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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CECCHI GORI

Vittorio Firenze 27 aprile 1942. Imprenditore cinematografico e televisivo, figlio di
Mario Cecchi Gori (Brescia 21 marzo 1920-Roma 5 novembre 1993), l’uomo che ha prodotto una gran parte della cosiddetta commedia all’italiana. «All’altro mondo mi piacerebbe incontrare papà ed essere riconosciuto» • Giovinezza lunga e dorata, fino a che il padre è rimasto vivo. Maurizio Crosetti l’ha descritta così: «Play boy nella dolce vita romana, un salto sul set per scherzare con Vittorio
Gassman, una collezione di donne da cinemascope (Marisa Del Frate, Maria Grazia
Buccella), a parte un bonsai biondo, Maria Giovanna Elmi. Babbo Marione lo
tiene lontano da tutto, affidandosi a segretari e autisti purché il figliolo non faccia danni. E Vittorio gioca, ride, sogna». Benedetto Ferrara: «Che vita, Vcg: Con la sua spider che scorrazza tra i Parioli e i set. “Sono cresciuto sulle ginocchia di Eduardo De Filippo”, dice lui»
• A un certo punto incontra Rita Rusic, che sposerà (1983) e dalla quale si separerà solo nel 2000. Crosetti: «Marione (cioè il padre - ndr), quel ragazzo lo chiamava “il mi’ bischero”. Quando Vittorino presentò a Marione un’ex modella di Postalmarket, figlia di un muratore, sassofonista a tempo perso,
dalle sedicenti origini dalmate ma stanziale a Busto Arsizio, una che si
chiamava Rita Rusic e credeva di essere un’attrice, Marione commentò: “Quella, il mi’ figliolo se lo ficca in saccoccia”. Difatti: sedici anni insieme, due figli (Vittoria e Marietto), il ruolo di
Rita sempre più operativo quando muore Marione, d’infarto, nel 1993. Adesso è lei che fa la produttora, la Ritona: scopre Leonardo Pieraccioni e Giorgio
Panariello. Insomma, se prima c’era il padre a fare ombra al su’ figliolo, ora quell’ombra appartiene alla moglie. E Vittorino ci sta dentro, finché non esplode e sono risse epocali, chiamate al 113, tentativi di strangolamento
reciproco. Lei dice: “Mi picchiava e andava con le prostitute”. Lui risponde: “Una croata, ecco cos’è: una croata”. Lei gli fa causa per duemila miliardi di lire, la metà esatta del patrimonio quando ancora un patrimonio esisteva, lui le deve versare
per gli “alimenti” un assegno da settanta vecchi milioni al mese»
• Alla morte del padre eredita tra l’altro la squadra di calcio della Fiorentina, di cui diventa presidente e con la
quale vince una coppa Italia, una Supercoppa italiana (1996) e, nel 2001, un’altra coppa Italia. L’uomo simbolo di questa stagione è il centravanti argentino Gabriel Batistuta • «Io sono laureatooo!» (cacciando l’allenatore Gigi Radice) • Intensa attività di produttore e di industriale della comunicazione tra il 1993 e il 2000, anno
in cui hanno inizio le difficoltà economiche. Sono suoi tutti i film di Celentano e molte delle opere di
Salvatores, Troisi, Benigni, Olmi, Antonioni, Fellini, Scola, tra le quali non
poche insignite dell’Oscar. Tutta questa attività è troppo spesso misconosciuta o dimenticata a causa della grande attenzione che i
media hanno riservato e riservano alla sua vita sentimentale, alle sue vicende
giudiziarie, alle sue numerose originalità (Crosetti, riferendo di quello che successe dopo la morte del padre: «...non abbottona la camicia spalancata sul pelo, dove sfavilla un crocifisso
incastonato di diamanti, non smette di levigare il ciuffo cotonato color mogano
alla Tony Dallara, non interrompe la raccolta di gigantesse [lui, senza tacchi,
è uno e sessantasette: “Come Silvio Berlusconi, però lui ha il rialzo”], pensa di depurare l’Arno perché lo vede lurido quando si affaccia dal suo attico, si mette in testa di poter
essere più alto di Berlusconi in tutto: nel pallone, in politica, con le tivù, nel cinema...»)
• Nel 1995 compra Telemontecarlo e Videomusic, poi trasformata in Tmc 2 (su
Videomusic vedi anche MARCUCCI Marialina) • è eletto senatore nel Partito popolare nel 1994 ed è tra quelli che al momento del voto di fiducia al primo governo Berlusconi
escono dall’aula determinandone la caduta. Rieletto poi nel 1996. Nel 2001 gli rifiutano la
Toscana e lui si candida ad Acireale, per l’Ulivo. Promette di acquistare la squadra locale, all’epoca in serie C1, e versa un anticipo di 400 milioni al presidente Pulvirenti
(oggi proprietario del Catania) garantendo che perfezionerà l’acquisto se sarà eletto. Non raccoglie però abbastanza voti e viene anzi messo sotto inchiesta per voto di scambio. Non
riesce a farsi eleggere neanche nel 2006, quando si candida per la Camera nella
circoscrizione Lazio 1, nelle liste del Movimento per l’Autonomia (Lombardo) alleato della Lega Nord. Nel 2008 non si è presentato
• Nel 2000 comincia la grande crisi. «In una manciata di mesi Vittorione perde Batistuta, Rui Costa, le tivù, il seggio in Parlamento, la mamma, la Fiorentina (“è una casa di cristallo” dice, prima di frantumarla) e una montagna di miliardi. I tifosi della curva
Fiesole lo chiamano Cecchi Grullo, e appendono allo stadio uno striscione con
questa terribile domanda postuma a Marione: “Quella volta ’un ti potevi fa’ ’na sega?”» (Crosetti). La Fiorentina, fallita, viene poi rilevata da Diego Della Valle. La
vendita delle televisioni a Telecom dà luogo a una vertenza infinita. «Per un debito di otto milioni di euro, che forse era solo di tre, e che con una
lettera mi ero detto pronto a pagare, mi hanno pignorato centinaia di miliardi.
La mia società, 350 film prodotti, era la Fiat del cinema e colpendo me hanno colpito il
cinema italiano. Mi hanno accusato di riciclaggio e dopo quattro anni è stato archiviato tutto. Il capo del tribunale fallimentare di Firenze che si
occupava del mio caso, Sebastiano Puliga, ha avuto accertamenti di natura
disciplinare. Ho pagato anche perché sul calcio mi ero messo contro poteri forti che nel calcio truccano le carte»
• L’11 dicembre 2001 una perquisizione in casa sua a Roma, alla presenza della
fidanzata Valeria Marini, porta alla luce un’ingente quantità di cocaina, che egli si ostina a chiamare “zafferano”. Il 28 ottobre del 2002 non apre la porta agli agenti che vogliono notificargli
un’ordinanza di custodia cautelare (tra i reati contestati c’è la bancarotta fraudolenta). Gli agenti, guidati da Fabio Pocek, si fanno aprire
da un suo collaboratore ed entrano mentre Cecchi Gori grida al complotto. Le
ultime sulle sue vicende giudiziarie sono queste: il 23 ottobre 2006 il
Tribunale di Roma ha decretato il fallimento della sua Finmavi; nel dicembre
2006 è stato condannato a tre anni dai giudici del Tribunale di Firenze per il
fallimento della Finmavi, avvenuto nel 2002 (sentenza di primo grado): non dovrà scontare in nessun caso la pena, grazie all’indulto (vedi anche MASTELLA Clemente); il 3 giugno 2008 è stato arrestato con l’accusa di bancarotta fraudolenta per il crac da 25 milioni della Safin, la
società che controlla le sale cinematografiche. Rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, disse ai suoi collaboratori: «State tranquilli, è un disguido», ma dopo due giorni di carcere si lasciò prendere dalla disperazione: «Voglio morire, ma da solo non ce la faccio, aiutatemi con un’iniezione letale»
• Nella vicenda coinvolto anche il magistrato Luisanna Figliolia, indagato per
concussione e abuso di ufficio. Secondo la testimonianza di Mara Meis — vedi sotto — la Figliolia avrebbe convinto l’imprenditore, con l’aiuto della maga Maria Giulia Dominicis, di essere vittima di un complotto e gli avrebbe concesso il suo aiuto in cambio di laute remunerazioni (viaggi, feste, assegni da 100 mila euro mensili per il marito) • Ricoverato in una clinica romana, dal 27 luglio 2008 è agli arresti domiciliari • Dopo la tempestosa separazione da Rita Rusic, è stato a lungo con l’attrice Valeria Marini (che racconta: «La prima volta che l’ho incontrato, a Palazzo Borghese, si stava facendo fare la manicure. “Ti dispiace se continuo?”, mi ha chiesto...»). I due si sono detti addio in televisione: mentre lei raccontava la sua crisi a Porta a Porta, lui faceva lo stesso a Matrix (ottobre 2005). Successiva relazione con Mara Meis, al secolo Mara De Gennaro
(San Severo Foggia, 1972), concorrente a Miss Mondo 1996. Si sono lasciati,
dopo due anni, all’inizio del 2008. Nel corso del 2008 è stato paparazzato con Daniela Polereckà, bionda, ceka, alta uno e 80 e di professione agente immobiliare • Sono rientrate nella sua orbita - per ragioni professionali - sia Rita Rusic
che la Marini. Tra le due non corre però buon sangue. La Rusic: «I rapporti tra di noi sono migliorati dopo che è uscita di scena la compagna». Ma Valeria Marini si è sacrificata restando vicina a Vittorio anche nelle difficoltà. «Sì, con cinque auto a disposizione». [agz]