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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CASELLI

Caterina Sassuolo (Modena) 10 aprile 1946. Ex cantante. Produttore discografico.
Vicepresidente del gruppo Sugar (Andrea Bocelli, Elisa, Negramaro ecc.): «Mi piace pensare a noi come una bottega del Rinascimento. Noi siamo prima di
tutto artigiani, poi diventa un discorso industriale» • «Una protofemminista sui generis. Viveva in una piccola frazione di Sassuolo: nel
1964 finì dritta a Castrocaro, allora fucina di talenti; e nel 1965 la notò al mitico Piper di Roma il futuro suocero, mettendola sotto contratto con la
CGD dove nacque la partecipazione al Festival dell’anno successivo. Furono, i suoi, successi strepitosi fra un Festivalbar e un
Cantagiro: Perdono, 100 giorni, cover come Sono bugiarda, Il cammino di ogni speranza, Il volto della vita e quel gioiellino di Paolo Conte ripreso massicciamente ancora oggi che s’intitola Insieme a te non ci sto più. Già allora era una pasionaria: trasportava un entusiasmo naturale, arietino, nell’interpretazione; sembrava credesse sempre a ciò che cantava, sembrava dovesse durare per sempre. Finì invece» (Marinella Venegoni) • «Mia madre, giovane sposa, si è trovata sola, papà è stato nove anni in Libia. Erano poveri, lei si è inventata un lavoro, ha fatto la magliaia, il suo lusso era potersi comprare un
rossetto e un paio di calze» • «L’ambiente della provincia, prima Magreta poi Sassuolo, non era certo d’aiuto. La fortuna fu di leggere dietro la scuola che frequentavo una targa, “Maestro Calligari insegnante di musica e di canto”. Ho talmente insistito a casa che finalmente una mia zia mi portò a un’audizione. Il verdetto fu “Acerba ma con molta musicalità e timbro originale”, e questo mi incoraggiò» • Boom al Festival di Sanremo del 1966 (col mitico “casco d’oro”): «Dopo tre serate in televisione era cambiato tutto. Allora Sanremo aveva il
monopolio, lo guardavano tutti. Daniele Pace, un autore importante, mi portò Nessuno mi può giudicare, mi disse che era per Adriano Celentano, che però stava incidendo qualcos’altro, potevamo approfittarne, poi ho saputo che stava incidendo Il ragazzo della via Gluck, quindi meglio così, per tutti e due, solo che la canzone era un tango, allora si portavano, e io
dissi che non se ne parlava proprio, avevo tutt’altro temperamento. La incidemmo alla mia maniera e andammo a Sanremo. Da lì è partito tutto» • Smise di cantare nel 1971, dopo le nozze con Piero Sugar e la nascita del
figlio Filippo: «Bisognava fare un 45 giri ogni tre mesi, e ogni volta più forte del precedente. Ero stanca. Mi sono fatta cullare, io avevo sempre
lavorato, da quando avevo sedici anni. Col matrimonio e la maternità ho scoperto il mio lato femminile che avevo trascurato molto, come succede
quando bisogna fare la locomotiva e tirare il carrozzone per tutti. E poi per
me cantare significava soprattutto fare concerti in giro e quello, dopo la
nascita di mio figlio Filippo proprio non lo potevo fare più. Ci sono stati momenti difficili, ma soprattutto perché non capivo ancora bene come avrei potuto rimanere a contatto con la musica, poi
ho trovato la mia strada»
• «Cantare è qualcosa di ineguagliabile. Oggi trovo grande soddisfazione nell’essere un gradino per gli altri» • Nel novembre 2006 il gruppo Sugar, di cui la Caselli e presidente, ha ceduto a
Mondadori le Messaggerie Musicali, incassando 24 milioni di euro • è uno dei cinque saggi chiamati da Formigoni a far parte del Comitato tecnico
scientifico che affianca l’assessore regionale Massimo Zanello (febbraio 2007) • Ha prodotto il nuovo cd di Cochi e Renato Finché c’è la salute (marzo 2007) • Ambrogino d’oro nel novembre 2007. [afh]