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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CANCOGNI

Manlio Bologna 6 luglio 1916. Scrittore. È stato inviato speciale dell’Europeo e dell’Espresso. Fu autore di una delle più celebri inchieste del giornalismo italiano, quella uscita sull’Espresso nel 1953 e che Arrigo Benedetti titolò “Capitale malata, nazione infetta” (Antonio D’Orrico: «Andrebbe preso, ristampato e farne un opuscolo come quello che racchiude le
leggi costituzionali della Repubblica italiana, perché quell’inchiesta È come la Costituzione del giornalismo italiano»). Tra i suoi libri:
Allegri, gioventù (premio Strega nel 1973), Quella strana felicità (premio Viareggio 1985), Il Mister (premio Grinzane Cavour 2000) • Genitori versiliesi, dal 1917 al 1940 visse a Roma. Laurea in Legge. Vinto il
concorso di professore di Storia e filosofia per insegnare in un liceo traslocò a Sarzana: «Mio padre era avvocato. Io non avevo nessuna attitudine. E inoltre mi piaceva la
filosofia, mi piaceva insegnarla. C’era il fascismo e parlare di filosofia mi sembrava un modo per sentirsi più liberi» • «Ho cominciato con la letteratura e non pensavo assolutamente al giornalismo.
Diciamo che lo sono diventato per ragioni pratiche, per soldi. Nel 1945 iniziai
a lavorare alla Nazione del popolo di Firenze. Il direttore era Carlo Levi. Poi
sono venuti L’Europeo, L’Espresso e altre testate» • «Ho sempre visto il letterato come una figura narcisistica: tutto memoria
interiore, anima tenera e caffÈ nei quali mettersi in posa. Il giornalismo È stato un modo per dimenticare me stesso, le mie malinconie» • È stato, con Garboli, l’ultimo direttore de La Fiera letteraria.