Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BRIATORE
Flavio Verzuolo (Cuneo) 12 aprile 1950. Team manager di Formula 1. Con la Benetton ha
conquistato il Mondiale piloti (Michael Schumacher) nel 1994 e nel 1995, con la
Renault (Fernando Alonso) nel 2005 e 2006. Quello costruttori nel 1995, 2005 e 2006. Imprenditore. Gestisce noti locali di lusso (tra cui, il Billionaire di Porto Cervo e il Twiga
di Marina di Pietrasanta in Versilia), ha investimenti immobiliari a New York,
una quota da co-proprietario nella Pierrel, il 30% della società che gestisce Casinò in Kenya ecc. «Io sono molto probabile».
[zj]
Ultime Nel 2007, in cordata con altri imprenditori (tra i quali Bernie Ecclestone,
patron della Formula 1), acquistò il Queens Park Rangers, club inglese di seconda divisione (ma con un passato
nobile, è chiamato anche «la squadra della Regina»): «A dire il vero io e Bernie, tre mesi prima di Abramovich, avevamo cercato di
prendere il Chelsea. Sul più bello è arrivato Roman e ha fatto un’offerta molto più interessante della nostra». Nel 2008 la squadra (guidata fino a maggio da Luigi De Canio) ha chiuso al 14° posto
• La Renault, nell’ultima stagione, è in lotta con Toyota e Red Bull per il 4° posto nel Mondiale costruttori • Fidanzato dal 2006 con Elisabetta Gregoraci, il 14 giugno 2008 si sono sposati (lui con le babbucce sotto il frac, lei con sette
metri di strascico) nella chiesa del Complesso Monumentale di Borgo Santo
Spirito in Sassia, a Roma (sul matrimonio vedi GREGORACI Elisabetta).
Vita è cresciuto a Verzuolo, un paese del Saluzzese a 462 metri sul livello del mare
conosciuto per le cartiere Burgo. I genitori erano insegnanti elementari a
Montaldo di Mondovì: «Mio padre era il mio insegnante alle elementari. In quinta mi bocciò per darmi il buon esempio» • «Se nasci in mezzo al Congo mica vorrai dire di essere stato fortunato. Io non
sono nato in Congo, ma tra quelle montagne già da bambino avvertivo un certo malessere, sentivo che ero uno senza radici.
Quando mi domandavano che cosa volessi fare da grande, se il pompiere, l’avvocato o il notaio, rispondevo che volevo prima di ogni altra cosa andare via
di lì, da quelle asperità, da quelle fatiche, da quei sacrifici» • è il geometra più famoso d’Italia: «Ho preso il diploma di geometra da privatista, dopo essere stato bocciato due
volte, in seconda e in terza, nell’istituto pubblico. Non me ne fregava niente, avevo scelto quella scuola perché qualcuno mi aveva detto che era la più facile. Alla maturità ho presentato come tesina il progetto di una stalla, quando sono diventato un
manager di successo, quindi antipatico a molti, hanno detto che all’entrata della stalla avevo disegnato anche i gradini. è una balla»
• «La carriera di Briatore comincia al servizio di Attilio Dutto, finanziere di
Cuneo che negli anni Settanta rileva la Paramatti (azienda di vernici un tempo
nell’orbita di Michele Sindona) e che nel 1979 muore nell’esplosione della sua macchina. Briatore si sposta a Milano, dove viene
considerato un discografico, forse perché gira con Iva Zanicchi, e dove finisce per la prima volta sui giornali come
imputato nella leggendaria truffa ai danni di ricchi e ingenui giocatori d’azzardo. Gli sequestrano una agendina in cui c’è pure il numero di telefono della G & G dei mafiosi John Gambino e Tony Genovese, a New York. Decine di personaggi più o meno celebri, dal cantante Pupo a Gianfranco Castiglioni della Cagiva,
perdono un sacco di soldi in partite a carte truccate. Briatore, che è tra quelli che convincono i potenziali polli a sedersi al tavolo verde, spesso
a casa sua a Milano, è condannato prima a Bergamo nel 1984 (un anno e sei mesi) e poi a Milano nel
1986 (tre anni). Non va in carcere perché se la svigna ai Caraibi e poi beneficia di un’amnistia. Tra i due processi, il suo nome finisce pure nelle indagini che
portano in galera il libico Gabriel Tannouri, accusato di commerciare materiale
per confezionare piccole atomiche. A depositare azioni delle Generali a
garanzia del finanziamento dell’operazione, presso la banca Lambert, sarebbero stati Achille Caproni e Flavio
Briatore. Il quale oggi dice: “Parliamo di cose di tanti anni fa. Da giovani si può sbagliare. Poi ci si ravvede, no?”» (Maurizio Maggi)
• Arrivò in Formula 1 da perfetto sconosciuto: «All’inizio mi guardavano tutti storto. Non avevo esperienza e si diceva che era un
mondo difficile, per geni. Dopo qualche giorno ho telefonato a Luciano Benetton
e gli ho detto: “Mi sa che questi li battiamo tutti”. E così è stato» • «Vincere in F1 è facile, basta avere elasticità e inventiva, è molto più complicato vendere magliette Benetton a New York» • «I primi soldi veri Briatore li fa comprando il team Ligier, mentre è a capo della Benetton. “Fu un acquisto obbligato per ottenere i motori Renault — spiega — i Benetton non erano interessati, ma mi finanziarono. Pagai 10 milioni di
dollari nel 1994, ristrutturai e vendetti nel 96 a circa 95 milioni.
Contemporaneamente lasciai il Team Benetton, di cui nel frattempo avevo il 30%
che rivendetti a circa 30 milioni. Con quei soldi iniziai l’attività imprenditoriale”» (Giovanni Paci)
• Inventore e proprietario della discoteca più amata e più detestata dell’estate italiana, il Billionaire, in Costa Smeralda: «è il sogno di migliaia di italiani, e funziona come una sorta di paradiso
terrestre: a cerchi sempre più esclusivi. Nel primo, si accede abbastanza facilmente e si può soltanto ballare. Nella seconda cerchia, i fortunati che possono sedere al
ristorante, selezionati con cura da guardie del corpo e addetti alle pubbliche
relazioni. Nella terza, c’è una piccola pista da ballo che si stringe attorno al trono di Briatore, un
posto dove può sedere solo lui… E la sera, in centinaia, partono come per una gita: “andiamo a vedere chi entrerà al Billionaire”» (Barbara Palombelli)
• «Ero anche io uno di quei ragazzi che andavano in Sardegna per vedere le barche
dei ricchi. Partivamo da Cuneo, un posto dove nessuno aveva mai visto né una lira, né un ricco, era il Sessantasette… Dormivamo in sacco a pelo, in campeggio, sulla spiaggia dell’Isola Rossa, guardavamo le barche a vela dei grandi imprenditori. Era come
essere al cinema di prima visione, sognavamo di diventare come loro, di avere
le donne più belle, le ville, gli yacht. A volte penso che ci divertivamo più allora...»
• «Briatore ha uno slogan personale per spiegare il Billionaire. “Mai vista tanta gnocca al metro quadro”. La signorilità non è elemento fondante del briatorismo. Gli chiedo: perché ha tutte queste case e queste barche se fa solo due settimane di ferie all’anno? “è il mio sogno, il riconoscimento dei miei risultati. Anche se non le uso”. Una casa a New York, una a Londra, una in Kenia. Due barche di cui una di 70
metri con tre ponti. “Da piccoli abbiamo giochi economici. Da grandi i giochi sono più cari”» (Claudio Sabelli Fioretti)
• Noto dongiovanni, famoso per le sue storie d’amore con Naomi Campbell e Heidi Klum, fino all’incontro con Elisabetta Gregoraci • Nel 2006 ha avuto un tumore a un rene: «Sono entrato in sala operatoria sereno, al risveglio il professore ha
confermato: “L’abbiamo preso in tempo, tra sei mesi sarebbe stato molto complicato”. Io ho pensato: “Che culo”» • Ha un patrimonio che ammonta a 150 milioni di dollari. Dall’89 è tecnicamente cittadino britannico (paga le tasse là): «Non torno più. Sto bene a Londra, e poi non ho più niente in Italia». [zk]
Frasi «Il successo si misura con i soldi. Sono i soldi a rappresentare la libertà» • «Gli italiani sono più impressionati da una discoteca che tira che non da una scuderia che vince» • «La gente pensa che io passi il mio tempo a divertirmi e ballare, che trascorra
le giornate sugli yacht, su jet e elicotteri. In verità impiego il novanta per cento della mia vita lavorativa per la Renault. E il
resto per fare affari. Però per seguire tutto mi alzo presto la mattina e vado a dormire a notte fonda» • «Faccio parte anch’io del made in Italy che ha successo nel mondo, l’unica differenza è che mi sono imposto all’estero, non nel mio paese. Sono un grande prodotto d’esportazione» • «Quando entro in un posto mi intimoriscono gli sguardi della gente. Porto sempre
gli occhiali per difendermi» • «Se potessi pubblicare un libretto con le istruzioni per conquistare una donna
farei fortuna. Ci vuole creatività, fantasia, intuizione, pianificare le mosse come nel business» • «Io ho faticato parecchio per avere successo. Buttare via 20-30 milioni di euro
all’anno e magari trovare uno che per 20 euro ti insulta dicendo che non capisci
niente e che sei un ladro, non è nel mio dna» (dopo le prime sconfitte del Queens Park Rangers).
Critica «Da un punto di vista umano Briatore non mi piace. Penso a come si comportò nei confronti miei, ma anche al caso Jarno Trulli. La sua politica è quella del terrore. Nei momenti in cui hai bisogno di conforto ti dà una pedata in giù, piuttosto che in su. Però i risultati parlano a suo favore. Sa mettere gli uomini giusti nei posti giusti» (Riccardo Patrese) • «Briatore è un uomo estremamente pratico. Vai forte? Bravo, ti faccio avere quello che
vuoi. Hai un momento di debolezza? Oh, bambino, prendi i tuoi stracci e
vattene, non abbiamo bisogno di te» (Alex Zanardi) • «A me Briatore piace. Lo osservo da lontano, come quelli delle ville vicine
osservavano il Grande Gatsby» (Carlo Rossella) • «Lo si può trovare in ufficio di mattina come a sera tardi senza che sbandieri in giro il
suo stakanovismo. Anzi, il Briatore noto, su cui i suoi nemici (tanti)
spettegolano, è quello esagerato e modaiolo del Billionaire. Attività cui dedica poco tempo e ancor meno presenze, ma che gli rende molto sul piano
della popolarità» (La Gazzetta dello Sport) • «Può non essere d’accordo, eppure incarna e porta fino all’estrema conseguenza la legge filosofica che viene chiamata il rasoio di Occam.
Il principio che prese il suo nome da quello di un aristotelico francescano del
1300 dice: “Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem”, non bisogna presumere che esistano più cose del necessario. Briatore ha asciugato il concetto all’essenziale. L’unica cosa che gli è necessaria è il denaro. Tutte le altre sono semplicemente delle derivate» (Dario Cresto-Dina)
• «Più di tanti altri incarna i modelli culturali del centrodestra, è un esempio di successo. Chioma brizzolata, sangue freddo, eterna abbronzatura,
sfolgorante capacità comunicativa, disinvoltura etica ai limiti della spregiudicatezza, accentuata
ibridazione linguistica in direzione anglo-italiana, dal “team manager” Benetton al “soft drink” del Billionaire, dove peraltro una piccola acqua minerale pare che costi 25
euro. Viene quasi dal nulla, Briatore, e un po’ come Tony Renis ha avuto quasi tutto, secondo un archetipo sociale e perfino
antropologico che in Silvio Berlusconi vibra al massimo della sua compiuta
risonanza» (Filippo Ceccarelli)
• «“La crisi c’è e si sente a tutti i livelli. Ma a dimostrazione che il mio locale non è un’esclusiva per ricchi, abbiamo deciso di riservare un menu turistico a 200 euro”. Queste parole non fanno che confermare una mia teoria. E cioè che da anni un imitatore di Briatore reciti la parte di Briatore in giro per
gli yacht e i box della Formula 1, mentre il Briatore autentico continua ad
abitare in un bilocale di Cuneo, dove si dedica a oscuri ma fondamentali studi
di filologia bizantina. L’attore che interpreta Briatore (i testi credo siano dei Vanzina, con la
supervisione del Bagaglino) sta tentando di realizzare un esperimento
interessante: attraversare uno dei passaggi epocali della storia umana senza
coltivare il minimo senso del ridicolo e soprattutto senza mai togliersi la
camicia hawaiana e gli occhiali da sole, specie di notte. Il menu economico a
200 euro è una battuta straordinaria. Anche perché lui, come solo i grandi comici, mentre la pronuncia riesce a rimanere serio» (Massimo Gramellini).
[zl]
Politica «Non sono né di destra né di sinistra» • «Sto sempre dalla parte dei più deboli, in una discussione tra un meccanico e un ingegnere io sto con il
meccanico» • «Ammiravo la Dc di Giulio Andreotti e Francesco Cossiga» • Nel 2007 firmò per il referendum sulla legge elettorale: «Bisogna fare come i tedeschi con uno sbarramento al 4 al 5%. Noi dobbiamo poter
scegliere i nostri rappresentanti. Invece siamo governati da gente che nessuno
si è scelto. E che costa molto» • «Non voglio scendere in politica. Ma certo, se qualcuno mi chiedesse una mano,
sarei pronto a darla. Penso a un partito di rifondazione dell’Italia. Berlusconi? Lo aiuterei, ma come amico».
Vizi «La donna più in là con gli anni che ho avuto aveva 32 anni».
Tifo «Sono juventino, ma la mia seconda squadra è il Milan».