Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BRUNETTA
Renato Venezia 26 maggio 1950. Politico. Economista. Ministro per la Pubblica
amministrazione e l’Innovazione nel Berlusconi IV. Eletto nel 2008 alla Camera con il PdL, già eurodeputato di Forza Italia (1999-2008), partito per cui svolgeva dal 1997 il ruolo di responsabile del Settore
Programma. Dal 1996 è professore ordinario presso l’Università di Roma Tor Vergata dove insegna Economia del lavoro, campo a cui ha dedicato
la maggior parte delle sue ricerche. «Volevo vincere il Premio Nobel per l’Economia. Ero non dico lì lì per farlo, però ero nella giusta... ha prevalso il mio amore per la politica, e il premio Nobel
non lo vincerò più. Ho molti amici che hanno vinto il premio Nobel e non sono molto più intelligenti di me» (a Matrix)
• Definito da Furio Colombo mini-ministro per via della statura: «Miserie. Provo sincera pena per chi le dice. Radical-chic, sinistra al caviale:
mi fanno un baffo. Certo, un tempo ci soffrivo. Poi ho imparato ad accettarmi.
Sono orgoglioso di essere figlio di gente povera. Figlio della Venezia
popolare. [...] Gondole di plastica nera. Vetri di Murano. Souvenir. Avevamo una bancarella in
lista di Spagna, accanto alla stazione. E lì, sui marciapiedi di Cannaregio, ho imparato tutto. Il lavoro, il sacrificio.
Conoscere la gente, parlarci. Vivevamo in nove in novanta metri quadri, con i
miei due fratelli, mia zia vedova e i suoi tre figli. In affitto tutta la vita.
Quando papà finalmente mise da parte un po’ di soldi, comprò una Topolino usata; mamma ci rimase male, ancora adesso mi tormenta il pensiero
che con quel denaro avremmo potuto comprare la casa. Da qui la mia passione per
le case [...] Ho fatto le magistrali, sono maestro abilitato. Ma, un giorno, una giovane
supplente mi disse: “Lei non si rende conto di essere diverso?”. “In che senso?”, risposi. “Non capisce che la sua mente è diversa?”. Quella supplente, che non ho più rivisto, mi cambiò la vita. Tornai a casa, parlai con la mamma. Lei capì [...] Cominciai a studiare il greco la notte, di nascosto. Fino a quando un
professore, che aveva intuito, non mi fece tradurre l’epigrafe in greco de
I Sepolcri di Foscolo. I compagni compresero. E si schierarono con me: il mio successo era
il loro riscatto sociale. Mi amavano, anche perché finivo i compiti in un quarto d’ora e li passavo a tutti. Così ho dato l’esame per passare al Foscarini. Il figlio dell’ambulante, il piccolino, al liceo dei siori. Alla maturità fui il primo della classe». Nel 68 Brunetta aveva 18 anni. «Ed ero contro. Fui cacciato dall’assemblea dei figli di papà che chiedevano il 30 politico. Capii subito l’inganno: “Voi siete ricchi, io povero. Ma io ho la testa; voi no. Così voi chiedete voti uguali per tutti, per restare voi ricchi e io povero. Ma così mi fottete!”. Ho sempre votato Psi. Oggi sono
un socialista di Forza Italia. Lib-lab: liberalsocialista» (ad Aldo Cazzullo) • Grandissimo successo per i suoi Manuali di conversazione politica: «Abituato come è da professore universitario a vedere pubblicati i propri testi da prestigiose
case editrici, si arrabbiò quando gli rifiutarono il libro Tutte le balle su Berlusconi. Il direttore di Libero Vittorio Feltri gli disse: “Lo pubblichiamo noi”. Vendette 500 mila copie» (Panorama) • Nel 2008 è il ministro più popolare del nuovo governo grazie alla sua battaglia contro i fannulloni. Vuole
far valere il merito nel mondo del lavoro statale, con l’uso di valutazioni, incentivi e licenziamenti più facili: «Se il privato non lavora interviene il piede invisibile che si chiama mercato.
Ma se il pubblico non lavora, il piede invisibile non c’è, o non c’è ancora». Certificato medico anche per le assenze di un solo giorno, visite fiscali per i
lavoratori malati, decurtazioni di stipendio per i primi giorni di malattia,
una gestione più attenta e severa dei permessi sindacali retribuiti: sono le disposizioni dell’articolo 71 del decreto legge 112 contenuto nella Finanziaria 2009 e in vigore
dal 26 giugno 2008. Brunetta se ne è assunto la responsabilità con la circolare del 17 luglio 2008, in cui ne chiedeva un’applicazione ferrea
• Ha varato l’Operazione trasparenza con la pubblicazione delle consulenze e delle
collaborazioni esterne degli enti e delle amministrazioni (la novità sta nell’averle inserite tutte all’interno dell’unico sito della Funzione pubblica). Infine le Reti amiche: promette che a
partire dal 2009 sarà possibile ritirare la pensione dal tabaccaio e rinnovare passaporti e permessi
di soggiorno alle poste (per passare «dalla cultura del numeretto e della fila a quella della passeggiata e del
contatto personalizzato»)
• Ha voluto che sul sito del Ministero fossero pubblicate vignette non solo contro
i fannulloni ma anche contro di lui (vedi VINCINO) • Sulla rivalità con Tremonti «Tra noi c’è sempre stata una sfida a vedere chi è più bravo. Tremonti è fantasioso, io sono fantasioso. Giulio ha grandi visioni, io ho grandi visioni.
Lui è geniale, io sono geniale. Ecco, il nostro è un rapporto tra due persone geniali. Tutto qui» • Su Berlusconi: «Entrò in un convegno mentre stavo parlando. Gentile com’è, si scusò per avermi interrotto. Risposi che grazie a lui avevo ricominciato da capo
trovando un incipit migliore. Fu amore a prima vista. Approfondito quando, dopo
la caduta del suo primo governo, mi chiese una serie di conversazioni, non
lezioni, di economia. Mi chiedeva del tasso di crescita, del rapporto
deficit-pil, di Maastricht. Io facevo due ore all’università, poi due ore con lui, poi lo lasciavo per tornare a lezione. E Berlusconi: “Sì, ma poi torna?”. Mai viste tanta umiltà, tanta sensibilità, tanta voglia di capire. Con quella frase mi ha conquistato per sempre»
• Ha una fidanzata giovane e bella, Titti, arredatrice d’interni che condivide con lui la passione per le case (ne hanno una a Venezia e
una a Roma) • Porta sempre con sé 4 penne Mont Blanc e 2 iPhone, uno bianco e uno nero. [zt]