Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
CASTELLITTO
Sergio Roma 18 agosto 1955. Attore. «Fosse per me farei più figli che film». [afz]
Ultime Alla fine del 2006 ha interpretato Il regista di matrimoni di Bellocchio. Ha poi realizzato il cortometraggio Sono io (Intimissimi 2007). L’insegnante d’italiano in una scuola della periferia napoletana nella fiction tv ‘O professore (Maurizio Zaccaro, Canale 5, giugno 2007), l’aviatore Massimo Teglio in Fuga per la libertà (messo in onda da Canale 5 nel gennaio 2008: Massimo Teglio è un aviatore che salvò, durante l’ultima guerra, decine di prigioni nei campi di sterminio) • In teatro grande successo nel 2008 con la regia de Il dubbio, in cui ha diretto Stefano Accorsi nella parte di un prete presunto pedofilo
(dal dramma che nel 2005 fruttò il premio Pulitzer allo scrittore statunitense John Patrik Shankey) • è una delle tre voci che doppiano Persepolis, il cartoon censurato in Iran e candidato all’Oscar (febbraio 2008) • Direttore artistico di nuovi progetti Sky • Mentre scriviamo questo libro è impegnato nelle riprese di Italians (regia di Giovanni Veronesi) in cui interpreta un ladro che arriva a Dubai con
un carico di macchine rubate da rivendere agli arabi) • Ha smesso di fumare. [aga]
Vita Famiglia originaria di Campobasso. «Ero ragazzino. Tornavo da scuola. Vidi scendere da una di quelle roulotte che si
usano sui set Vittorio Gassman avvolto in un cappotto di cammello. Fu come
vedere l’astronave di E.T.: un’apparizione folgorante» • «Nell’azienda dove lavoravo da un anno e che si occupava della distribuzione di
giornali sul territorio nazionale, arrivò la telefonata di un mio excompagno di scuola con il quale avevamo organizzato
qualche saggio scolastico. Io ero davanti ad un tabulato e stavo decidendo
quante copie di una nota rivista pornografica avrei dovuto far spedire in una
cittadina di mare. “Stanno cercando il conduttore di una trasmissione per bambini, perché non ci provi? Pagano poco, però pagano”. Ci provai, per gioco, per noia di quel tabulato e di quella rivista che
nemmeno mi eccitava più. Naturalmente non mi scelsero, presero un raccomandato, ma due mesi dopo il
regista di quella trasmissione mi chiamò per dirmi che c’era un ruolo in uno spettacolo teatrale, “Calderon de la Barca, poche battute, pochi soldi, ti va?”. Molto spesso lo spettacolo saltava perché per la regola il numero degli attori non può superare quello degli spettatori in sala. Eravamo otto attori, fatevi il conto.
Ma alle prove di quello spettacolo conobbi un allievo dell’Accademia d’Arte drammatica di Roma che mi convinse a frequentare i corsi come uditore.
Durante le lezioni in un piccolo, bellissimo teatrino, la passione per questo
mestiere cominciò a crescere. Fino a quando non arrivò il giorno della scelta definitiva. Gli insegnanti chiesero ad alcuni uditori se
volessero affrontare gli esami per diventare allievi. Ci pensai su qualche
giorno, o forse qualche ora. Scrissi una lettera di dimissioni all’azienda dove lavoravo e la presentai. Una sera a cena informai i miei genitori
del salto. Se volete conoscere la loro reazione, basterà che andiate a rivedervi la scena in cui il ragazzino di
E.T. scopre l’alieno dietro il cespuglio. L’alieno, naturalmente, ero io» • Subito con registi importanti: Luigi Squarzina, Aldo Trionfo ecc. Nel 1996 provò la regia teatrale con Manola, scritta e interpretata da Margaret Mazzantini, poi diventata sua moglie • «Con Margaret ci siamo conosciuti allo Stabile di Genova, facevamo Le tre sorelle di Cechov. Erano gli anni Ottanta. Poi Margaret ha capito che per lei stare a
casa e scrivere era meglio e io ho continuato da solo a far l’attore» • Esordio al cinema nell’81 (Tre fratelli di Franco Rosi) cui seguì Il generale dell’Armata morte di Luciano Tovoli. Successo con Piccoli equivoci di Ricky Tognazzi e Stasera a casa di Alice di Carlo Verdone. Belle interpretazioni ne L’ora di religione di Marco Bellocchio, Concorrenza sleale (Ettore Scola), Caterina va in città (Paolo Virzì), La stella che non c’è (Gianni Amelio), Non ti muovere (che ha anche diretto). Nel 2007 impegnato sul set del Principe Caspian, seguito del kolossal fantastico Le cronache di Narnia, in cui interpreta il Re Miraz usurpatore del trono dei Telmarini: «Finalmente faccio un film che i miei figli andranno a vedere!» • La grande popolarità gli viene dalla televisione: prima il giudice De Santis in Un cane sciolto di Giorgio Capitani (tre serie: 1990, 1991, 1992), poi il Fausto Coppi di
Alberto Sironi, il Padre Pio e l’Enzo Ferrari di Carlo Carlei, nel 2008 l’aviatore genovese Massimo Teglio (durante il massacro perpetrato dai nazisti
salvò numerosi ebrei) in Fuga per la libertà, regia di Carlei dal libro Uno su mille di Alexander Stille (in onda su Canale 5 il 24 gennaio, giorno della memoria).
Unico flop una riedizione di Maigret (2004) sbagliata nella definizione prima ancora che nell’interpretazione (Luca Zingaretti: «Una cazzata prima o poi la doveva fare») • Dalla Mazzantini ha avuto quattro figli che hanno tutti per secondo nome
Contento (o Contenta): Pietro Contento, Maria Contenta, Anna Contenta, Cesare
Contento (Castellitto: «La contentezza è un bello stadio della vita. La felicità è isterica, c’è sempre la paura di perderla, è più sudata») • «Sergio Castellitto è l’attore italiano che tutti i registi vorrebbero, Margaret Mazzantini è la scrittrice che con Non ti muovere ha vinto lo Strega: insieme fanno la coppia più invidiata del nostro panorama cultural-mondano» (Simonetta Robiony) • Sulla vita di coppia: «Noi la normalità l’abbiamo perseguita. La mattina, quando esco per andare sul set, io dico: “Ciao, vado a lavorare”. Tutto ciò naturalmente non mi impedisce di coltivare la mia eccentricità di artista, ma restando dentro la rima, come si richiede a un poeta». Ma anche: «Vivo in un tranquillissimo, quotidiano terrore: se lascio in disordine mi prendo
le lavate di capo come un ragazzino. Sono una star, guadagno un sacco di soldi,
ma quando la sento rientrare in casa ancora nascondo col piede il calzino sotto
il letto». Replica della Mazzantini: «Ti faccio tutto, preparo e disfo le tue valigie, difendo il tuo sonno coi denti,
ti cucino spaghetti aglio e olio e quant’altro vuoi. Di’ quanto sono una moglie tradizionale in questo, anche se ti urlo “Ehi, star, non vedi come sto coi ragazzini, vieni qua!”»
. [agb]
Critica «Un cavallo di razza, il Roberto Baggio della recitazione» (Carlei) • «Il più accreditabile successore di Marcello Mastroianni» (La Stampa) • «Il nostro De Niro» (Alessandra Comazzi) • «Riesce a trasmettere emozione. Attraverso le sue. E ti entra dentro con quegli
occhi neri, fondi, profondi, un po’ rotondi, un po’ all’ingiù. Con quello sguardo di ragazzo agé, consapevole ma non per questo disincantato» (Micaela Urbano) • «Non è un divo, non è un sex-symbol, insomma non è una “immagine”. è qualcosa di più raro e complesso. è un attore-autore, e da prima di passare alla regia, per la sicurezza e la
disinvoltura con cui sa mettere qualcosa di suo, talvolta di segretamente suo,
nei personaggi più diversi. è un attore di solida formazione classica, con anni di studi e di palcoscenico
alle spalle, trasformatosi come pochi in “animale” cinematografico. Ma è anche il professionista coraggioso che quando ruoli e film interessanti
scarseggiavano ha preso il cappello per andarsene all’estero. Accettando anche piccole parti, o autori alle prime armi, pur di
scoprire altri mondi e rimettersi in gioco» (Fabio Ferzetti).
Frasi«La Dolce vita è il film grazie al quale ho capito che volevo fare questo mestiere» • «Il mio sogno sarebbe fare un film coi fratelli Dardenne. E poter girare un’immagine, anche un’immagine sola, con Bernardo Bertolucci. Allora sarei felice» • «Ogni volta che comincio le prove di uno spettacolo o un film, cerco di sentirmi
un po’ inadeguato al compito. Io non credo nell’immedesimazione, per carattere, per cultura, per preparazione, perché sono italiano. Credo nella rappresentazione, i miei maestri si chiamano
Marcello Mastroianni, Gianmaria Volonté, Alberto Sordi. Ma cerco sempre il panico, l’incertezza, quell’adrenalina che accende l’immaginazione e la nutre. Un grande regista cecoslovacco, Otomar Kreijka, con il
quale ho recitato in teatr
o ˇCechov e Strindberg, ci diceva: “Fatevi venire almeno una seconda idea perché la prima assomiglia sempre a uno stereotipo”» • «Quando sono attore sono come un soldatino ubbidiente, sono sempre d’accordo con il regista anche quando non lo sarei, anche perché quando faccio il regista voglio che tutti siano d’accordo» • «Amo gli errori: un attore che sbaglia a darti una battuta, un vuoto di memoria,
un inciampo nel binario della cinepresa, è la vita che si fa beffa delle prove, del preconfezionato. Detesto gli attori
che interrompono un ciak dicendo “scusate, ho sbagliato”. Vaffanculo! Non hai sbagliato, sono solo cambiate le regole, accetta la sfida
che quel binario fra i piedi ti lancia. Ecco, è così che mi diverto, l’ho imparato dai bambini, che quando giocano s’impegnano, s’incazzano, ridono ma guai a chi interrompe il gioco».
Politica «Sono dispiaciuto ma io non sento di appartenere ad alcuna generazione, ad alcun
esercito, a nessun gruppo di stile o di tendenza. Siamo tutti individualisti
che cercano di caricare le proprie schede personali».
Vizi «Siamo come i coniugi Blair. Sembra che solo loro e solo noi si abbia il coraggio
di fare un quarto figlio. In un altro ambiente sarebbe normale. Nel nostro no.
Appare un gesto rivoluzionario».
Tifo Romanista. [agc]