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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CALTAGIRONE

Francesco Gaetano Roma 2 marzo 1943. Costruttore. Editore (Il Messaggero, Il Mattino, il
Gazzettino di Venezia, il Corriere Adriatico, il Quotidiano di Puglia, Leggo).
Dal 2006 vicepresidente del Monte dei Paschi di Siena. Nel 2008 la consueta
classifica della rivista Forbes lo mise al 446° posto tra i più ricchi del mondo (10° italiano). «Il successo non è un furto, il profitto non è peccato, il parassitismo è peccato, l’assistenzialismo immeritato è peccato» • Figlio e nipote di costruttori, primo di tre figli, perse presto il padre e
cominciò a lavorare appena finito il liceo (circostanza che non gli impedì di prendere la laurea in Ingegneria): «La nostra famiglia ha origine a Palermo, Palermo era una capitale, e ottant’anni fa mio padre, costruttore, andò da mio nonno anch’egli costruttore e disse: “Vado a Roma perché a Palermo non succede più niente”. è venuto a Roma, io sono nato e ho operato a Roma, se mio padre non avesse fatto
quella scelta illuminata, probabilmente avrei potuto fare molto meno nella
vita. Chi è rimasto a Palermo ha un pil pro capite molto inferiore a chi è emigrato al Nord. Qualche volta mi sono chiesto: siamo nella stessa situazione?
I miei figli dovranno andare a Londra o a Francoforte?»
• «Come sottolineano molti analisti Caltagirone ha una capacità particolare per rimettere a posto una società e riportarla all’utile o per farla rendere ancora di più. Così ha fatto fin dall’inizio, fin da quando, nel 1983, uscì per la prima volta dal suo bunker, il settore immobiliare: acquistata la società di costruzioni in situazione prefallimentare Vianini dallo Ior (l’Istituto per le opere di religione del Vaticano, allora guidato da Monsignor
Marcinkus), in tre anni l’ha riportata all’utile, poi l’ha quotata facendo affluire nelle sue casse 330 miliardi di lire. Bisogna
aspettare quasi un decennio per vedere il secondo grande colpo di Caltagirone.
Nel 1992 acquista Cementir, soffiandola a un’agguerrita concorrenza. Lui è un outsider ma mette sul piatto della bilancia più soldi di chiunque altro. Troppi, dice qualcuno. Ma lui dimostra invece che l’investimento è giusto. Oggi Cementir, a capo del quale c’è il figlio Francesco Jr., è ormai un gruppo internazionale e produce l’80 per cento dei suoi ricavi all’estero. Inoltre, Cementir con i suoi 1,2 miliardi di fatturato è il vero cuore dell’impero quotato di Caltagirone: infatti pesa per circa tre quarti del giro d’affari totale, che ha raggiunto 1,6 miliardi nel 2006. Come a dire che
Caltagirone Spa (la holding), Caltagirone Editore, Vianini, sono in realtà degli accessori al business principale. Dal 1996 Caltagirone inizia un’altra avventura, quella dei media. Compra prima Il Tempo (ma lo rivende subito,
uno dei pochi casi in cui il suo proverbiale fiuto imprenditoriale ha
sbagliato). Poi però aggiusta il tiro e compra Il Messaggero, poi Il Mattino di Napoli, a cui si
aggiungono negli anni successivi il Quotidiano di Puglia, il Corriere Adriatico
e Il Gazzettino. Si butta inoltre nella free press con Leggo che diventa in
breve il primo quotidiano di questo tipo. Se l’ingresso nel cemento era comprensibile (sebbene non ci sia alcuna sinergia con
le costruzioni e l’immobiliare, nonostante quel che comunemente si crede), quello nei media viene
visto da molte parti con preoccupazione. Che cosa se ne fa un costruttore dei
giornal
i? Pesa sempre nei suoi confronti un pregiudizio atavico del mondo dell’economia e della finanza verso i “palazzinari”. Per Caltagirone, comunque, conta avere una vetrina, e si sa che i giornali
possono dare prestigio. Ma in ogni caso lui non investe per ottenere notorietà e perdere soldi, non è il tipo, e anche in queste attività riesce a spremere valore. Ma anche il Caltagirone-editore non esaurisce tutti
gli aspetti di questo multiforme imprenditore. Infatti fra le sue attività prefer
ite c’è anche quella delle speculazioni finanziarie. Prima si cimenta nell’acquisto di un pacchetto di Rcs, e molti gridano alla scalata, salvo poi
ricredersi quando esce dal capitale con una lauta plusvalenza. Il Caltagirone
finanziere mette poi gli occhi su Bnl. Diventa capofila, nel 2005, di un
variegato e scombinato gruppo di immobiliaristi che si riuniranno poi nel
cosiddetto “contropatto’, pronto a cedere il pacchetto del 24 e passa per cento a chi offre di più. Lui, che nel frattempo aveva acquisito il 4 per cento di Banca Mps, lo offre
su un piatto d’argento a Giuseppe Mussari, allora presidente della Fondazione, ma si sa com’è finita. Così, dopo l’inutile tentativo di Unipol, Bnl finisce a Bnp Paribas, ma Caltagirone “si consola” con una plusvalenza di 250 milioni. E infine c’è il Caltagirone-banchiere. Forse il Caltagirone più enigmatico» (Adriano Bonafede)
• Presente, con i Benetton e la Pirelli, anche in Eurostazioni, il consorzio che
possiede il 40 per cento della società Grandi Stazioni, che gestisce i 13 principali scali ferroviari italiani, unico
asset davvero ricco del sistema ferrovie. L’amministratore delegato di Grandi Stazioni, Enrico Aliotti, è stato scelto proprio da Caltagirone • «Avere un’idea precisa dei confini dell’impero è difficile. Eppure in questo labirinto di società c’è il polmone finanziario del gruppo. C’è un pacchetto di edifici di pregio nel centro di Roma, acquistati dagli enti
pubblici durante le dismissioni targate Giulio Tremonti. Vi figurano la sede
dei Ds in via Nazionale, il grande edificio ex Inail di piazza Euclide, due
alberghi in via del Corso, l’Hotel Mozart in via dei Greci, comprati nel 2002 per la cifra complessiva di 65
milioni di euro. Il tutto ora è finito in una società che, per la prima volta, porta impresso il marchio di famiglia: Immobiliare
Caltagirone. Nella Ical, come viene chiamata in breve, sono state fuse altre
società; poi il controllo di questo patrimonio (detenuto in precedenza attraverso l’Immobiliare Giuseppina) è stato trasferito alla capogruppo Fgc. Non basta. Al di là degli edifici affittati a terzi, ci sono le grandi aree in fase di
realizzazione alla periferia di Roma. è qui, in questi grandi progetti di sviluppo, che probabilmente si crea la
liquidità della famiglia» (Luca Piana)
• «Non ha molti amici, ma la cosa non gli pesa affatto. Non è mondano, non è accattivante, non sprizza simpatia al primo incontro. Al contrario, è taciturno, riservato fino alla maniacalità, molto attento alle forme (soprattutto quelle che lo riguardano). Non è uomo di cuore, ma di testa. Non è uomo di sentimenti, ma di ragionamenti. Non gli si conoscono vizi, a parte l’ira che gli scoppia improvvisa e gli dura a lungo. è uomo di rancori e di pochi amori. Non gli si conoscono tentazioni, a parte la
passione per alcune forme di collezionismo e, prima di ogni altra cosa, per il
denaro. Colleziona quadri preziosi, arazzi preziosi, monete greche e romane
preziosissime, mobili preziosi. E colleziona quattrini. In questo è insuperabile» (Prima comunicazione)
• Sposato con Luisa Farinon, tre figli: Francesco jr. (Roma 29 ottobre 1968) è presidente di Cementir; Alessandro (Roma 27 dicembre 1969) è presidente della Vianini; Azzurra (vedi scheda) si occupa del settore
editoriale. [acd]