GIULIANO BALESTRERI, la Repubblica 6/7/2011, 6 luglio 2011
LA SUPERTASSA SUI BOT CHI INVESTE 10 MILA EURO PERDE TRE QUARTI DEL REDDITO - MILANO - Fuga dai titoli di Stato
LA SUPERTASSA SUI BOT CHI INVESTE 10 MILA EURO PERDE TRE QUARTI DEL REDDITO - MILANO - Fuga dai titoli di Stato. Più che il remake di "Fuga da Alcatraz", rischia di essere l´effetto della manovra 2011-2014 che ridurrà al minimo la rendita di Bot, Cct e Btp, soprattutto per i piccoli risparmiatori. Un´operazione «miope, di breve periodo» secondo gli addetti ai lavori perché «a queste cifre – spiega un operatore – gli italiani dovrebbero preferire i fondi comuni aperti sperando in rendimenti migliori. E, in effetti, fare peggio sarebbe difficile». Soprattutto se il capitale del piccolo risparmiatore non supera i 10mila euro. Una cifra che se investita oggi in Bot rende 152,5 euro netti l´anno (il rendimento lordo è al 2,14%), ma che dopo il decreto scenderà a 66,7 euro (con una perdita del 56,3%). E nel 2013 calerà addirittura a 36,7 euro (-76%). Un effetto legato al progressivo aumento del bollo d´imposta sul dossier titoli, che aumenterà subito da 34,2 a 120 euro per arrivare a 150 nel 2013. Con il paradosso che a rimetterci sarebbero proprio i piccoli risparmiatori, perché con l´aumentare dell´esposizione finanziaria l´impatto dell´imposta si diluisce. E così 25mila euro investito che oggi valgono 432,3 euro netti, sono pronti a scendere 346,5 dopo la manovra (-20%) e a 316,5 euro nel 2013 (-27%). Sopra 50mila euro, poi, nei piani dell´esecutivo, c´è un nuovo scoglio: la tassazione sale a 120 euro subito dopo l´approvazione del decreto e a 380 euro dal 2013. Con un´evidente sperequazione tra chi può investire tanto e chi no. Più si sale, meno è forte l´incidenza dell´imposta. E così la mossa del governo rischia di trasformarsi in un´arma a doppio taglio perché i titoli di Stato sono lo strumento principe per finanziare il proprio debito. In questo modo, invece, il rischio è proprio quello di allontanare i propri finanziatori. Ecco perché – a giudizio di molti – la proposta del governo pare una mossa ancorata esclusivamente al breve periodo. Anche perché autorevoli fonti bancarie contestano i numeri presentati nella relazione tecnica della manovra. Secondo il ministero dell´Economia, che cita una ricerca Eurisko, il 26% dei correntisti avrebbe un conto titoli con una cifra che si aggirerebbe oltre i 10 milioni di clienti. A queste cifre l´incremento dell´imposta di bollo a 120 euro per il 2011 e il 2012 e a 150 euro per i depositi sotto i 50mila euro dal 2013 (380 euro per i depositi con valore superiore), determinerebbe un incremento del gettito nell´arco dei prossimi quattro anni di 8,8 miliardi. Eppure sono proprio le fonti bancarie a spiegare che i conti titoli sono meno, circa 8 milioni dove sono depositati 236 miliardi di euro in titoli di Stato per un ammontare medio di 29mila euro. A queste cifre lo sforzo richiesto ai piccoli risparmiatori arriverebbe, a regime, un miliardo di euro solo per Bot, Btp e Cct. A meno che la stretta non spinga le famiglie verso altre scelte. L´ultima incognita è legata alla tassazione delle rendite fiscali. La finanziaria non le tocca, ma la legge delega non esclude di portare l´aliquota dal 12,5 al 20% nel prossimo triennio. Senza alcuna distinzione tra chi specula in Borsa e chi investe i propri risparmi nell´acquisto del debito dello Stato.