Dario di Vico, Corriere della Sera 6/7/11, 6 luglio 2011
RICERCA E LAVORO DI QUALITA’ LE LEZIONI FRANCO-TEDESCHE
s Bruxelles chiede ai governi di individuare le riforme e,
come si dice nel gioco delle carte, di «dichiararle» al proprio elettorato Ricerca e lavoro di qualità Le lezioni franco-tedesche Conciliare il rigore con la crescita`resta il grande rebus delle maggiori economie europee. Archiviata la leggendaria (quanto evanescente) Strategia di Lisbona, la Ue è tornata alla carica con i Programmi nazionali di riforma (Pnr) che ciascun governo ha presentato e presenterà annualmente sotto l`insegna di Europa 2020, un logo che indica la necessità di costruire il futuro delle nuove generazioni con riforme radicali delle strutture dei mercati. Bruxelles chiede ai governi di individuare le riforme-giuste-nel-momento-giusto e, come si dice nel gioco delle carte, di «dichiararle» davanti all`opinione pubblica europea e al proprio elettorato. Chiede molti dettagli sulle manovre e i tempi al fine di controllare, comparare e consigliare. La novità dovrebbe favorire la trasparenza del confronto politico nei singoli Paesi e creare anche i presupposti di una competizione virtuosa tra i governi.
Di fronte a un impegno così ampio è legittimo chiedersi come esca dal confronto il nostro Paese, in sostanza se abbiamo superato o no il test. La risposta viene dal rapporto che il Cnel ha discusso nella VI Commissione-e presenterà il 14 luglio alla sua assemblea e che si presenta per l`appunto come una prova di «riformismo comparato» tra i Paesi più importanti della Ue. La stesura del rapporto è opera della consigliera Alessandra Del Boca, docente di economia all`Università di Brescia, che ha confrontato sia i Pnr nazionali che le Council Recommendations, le valutazioni emesse pochi giorni fa dalla Commissione europea che aveva esaminato i singoli Programmi presentati il 12 aprile scorso.
Veniamo al sodo. La debolezza del Programma italiano emerge subito. Scrive Del Boca: «Il capitolo del rigore e quello della crescita sono separati. Il consolidamento del saldo primario viene posto come priorità senza una politica di stimolo della domanda, di crescita dell`occupazione e dell`inclusione».
E annota come i tedeschi per indicare il nesso rigore/crescita abbia coniato un`espressione: «wachstumfreundliche Konsolidierung der offentlichen Haushalte», il consolidamento di bilancio favorevole alla crescita, e soprattutto abbiano agito di conseguenza. Il Pnr italiano sul versante del rigore valorizza giustamente la sostenibilità raggiunta con la riforma previdenziale ma, a giudizio del Cnel, non tiene conto che nel 2010-30 per effetto dei tanti giovani con contratti atipici i tassi di rimpiazzo si ridurranno e porteranno «a una inadeguata protezione del reddito nell`età avanzata» per una quota significativa di pensionati.
Sulla crescita il Pnr italiano è reticente, non indica tempi e modi, le misure che vengono annunciate sono già esaurite o non ancora nate o in corso senza aver prodotto risultati. «Ci si affida molto all`evoluzione del tasso di investimento e alla performance sui mercati internazionali» annota Del Boca. Anche per quanto riguarda il tasso di occupazione di giovani e donne il Pnr si dà obiettivi veri (67-69% entro il 2020) ma non dice quali strade (leggi, riforme) batterà per raggiungerli. Lo stesso vale per il programma di inclusione delle donne.
Secondo le analisi/raccomandazioni emesse dal Consiglio di Bruxelles, «non sono specificati obiettivi concreti, né scadenze di medio termine per il piano triennale del lavoro e le misure per sconfiggere il sommerso sono solo un generico appello».
Anche per quanto riguarda il rischio povertà: 24,7% in Italia contro il 23% della media Ue, il giudizio è che gli strumenti proposti, la social card e il coinvolgimento degli enti di carità, «sono inadeguati per la copertura» mentre servono «serie riforme».
La prima differenza che il Pnr francese fa emergere nei confronti dei nostro è la focalizzazione. Parigi ha scelto l`insegnamento superiore e la ricerca come priorità assoluta con un aumento del budget del 17% nel periodo 2009-2011. B ministro competente dispone di mezzi accresciuti perché alla sua dotazione (circa 30 miliardi di euro) si aggiungono i 22 della Missione interministeriale per la ricerca e l`insegnamento superiore, il Plan Campus (residenziale) di 5 miliardi e i contratti Stato-regioni per la ricerca con altri 2,9 miliardi di euro.
Scelta la sua priorità la Francia si impegna a portare al 75% il tasso di occupazione nel 2020 (7o% è l`obiettivo per le donne), a ridurre al 9,5% l`abbandono scolastico come «missione primaria» e a sfornare il 50% dei laureati con età compresa tra i 17 e i 33 anni, l`obiettivo più elevato della media Ve. Le osservazioni della Ue non hanno comunque risparmiato neanche Parigi e si appuntano sulla necessità di riforme che fronteggino la segmentazione del mer- cato del lavoro (pro-insider come in Italia) e sulle strategie per ridurre la povertà. (Si noti bene che in Francia l`indigenza è comunque al 18% contro la media Ue del 2396).
Se Parigi ha scelto la scuola, Berlino ha messo al centro del proprio Programma la tutela e la crescita del lavoro di alta qualità in Germania. L`obiettivo è aumentare il tasso di occupazione (fino al 77% entro il 2020) per rendere sostenibile la politica del rigore e alimentare la crescita tirata da esportazioni high-tech con la forza lavoro più qualificata del mondo. `tanto per avere un termine di paragone va ricordato che a fronte di un 29,7% di disoccupazione giovanile italiana, il corrispondente tasso tedesco è «solo» del 9%! E questo risultato è dovuto, annota Del Boca, «al sistema duale di alternanza scuola-lavoro che permette a un giovane di apprendere il mestiere in un centro di formazione professionale o in un`azienda frequentando allo stesso tempo, per un paio di giorni a settimana, la scuola». Secondo le raccomandazioni della Ue la Germania deve porre più attenzione alla tassazione sul lavoro che impedisce il trasferimento degli incrementi di salario sulla domanda interna ma soprattutto in chiave riformista/inclusiva deve fare i conti con la presenza dei giovani stranieri, immigrati di seconda generazione la cui partecipazione al sistema educativo è bassa e aumenta del doppio la probabilità di disoccupazione rispetto ai coetanei. Berlino deve rendere più flessibile l`orario degli asili per conciliare famiglia e lavoro.
Infine il Pnr redatto da Downing Street, residenza del primo ministro inglese David Cameron. Per quanto riguarda il tasso di occupazione il programma si fa carico di un aumento dell`1% già nel 2o16 ma la preoccupazione maggiore che è quella che riguardala povertà dei bambini. Più alta che altrove, 17,5 contro la media Ve dei io . Se condo la commissione di Bruxelles gli impegni presi nel Pnr per i genitori singoli e i bambini poveri «non sono ancora adeguati né promettenti» perché non prevedono obiettivi numerici e tempi di attuazione. E in genere tutto il Programma inglese ancor più di quello italiano, è giudicato «avaro di numeri». Quanto alle politiche per il lavoro i fobeenter Plus e i Work Programme hanno il pregio di offrire un sostegno personalizzato ai lavoratori e il governo assicu- ra che entro il 2014 circa 1,5 milioni di disoccupati ce la faranno ad abbandonare la loro condizione. Solo che nel frattempo e Bruxelles sottolinea puntigliosamente il dato - la mancanza di lavoro colpisce maggiormente i giovani e l`istruzione (che pure gode di una performance migliore di quella Ue) risulta «statica», ossia non riesce a interagire positivamente con il mercato del lavoro come in Germania.
Come è facile osservare i Programmi francese e tedesco brillano di luce propria ed esprimono un indirizzo economico e culturale preciso, verrebbe da dire identitario.
La stessa cosa non si può dire per l`Italia e l`Inghilterra che non hanno lo stesso grado di visione, e seppur con differenze significative tra loro, vengono giudicati «reticenti».
Di sicuro però la Ue non ha risparmiato critiche ed osservazioni anche ai Pnr più esaurienti a dimostrazione dello spirito severo e costruttivo che ha animato quest`innovazione.
Di anno in anno poi è molto probabile che lo strumento si affini e che i vari governi, compreso il nostro, imparino a maneggiarlo.