Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
CASTELLI
Roberto Lecco 12 luglio 1946. Ingegnere. Politico. Della Lega Nord. Ministro della
Giustizia nel Berlusconi II e III. Eletto senatore nel 1996, 2001, 2006, 2008.
Deputato nel 1992, 1994. Nella XVI legislatura nominato sottosegretario alle
Infrastrutture e ai trasporti con delega all’Expo 2015 • «Quando nel 1992 arriva a Montecitorio, Castelli è un signor Nessuno. Colpisce per l’aria belloccia e un po’ fatua. Lo chiamano “Richard Gere”, o in alternativa “l’Inglese”. Un signore tranquillo, che durante la legislatura dei cappi sventolati in aula
si fa notare solo una volta: quando, insieme con altri colleghi, tenta di
cacciare il giornalista dell’Unità Giorgio Frasca Polara dal ristorante della Camera. Perfino nella Lega lo
conoscono in pochi. A Pontida, nella cerimonia del giuramento, fino al 1994 non
lo fanno neppure salire sul palco. Umberto Bossi, quando lo nominano, cade
dalle nuvole: “Ma chi è Castelli? Cosa fa esattamente?”. La svolta arriva quando Castelli, già sposato con un figlio di 27 anni, Gabriele, in prima fila al Giubileo dei
politici, decide di impalmare la sua giovane ex portaborse Sara Fumagalli,
assessore alle finanze del Comune di Lecco. Nozze celtico-padane. Verdi gli
abiti degli sposi. Verdi le ghirlande di fiori. Verde pure il sacerdote-druido
officiante: il Senatur in persona. Dopo questa prova di devozione Castelli
scalda il cuore di Bossi. Capogruppo al Senato dal 1999. Rappresentante della
Lega nell’Officina di Giulio Tremonti che prepara il programma della Casa delle libertà. Fustigatore del malcostume di Roma ladrona. E comincia a occuparsi di giudici:
i bersagli sono il pm veronese Guido Papalia che indaga sulla Lega e “lo scandalo delle associazioni dei magistrati”. Quando nasce il nuovo governo, però, Castelli sembra destinato ai Trasporti. Di treni e autostrade si è già occupato, come ministro del governo padano. Sul suo sito Internet (titolo: Un
piede a Roma e uno nel territorio) sfoggia la sua attività nel collegio, un impegno degno del miglior Franco Nicolazzi, l’ex ministro bretella. Duecento miliardi di finanziamento per il raddoppio della
ferrovia Calolzio-Carnate. Un miliardo per lo studio di fattibilità sulla Lecco-Como. Altri 70 per la Bergamo-Seregno. Invece, per il gioco dei
veti incrociati, Castelli diventa ministro della Giustizia» (Marco Damilano)
• Si era parlato di lui come successore di Roberto Formigoni alla guida della
Regione Lombardia in caso di approdo a Roma del governatore (poi non avvenuto) • Ha difeso Bossi in occasione delle offese rivolte all’inno d’Italia: «Del resto il reato d’opinione è stato abolito» • «Un padano puro. Il suo albero genealogico non si biforca» (Daniele Luttazzi).