistra per tornare a lavorare e
questo mi piace poco» (alla vigilia delle politiche del 2006) • «Aveva messo all’ingresso del suo ristorante la scritta: Vietato l’ingresso ai dipendenti Mediaset» (Antonio Ricci).



Tifo Tifa Torino da quando (1967) con amici che giochicchiavano a calcio con lui andò dall’oratorio all’obitorio per dire due preghiere davanti alla salma del grande calciatore granata
Gigi Meroni: «Sbagliai salma, mi commossi per un altro, pregai per la sua anima. Quando
scoprii l’errore, mi sentii dannato, ma due giorni dopo al derby il Torino fece per me 4
gol alla Juve nel nome di Meroni e io mi sentii perdonato» • «A vent’anni ero innamorato di Adriano Panatta. Avevo i suoi manifesti, mi piacevano le
sue Superga, le sue magliette Lacoste verdi un po’ sbiadite, i capelli lunghi, il gioco sottorete, al punto tale che cercavo di
emularlo, avevo anch’io i capelli lunghi e fino a trent’anni ho giocato con la racchetta di legno. Poi quando è diventato grasso, ho cominciato a guardare le donne».



Vizi «Non cerco una moglie, cerco una babysitter, il bambino sono io» • Colleziona orologi, dischi e libri antichi • La mamma: «Piero mangia ogni giorno pasta con olio e formaggio o sofficini». Lui: «Faccio un pasto al giorno come i pastori tedeschi. Pochi dolci, caffè senza zucchero» • Ama il mare, gioca a tennis • «è tirchio, o meglio ha parecchi problemi con il denaro contante, e poi è convinto che, nel suo piacere alle donne, non c’entri la notorietà» (il suo socio nei ristoranti Charlie) • Un solo spinello, quando aveva vent’anni, in onore di Jimi Hendrix • Non usa prodotti di bellezza • «Regolare casa da nouveau riche nella Roma pariolina» (Paolo Martini). [aic]