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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CEROLI

Mario Castel Frentano (Chieti) 17 maggio 1938. Scultore • La sua materia privilegiata, dalla fine degli anni Cinquanta, è sempre stata il legno. «Ora sto lavorando con la cenere. è legno bruciato, ma è sempre legno» • Celebre per le sagome di persone ritagliate nel legno a grandezza naturale • «L’ombra è la cosa che mi è stata più vicina da quando sono nato, le sagome le scopro dall’ombra, la cosa a me più cara» • «Proviene da una famiglia di umili origini. Il padre faceva il muratore e la
madre la casalinga. Condotto a Roma ad appena otto anni, fu mandato dai
genitori, con felice intuito, all’Istituto d’Arte di via Conte Verde, dove insegnavano maestri illustri. Ma è stato costretto a mettersi subito al lavoro. Dai dodici ai sedici anni fa il
ragazzo di bottega presso gli studi di Leoncillo, Pericle Fazzini, Ettore
Colla, dopodiché rimedia un piccolo studio in via Gregoriana e realizza ceramiche che vende a
prezzi modici. Uno dei suoi primi collezionisti è il regista di cinema Elio Petri. Nel 1957 aveva abbandonato la ceramica per una
scultura povera, fatta di legni e di chiodi. Tre di quelle opere rudimentali,
esposte alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, gli valgono il primo premio per la giovane scultura italiana.
Della giuria fanno parte tre mostri sacri di quegli anni, ossia Giulio Carlo
Argan, Cesare Brandi e Palma Bucarelli. è l’inizio d’un successo crescente, nazionale e internazionale» (Costanzo Costantini)
• Ottimo scenografo per teatro, cinema e tv (Riccardo III di Luca Ronconi, Orgia di Pier Paolo Pasolini, Il trovatore di Patroni Griffi ecc.): «Lo scenografo Ceroli è stato confuso con uno scultore, perché da un po’ di tempo chiunque manipoli materiali e oggetti colorati o meno si autoproclama
tale. Questo non vuol dire che egli non abbia niente dell’artista - e forse agli inizi, quando faceva parte del gruppo di Plinio De
Martiis, lo era anche - perché gli scenografi un po’ devono esserlo. Solo che come lui ce ne sono a bizzeffe» (Sebastiano Grasso)
•«Schifano aveva accanto sempre donne bellissime. Angeli e Ceroli sono stati amati
da donne di forte immagine, come Marina Lante della Rovere e Daria Nicolodi» (Paola Pitagora) • «Il primo environment (opera-ambiente) è la Cassa Sistina di Mario Ceroli, nella quale lo spettatore entra ed è circondato dalle sagome di legno assemblate alle pareti» (Maurizio Calvesi) • «Nella sua celebre Cassa Sistina munì qualche silhouette d’amici di “cock” ligneo, ma non tutti» (Alberto Arbasino). [Lauretta Colonnelli]