Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
CALIFANO
Franco Tripoli (Libia) 14 settembre 1938. Cantante. Autore. «Ho già dettato la lapide: “Non escludo il ritorno”».
UltimeCrisi respiratoria alla discoteca Tabata di Sestriere che impone un ricovero
immediato all’ospedale Agnelli di Pinerolo (gennaio 2007, dimesso il giorno dopo) • Si arrabbia per la parodia che gli fa Max Tortora. Pretende le scuse dalla Rai,
che non arrivano • Libro Senza manette (Mondadori, 2008) in cui racconta gli episodi più importanti della sua vita a Pierluigi Diaco e confessa di essersi innamorato di
papa Ratzinger («Io ho sempre cercato di credere in Dio e di essere più cattolico di quanto non sia, ma siccome non mi piace il mistero, ho avuto
difficoltà ad abbandonarmi alla fede, soprattutto senza ricevere nemmeno un segno. Mi sa
che adesso il segno è arrivato, con questo Papa... che mi fa innamorare...»)
• Cameo nel film Questa notte è ancora nostra (Genovese, 2008) in cui interpreta il brusco impresario discografico
Cicchilitti. [abu]
Vita In Senza manette ha ricordato la sua gioventù di strettezze («come casa una Fiat 1400 per dormire») e la sua infanzia di bambino senza scarpe, il collegio, i corsi di ragioneria
serali e la condizione di orfano a 18 anni (l’amato padre Salvatore muore a soli 38 anni). «Con mio padre il destino fu addirittura spietato, non gli dette nemmeno il tempo
di fargli consumare la sua vita. Di sentire la mia prima canzone...» • «La madre Jolanda lo concepì a Johannesburg con i geni campani del marito Salvatore, importatore di legnami
originario di Pagani, e quel 14 settembre 1938 stava andando a partorirlo nella
capitale dell’impero e della maschia gioventù. Purtroppo le acque si ruppero nei cieli della Sirte, l’aereo fu costretto a un atterraggio d’emergenza a Tripoli e lì, sotto il più auspicale dei segni, Vergine, venne al mondo lui, con quel cognome che sembra
un compendio di califfato e di caffettano» (ibidem)
• Voleva diventare «pompiere. Invece mi hanno sbattuto nel collegio Sant’Andrea ad Amalfi. Sono scappato da quelle suoracce cattive e ho raggiunto Pagani
a piedi. A Roma ho frequentato le scuole notturne perché non riuscivo a svegliarmi al mattino. Era l’istituto Ludovico Ariosto per ragionieri. Dopo qualche tempo ho esordito nei
fotoromanzi delle edizioni Lancio e di Grand Hotel. Parti da antagonista. Il
cattivo. Avevo la faccia da duro. Poi ho cominciato a comporre poesie, ma ho
capito che sarei morto di fame. Mi sono buttato sulle canzoni.
Da molto lontano è piaciuta subito a Edoardo Vianello. Per Bruno Martino ho scritto E la chiamano estate. Ma a 29 anni m’è venuta la meningite. Dodici mesi di ricovero alla Mater Dei di Roma. Tutti i
risparmi in fumo. All’uscita dalla clinica mi sono dovuto prostituire per avere un tetto. Mi sceglievo
donne belle e ricche che mi facevano portare la colazione a letto dal
maggiordomo in cambio di sesso. Ogni settimana una casa diversa» • «All’età di 21 anni, quando giocava a fare il playboy, Franco Califano si buttava in
tutte le macchine cabriolet ferme al semaforo con una donna al volante: “Ero bello e me lo potevo permettere”. Il cantautore si è sposato una sola volta a diciannove anni, dopo pochi mesi si è separato. La storia d’amore più tenera fu quella con Mita Medici, che all’epoca aveva diciassette anni, mentre lui ne aveva ventisette. Prima ancora aveva
passato un “periodo stupendo” con Dominique Boschero, “un’attrice francese che è stata la mia nave-scuola, era più grande di me e aveva una passionalità senza fine”» (Paola Aspri). La relazione con la Boschero, due anni, è quella durata più a lungo
• «Un grande cantante e un grande compositore, cui siamo debitori di musiche che ci
hanno fatto sognare e di parole che mai potremo dimenticare. Un poeta dell’amore e un artista dell’eros entusiasta ed eccentrico, solitario e socievole, scostumato e leale. I suoi
successi — Tutto il resto è noia, Me ’nnamoro de te, E la chiamano estate, Un amore così grande, Una ragione di più — sono stati per decenni la colonna sonora dei nostri abbandoni e delle nostre
estasi» (Roberto Gervaso) • «Franco Califano, nell’attuale cult del trash, è personaggio potenzialmente di prima grandezza... Ragazzo romano di borgata,
voce roca, cicatrice in faccia, diventa playboy negli anni della Dolce Vita, e
anche cantante da melodie da night. Decaduto dal mondo dello spettacolo, cade
in disgrazia tout-court quando lo accusano di essere coinvolto in un giro di
cocaina. Messo in prigione e quindi assolto, ha reagito alla sua maniera
incidendo tra l’altro, mentre si trovava agli arresti domiciliari, l’ellepì
Impronte digitali. Sempre sicuro di sé, solo appena appesantito, continua la sua attività di conquistatore, ben lungi dal desiderare famiglia e focolare. Gli sono ormai
precluse le classifiche discografiche, unico sfregio della matura età e del tempo che passa» (Castelvecchi) • Ha cantato 1100 canzoni, ne ha scritte 1300 e ha inciso 30 dischi • L’Università di New York gli ha conferito la laurea honoris causa in Filosofia per la
canzone Tutto il resto è noia. A Borbona, in provincia di Rieti, esiste una piazza Franco Califano «fatta realizzare da un costruttore pazzo di me vent’anni fa. è una cosa illegale perché sono ancora vivo, i magistrati hanno provato più volte a rimuoverla, ma i cittadini si sono sempre opposti» • Ci sono in tutta Italia 26 fan club di Califano • «Per trent’anni il mio vicino di casa è stato il cardinale Ratzinger» • «Ultimamente Franco Califano si circonda solo di giovani: «Mi piace la loro compagnia, vengono sempre a casa mia, nel mio giardino,
guardiamo insieme le partite la domenica. Però confesso: servono più i ragazzi a me di quanto io possa servire a loro. I miei amici di un tempo? Li
ho persi di vista, anche volutamente: sono i giovani i miei nuovi, veri amici» • Nel 2006 ha partecipato al reality di Raidue Music Farm. [abv]
Politica «Liberal che vota Berlusconi» (Diaco). Ha detto: «Figurati che quello che mi sta meno antipatico a sinistra è Romano Prodi. Almeno fa ridere» • Fu candidato alle elezioni nelle liste del Psdi. «Mi attaccarono lo slogan: “Per una malavita migliore”. Mi usarono come specchietto per le allodole e mi mandarono a perdere nella
provincia più remota» • «Il socialismo è e rimane Bettino Craxi, tutto un altro pianeta. Un galantuomo, che sapeva
commuoversi anche se la gente non l’ha mai saputo» • Nel 2007 il Pdci scelse come slogan della Festa nazionale della cultura Tutto il resto è noia: «Se penso a ’sti comunisti che manco m’hanno mai invitato a canta’ alle loro feste e poi se so’ rubbati la mia canzone più famosa...». Negli stessi giorni Tv Sorrisi e canzoni scrisse che alle primarie del Partito
democratico avrebbe votato per Enrico Letta.
Vizi è stato arrestato due volte per cocaina, una volta nell’ambito del caso Chiari-Luttazzi (una serie di personaggi dello spettacolo messi
in cella per droga nel 1970 e poi tutti assolti), un’altra all’interno del caso Tortora (l’inchiesta della magistratura napoletana che accusò falsamente il popolare presentatore di essere un boss della Camorra, uno dei più grandi scandali giudiziari degli anni Ottanta). In tutto s’è fatto per questo tre anni e mezzo di carcere. Suo commento: «Negli anni Settanta sono finito nel processo di Walter Chiari, negli anni
Ottanta in quello con Tortora: possibile che alla mia età, con la mia carriera non me ne sono meritato uno tutto per me?»
• Seduttore famoso. Sostiene di essere stato a letto con 1500 donne. La prima: «Una vedova, madre di un mio compagno di scuola. Aveva 33 anni, io 13. Fece tutto
lei. Intanto il figlio finiva i compiti. Era scemotto. Lo spediva a prendere il
latte. Andò avanti per un anno». Ha avuto anche storie con Mita Medici, Eva Grimaldi, Patrizia De Blanck,
Marina Occhiena ecc. • Specializzato in libri di consigli erotici: Il cuore nel sesso (2000), Sesso e sentimento (2004), Calisutra (2006). Piccola antologia del suo pensiero amoroso: «La migliore amante del mondo è la donna di casa, quella con il marito impiegato al ministero, i figli a
scuola, che si concede al rappresentante del folletto, il noto aspirapolvere»; «Quando si ama tanto, si finisce con il fare sesso male»; «Parrucchiere, impiegate, sciampiste, devi considerarle contesse. Le contesse,
invece, puoi fartele sul cofano di una macchina»; «Se la tua donna bacia un altro è più grave che se ci fa l’amore»; «La seconda è roba da facchini».
Sport Interista. [abw]