Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
CALTAGIRONE BELLAVISTA
Francesco Roma 18 febbraio 1939. Imprenditore. Nel 1980 lo scandalo Italcasse lo portò in carcere: «Per i fratelli Caltagirone - oltre a Francesco, Gaetano e Camillo - quella
vicenda rappresenta una svolta. Gaetano era il più famoso in quegli anni, noto alle cronache giornalistiche per il celebre “a’ Fra’, che te serve”. Appena tre anni prima era stato nominato Cavaliere del lavoro, titolo revocato
in seguito allo scandalo. “Gaetano ha spento le luci anzitempo. Ha preferito fortificare le mura intorno a
sé, blindarsi nel silenzio”. I fratelli Caltagirone, dice oggi Francesco B., non c’entravano niente. “In tutto quello sfracello il vero obiettivo era Giulio Andreotti”. Tentarono il contrattacco, ma “si rivelò il peggiore degli antidoti, le reazioni ne provocarono altre ancora più violente, per cui a un certo punto la diga franò. Travolgendoci”. Se ne occupa anche il New York Times. Francesco e Gaetano - il primo ha
aggiunto al suo cognome quello della madre, il secondo no - vengono arrestati a
New York su richiesta della magistratura italiana. Poi un lungo silenzio,
durato quasi venti anni, fino all’alba del millennio. Quando riparte con le acquisizioni nel settore
turistico-alberghiero, come il Molino Stucky a Venezia, o Villa Igea a Palermo.
E ancora porti, servizi aeroportuali, appalti. E qualche problema con il fuoco
- a distanza di pochi giorni, nell’aprile 2003, vanno in fiamme il Molino Stucky e lo Sharet, lo yacht di 30 metri
di Bellavista ormeggiato nel porticciolo di Beaulieu, in Costa Azzurra» (Gianluca Paolucci).