Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
CARRARO
Franco Padova 6 dicembre 1939. Presidente di Medio Credito Centrale (la merchant bank
di Capitalia, dall’aprile 2000), membro del Comitato Olimpico Internazionale (dal 1982) e del
comitato esecutivo della Uefa. Campione europeo di sci nautico nel 1958, 59 e 60, terzo ai Mondiali del 57 e
presidente della Federazione di sci nautico dal 1962 al 1976 (ha vinto anche 11 titoli italiani) • È stato presidente del Milan dal 1967 al 1973 (Beccantini: «uno scudetto e una collana di coppe. È il Milan di Gianni Rivera: fra i due non saranno mai rose e fiori»), presidente e poi commissario della Lega calcio (presidente nei periodi
1976-1978 e 1997-2001; commissario nei periodi 1977-78 e 1986-87), presidente della
Federazione Italiana Gioco Calcio dal 1976 al 1978 e dal 2001 al 2006,
presidente del Coni dal 1978 al 1987. Capo del comitato organizzatore dei
Mondiali di calcio del 1990. Ministro di Turismo, Sport e Spettacolo dal 1987
al 1989 (governi Goria, De Mita, Andreotti VI), sindaco di Roma (1989-1993, in
seguito al cosiddetto “accordo del camper” stretto tra Craxi-Forlani). Presidente di Impregilo dal 1994 al 1999 (resta
direttore fino al 2002)
• Detto “Poltronissimo” • «Scusi, io sono ricco, ma lei come se lo può permettere?» (la volta che vide un funzionario Coni in vacanza in Sardegna in un albergo di
lusso) • Famiglia molto ricca, figlio unico. Il padre, Luigi, era un imprenditore tessile
del Nord Est che venne chiamato alla presidenza del Milan quando Felice Riva,
presidente fino a quel momento, fece fraudolentemente fallire il cotonificio
Valle Susa e scappò all’estero • Laurea in Economia • Mandò regolarmente alle Olimpiadi di Mosca la squadra italiana, limitandosi a
escludere i militari e proibendo di suonare l’inno, nonostante il governo avesse deciso di aderire al boicottaggio messo in
atto dagli americani. Per calmare Craxi (furibondo) la moglie Sandra adoperò tutta la diplomazia di cui era (ed È) capace. Il Craxi placato gli consentirà la carriera politica da ministro e da sindaco
• «Finanza giusta (Cesare Geronzi), società giuste (Milan, Juventus), amici giusti: difficile prenderlo in contropiede. Si
alza presto, mangia poco, gioca molto (a golf). Non può vedere Antonio Matarrese: incrocia una sua segretaria in tribuna, e le ringhia
sul collo» • L’ultima gestione della Figc (in carica dal 28 dicembre 2001, rieletto “alla bulgara” col 94,64% dei voti il 14 febbraio 2005, dimissioni l’8 maggio 2006) fu tormentatissima: l’Italia ebbe gli arbitri contro nel Mondiale di Corea-Giappone (2002,
eliminazione agli ottavi), al quale il presidente, accusato di poco peso
politico, neanche andò; nuova figuraccia agli Europei del Portogallo (2004), dove Francesco Totti fu
squalificato dopo la prima partita per uno sputo e gli azzurri furono eliminati
al primo turno (differenza reti) causa un annunciatissimo pareggio 2 a 2 tra
Svezia e Danimarca; attaccato da Luciano Gaucci, che, non accettando la
retrocessione in C del suo Catania, aveva vinto un ricorso al Tar lo aveva
costretto ad allargare la serie A a 20 squadre e la B a 24 (stagione
2005-2006). Infine (8 maggio 2006) fu il primo a dimettersi dopo lo scoppio
dello scandalo che vide coinvolta la Juventus (e in particolare
Luciano Moggi). Ricevuti nel settembre 2005 i documenti relativi alle
intercettazioni, per mesi non aveva preso alcuna iniziativa: «C’erano battute, chiacchiericci, ma denunce un minimo circoscritte non sono mai
state fatte. Da parte mia non ho mai sollecitato insabbiamenti, anzi. Non
voglio scaricare niente delle mie responsabilità, ma quando nell’estate 2005 decisi che Paolo Bergamo e Luigi Pairetto, i due designatori,
andavano sostituiti, molte persone mi telefonarono perché li confermassi. Capisco che la gente possa fare fatica a distinguere tra
responsabilità personali e oggettive, e questo È uno dei motivi per cui, nonostante l’ultima sentenza, non rientrerò nel calcio. Ho commesso errori e leggerezze: ma penso che la semplificazione “o in malafede o stupido” sia sbagliata». È passato da una squalifica di quattro anni e sei mesi della Caf a una diffida
con multa di 80.000 euro da parte della Corte federale. Poi in sede di
arbitrato Coni ha ottenuto la cancellazione della diffida
• Notoriamente vendicativo. Irascibile • Quando la figlia mette scarpe che non gli piacciono, subito gliele compra • Si alza alle cinque per fare ginnastica e cyclette (sottofondo musicale
preferito: Mina). Concentra la vita mondana tra le 9 e le 11 di sera, ora in
cui va improrogabilmente a letto. «Le rare volte che riesco a trascinarlo al cinema o al teatro — si lamenta sua moglie — si addormenta a metà spettacolo» • Veste sempre di blu ed È stato molto contento quando un domestico ha rubato il suo unico abito grigio,
regalo di sua moglie Sandra • Maggiordomo di nome Centauro. Sandra Carraro: «Non È un soprannome, l’ha chiamato così la sua mamma. È una specie di Mary Poppins, invece di volare con l’ombrellino corre in macchina come un pazzo» (testimonianza di Valentina Crepax) • Appassionato di golf • Freddo in amore: «Una volta che discuteva di sesso con gli amici, se ne uscì con una dichiarazione da brivido: “Preferisco andare subito a letto con una donna piuttosto che perdere tempo al
night”» (Mario Gherarducci).
• «Pesa 75 chili. Senza profumo, 70» (Daniele Luttazzi) • «Un siciliano allevato a Londra» (Rivera) •«Leggendario equilibrista, È stato solo in apparenza travolto da Calciopoli: tra i grandi capi dell’Uefa lui c’È sempre, tra i notabili del Cio più che mai» (Maurizio Crosetti) • Sposato con Sandra Alecce, figlia di Nino, proprietario dell’Ifi, Industria Farmaceutica Italiana. Due figli, Luigino (ha una società immobiliare) e Albertina (si occupa di casting per produzioni televisive). Alla
fine del 2006 Luigino lo ha reso nonno. [aey]