Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BUTTIGLIONE
Rocco Gallipoli (Lecce) 6 giugno 1948. Filosofo. Politico. Laureato in
Giurisprudenza, laurea honoris causa dall’Università Cattolica di Lublino. Docente universitario, ex prorettore dell’Accademia internazionale di filosofia del Liechtenstein, consultore della
Pontificia commissione justitia et pax e della Pontificia accademia delle
scienze sociali. Ha militato in Comunione e liberazione. Deputato dell’Udc. Vicepresidente della Camera. In Parlamento dal 1994, già segretario del Ppi, poi del Cdu. Ministro per le Politiche comunitarie nel
secondo governo Berlusconi (2001-2005), dei Beni Culturali nel terzo (2005-2006). Nel 2006 fu eletto al Senato (Udeur) e sconfitto nelle amministrative per
eleggere il sindaco di Torino (Sergio Chiamparino raccolse il 66 per cento dei
voti contro il suo 28). «A differenza di molti politici posso ritirarmi senza rischiare la galera, di
morire di fame o di non sapere che altro fare»
• Protagonista di tutti i cambiamenti che attraverso una serie di scissioni e
aggregazioni portarono dal Partito popolare italiano, di cui Buttiglione era
segretario, all’Udc: nel 1995, volendo collocare stabilmente il partito a destra ma scontrandosi
con l’opposizione di Gerardo Bianco, concordò la scissione (i due spezzoni si riconobbero reciprocamente il diritto a
proclamarsi eredi politico-culturali della Dc). Lasciato il nome Partito
popolare italiano (che era quello scelto da don Luigi Sturzo nel 1919), ma
forte del simbolo, fondò i Cristiani democratici uniti e si alleò con il Ccd di Pier Ferdinando Casini e Clemente Mastella. Sconfitti alle
elezioni del 1996 finirono all’opposizione senza avere un’alleanza organica con Berlusconi, colpevole di aver stipulato un accordo con
Marco Pannella. Confermato segretario (con Roberto Formigoni presidente) nel
1997 ruppe l’alleanza col Ccd, l’anno successivo strinse un rapporto federativo con l’Udr, nuova formazione di Francesco Cossiga. Caduto il governo di Romano Prodi e
venuti a mancare i voti di Fausto Bertinotti, appoggiò il governo di Massimo D’Alema. Rotto con Cossiga e Mastella, nel luglio 1999 ritirò l’appoggio a D’Alema premendo insieme a Casini su Berlusconi, spinto a rompere il patto con
Pannella. Alleato del Polo già alle regionali del 2000, nel 2001 partecipò alla fondazione della Casa delle Libertà e presentò alle politiche le liste del Biancofiore (in comune con il Ccd di Casini). Nel
2002 Cdu, Ccd e Democrazia europea (vedi D’ANTONI Sergio) si unirono infine nell’Udc (Unione dei Democratici cristiani e Democratici di centro), di cui
Buttiglione divenne presidente (segretario Marco Follini).
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Mandato da Berlusconi a Bruxelles per fare il commissario (ministro) della
Giustizia del presidente Barroso, non superò l’esame degli altri commissari: giudicato severamente per la sua risposta sugli
omosessuali alla commissaria liberaldemocratica olandese Sophia In’t Veld («Considero l’omosessualità un peccato, ma non un crimine»), fu costretto ad arrendersi per aver dichiarato ai giornali che le madri
single «non sono buone» (sostituito da Franco Frattini)
• «Erede di una famiglia di militari che gli ficcò in testa valori d’altri tempi, cresciuto leggendo Marx, Horkheimer e Topolino, approdò alla fede grazie a don Luigi Giussani, il fondatore di Cl. Del quale il giovane
Rocco, che si vanta d’essersi laureato senza studiare giacché a ogni esame gli bastava “guardare la bibliografia avendo già letto tutto”, divenne uno dei teorici» (Gian Antonio Stella) • Moglie, quattro figlie, la sorella maggiore Angela (vedi) è giornalista alla Rai, la sorella minore Marina (Gallipoli 9 luglio 1955) è vaticanista al Tg5, il di lei marito Tommaso Ricci capo della Cultura al Tg2 • «Qualsiasi cosa scrivano di lui, non se la prende quasi mai, fedele al motto: si
parli anche male di me, purché se ne parli. Odia solo la fama di gola profonda dei consigli dei ministri e
delle altre riunioni riservate che qualche detrattore gli ha cucito addosso» (Barbara Jerkov) • «Allievo prediletto di Augusto Del Noce, fautore di un pensiero forte,
contro-rivoluzionario, alla De Maistre, però pizzicato fuori-onda da Striscia la notizia mentre inciucia con Antonio Tajani e si gratta con noncuranza un calzino. Poi
chiede un miliardo di risarcimento alla Fininvest. Un sali-scendi culturale, un
dentro-e-fuori esistenziale, un alto-e-basso entro cui si collocano le premesse
simboliche e cognitive della vita pubblica di questo tempo. La lotta al
relativismo e la candidatura a Gianfranco Funari; gli appunti presi
direttamente in tedesco e le cene elettorali con il suo capo della segreteria,
a nome Catone; la cattedra nel Liechtenstein, il sigaro di potere tra le labbra
e l’incontro con Valeria Marini, che gli fa: “Oh sì, complimenti, a scuola la filosofia era la mia materia preferita!”. Anche la sua. Ma da filosofo, come ha scritto una volta Michele Serra, “egli deve aver deciso che non bastava studiare l’Enigma: bisognava incarnarlo”. E così è stato, sempre in piena onestà. L’uomo non ha vizi “maggiori”, come diceva Giulio Andreotti. è intelligente e brillante, se vuol esserlo. Non è avido. Sa che il potere è provvisorio, e che siamo tutti appesi a un filo» (Filippo Ceccarelli)
• «Mentre le sue espressioni facciali e il suo tono esprimono una certa bonomia, il
senso delle sue parole lascia sospettare che Buttiglione ritenga l’esistenza di opinioni diverse dalla sua come una bizzarria del Creato: bizzarria
che un accidente della Storia fa considerare legittima ma che è francamente desiderabile correggere, ridurre. Un piccolo sintomo di tale
sindrome lo si è avuto in un recente talk-show. Una giornalista, oltretutto di sinistra, è intervenuta dicendo: “Su questo punto sono d’accordo con Buttiglione”. Molte persone avrebbero detto: “Grazie!”, ma non Rocco Buttiglione. Il filosofo e politico ha ribattuto: “Brava!”» (Stefano Bartezzaghi)
• Nel giugno 2007 si è fatto portavoce insieme ad Albertina Soliani (Ulivo) di una singolare causa: «Ci rivolgiamo a voi con una richiesta volta al miglioramento della qualità della vita del Senato. La buvette non è provvista di gelati. Noi pensiamo che sarebbe utile che lo fosse. E siamo certi
di interpretare in questo il desiderio di molti». I questori del Senato risposero negativamente. Buttiglione: «Non capisco cosa ci sarebbe stato di male a portare i gelati alla buvette. Del
resto anche i politici mangiano»
• è un fan di Harry Potter, a tal punto da averne parlato, a suo tempo, con
Giovanni Paolo II: «Voldemort cerca di attrarre Harry promettendogli cielo e mare, sostenendo che
non esiste la verità ma solo il potere. Harry resiste opponendo la distinzione tra bene e male:
proprio l’elemento fondante del pensiero di Wojtyla».