ELENA POLIDORI , la Repubblica 6/7/2011, 6 luglio 2011
I CONSUMI DEGLI ITALIANI FERMI AL PALO - ROMA - I
consumi restano al palo, segno che la crisi morde ancora. L´Istat calcola che nel 2010 la spesa media mensile per famiglia risulta pari, in valori correnti, a 2.453 euro, appena lo 0,5% in più rispetto all´anno prima. Per la metà delle famiglie il valore della spesa mensile resta sotto i 2.040 euro.
Come sempre i dati offrono uno spaccato della società, segnalano abitudini e cambi nei comportamenti degli italiani, confermano le differenze sociali e anche storici gap territoriali. E allora, per forza di cose, gli operai spendono 1300 euro meno di imprenditori e liberi professionisti. Si consuma poco dove il capo-famiglia è disoccupato, è casalinga o si è ritirato dal lavoro. Circa 1200 euro di spesa separano la ricca Lombardia dalla Sicilia, fanalino di coda in questa classifica. In mezzo a questi estremi, enormi sono le differenze tra ciò che si spende in Emilia e Veneto (rispettivamente 2885 euro e 2876) rispetto ai 1787 euro della Calabria, ai 1870 della Sardegna e ai 1887 della Basilicata.
E ancora: al Nord e al centro è ferma la spesa per alimentari e bevande, ma al Sud aumenta fino a diventare un quarto del totale. Il 65,3% dei nuclei familiari compra meno cibo e il 13,6% diminuisce anche la qualità. Per risparmiare, una famiglia su dieci fa la spesa negli hard discount, una su 7 nei supermarket. E dovendo far quadrare i conti gli italiani cercano di tagliare dove si può. E allora, si riduce il budget per viaggi, centri estetici, parrucchieri, assicurazioni mentre cresce la parte del bilancio dedicata a salute, istruzione e casa. A questo proposito: tra le famiglie che vivono in una abitazione di proprietà (il 73,6% del totale), il 16,1% paga un mutuo. Per circa 2 milioni 947 mila di loro questa spesa - che non è un consumo ma solo un esborso consistente- è pari in media a 494 euro mensili, 515 nel Centro Italia. Per chi vive in affitto (17,2%), la spesa media per il canone è di 370 euro. Sul piano macro, poiché il 2009 è stato più rigido, risultano in calo le spese per combustibili e energia elettrica. Giù anche quelle per arredamento, elettrodomestici e servizi per la casa. Salgono invece le spese per il condominio, i lavori di ristrutturazione, l´acqua, le visite mediche, il dentista, gli esami ecografici e radiologici. L´aumento per abbonamenti a radio, tv e internet, probabilmente legato ai mondiali, fa salire la quota di spese per tempo libero e cultura.
Le associazioni di categoria guardano più nel dettaglio. La Confederazione degli agricoltori, per esempio, non solo nota che una famiglia su 3 è costretta a ridurre il carrello della spesa, ma rivela che calano gli acquisti di frutta e verdura, pane e carne bovina mentre il 30% compra solo promozioni commerciali. Elaborando i dati Istat Coldiretti avverte che le famiglie campane spendono per la tavola il 36% in piu´ di quelle trentine, le più parsimoniose e si posizionano al top con 521 euro al mese per il solo acquisto di alimenti e bevande. La Confcommercio guarda al 2011 e segnala un nuovo aumento dei consumi a maggio, ma, nonostante le cifre siano positive, la ripresa appare in frenata. Codacons calcola che gli italiani spendono 384 euro in meno rispetto al 2008 e, soprattutto, continuano a ridurre i pasti per cercare di far quadrare i bilanci.