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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CAIRO Alberto Ceva (Cuneo) 17 maggio 1952. Fisioterapista. Opera a Kabul. Sue corrispondenze dalla capitale pubblicate regolarmente da Repubblica e piene di delicatezza

CAIRO Alberto Ceva (Cuneo) 17 maggio 1952. Fisioterapista. Opera a Kabul. Sue corrispondenze dalla capitale pubblicate regolarmente da Repubblica e piene di delicatezza. «Angelo di Kabul? Non voglio soprannomi melensi» • «Ho studiato da avvocato. Ma a 30 anni ho riscoperto una grande passione per la fisioterapia e così sono entrato nella Croce Rossa Internazionale. Nel 1988 sono arrivato a Kabul. Allora c’erano le truppe sovietiche e per convincerle a lasciarci aprire un centro medico assicurammo che avremmo curato anche i militari. Da allora sono stato l’unico occidentale a rimanere in questo Paese tanto a lungo» • «Da anni ridà speranza a migliaia di afgani, maciullati nel corpo e distrutti nell’anima. Alto, magrissimo, capelli brizzolati e barba corta, Alberto Cairo ha un sorriso fanciullesco e un’aria mite sotto cui si nasconde un’autentica forza della natura. Quella che ogni giorno, dal 1990 in poi, nonostante le guerre, i bombardamenti e i cambi di regime, lo conduce all’ospedale della Croce Rossa Internazionale dove dirige il Progetto ortopedico che, oltre a Kabul, conta altri cinque centri nel resto dell’Afghanistan. Parla perfettamente il darì, la lingua simile al persiano che insieme al pashtun è la più diffusa a Kabul. Si rivolge per nome ad ognuno dei suoi ospiti, ne conosce le storie, i drammi, le speranze. Li assiste con una dedizione totale e un entusiasmo contagioso» (Luigi Geninazzi).