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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BUTTAFUOCO

Pietrangelo Catania 2 settembre 1963. Giornalista. Scrive su Panorama. Scrittore. Nel 2005
ebbe grande successo con Le uova del drago (Mondadori). Nel 2008 il secondo romanzo L’ultima del diavolo (Mondadori) e il saggio Cabaret Voltaire (Bompiani). Dal 2007 presidente del Teatro Stabile di Catania (succedendo a
Pippo Baudo). Ha condotto su La7 Giarabub (2006) e con Alessandra Sardoni l’edizione estiva di Otto e mezzo (2007), su Canale 5, con Stefano Di Michele, Sali&Tabacchi (1998): «La miglior trasmissione culturale della Tv italiana» (Aldo Grasso). «Ho amato lo scandalo di chi gioca da fascista in questo dopoguerra perché è stata la prospettiva più inedita da dove ho potuto fare altro, diventare altro, per leggere e studiare
in orizzonti altrimenti inaccessibili» • «Ragazzotto missino fino al 1994 e che tuttora dice di sé: “Mi sento più siciliano che democratico”» (Andrea Marcenaro) • «Fascista non lo sono mai stato. Quanto alla democrazia faccio un appello alle
parole dell’unico vero interprete della democrazia esistente in Italia, Carmelo Bene:
sostiene che “la democrazia è condominiale”, cioè viene bene per rifornire d’acqua calda tutto il caseggiato» • «Ha iniziato su un quotidiano semiclandestino, Il Secolo d’Italia, firmandosi con un nome se possibile più terribile del suo, Dragonera. Poi ha proseguito con una piccola rubrica
intitolata con understatement “Il riempitivo”, in cui scriveva cose fascistissime ad esempio contro i girotondi (“a cosa servono tante mani allacciate quando ne basta una sola per impugnare il
santo manganello?”) sul Foglio. Giornale che deve avergli perdonato il passaggio a Panorama, visto
che ha lanciato
Le uova del drago prima con una recensione del direttore Giuliano Ferrara, poi con una lunga
serie di interviste entusiaste. Prima ancora che Luca Canali salutasse sull’Unità l’avvento a destra di “un cantore di alto livello letterario”, spingendosi a evocare Céline, Pound e Drieu de la Rochelle, il primo a elogiare Buttafuoco su un
giornale di sinistra è stato Francesco Merlo, per quanto scettico sul pedigree politico del suo
concittadino (“si è sentito dare del fascista tante volte, anche dagli amici, da convincersi di
esserlo davvero”)» (Aldo Cazzullo)
• «Davvero sarebbe nero nero? Nerissimo, dicono tutti. Eppure, nell’intervista choc a Norberto Bobbio, anno 1999, dopo avere indotto il maestro dell’azionismo torinese a un clamoroso coming out sull’“eravamo tutti fascisti e ci vergognavamo di dirlo”, di fronte alla domanda del filosofo, “mi spiega perché è fascista?”, lo spudorato rispose: “Professore, confessione per confessione, io non sono fascista. Sono altro”» (Edmondo Berselli)
• Sposato con Maria Grazia, due figli. [aat]