Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BRANDIRALI
Aldo Milano 31 ottobre 1941. Politico. Di Forza Italia. Consigliere comunale e
presidente della commissione Politiche sociali a Milano. Vicepresidente della
Sacbo (società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio). «L’uomo passato da Servire il Popolo, sinistra maoista anni Settanta, a Comunione e
Liberazione» (La Stampa). «Con gli anni ho capito che servire il popolo è un messaggio profondamente cristiano» • «Era il papa rosso, il Mao italiano. Nel 1993 è entrato nella Dc, poi è passato nel Cdu. Celebrava i matrimoni comunisti, organizzava la vita in
comune, preparava la rivoluzione culturale, ordinava di parlare in pubblico di
tutto, sesso compreso. E i militanti vivevano in adorazione. Fino al punto da
portare in corteo i cartelli con le facce di Mao, Stalin e Brandirali» (Venanzio Postiglione) • «Figlio di operai. Mio padre era partigiano: dopo il 25 aprile divenne segretario
della sezione Pci di Porta Genova. Nel 1947 fu sospeso, aveva baciato una donna
nella sede del partito: la moglie. Ecco... anch’io faccio l’operaio, nel 1960-1961. Primi scioperi, rivolte. Il Pci mi chiama a Roma, a
lavorare nella Fgci. E lì trovo Achille Occhetto: tenero, intelligente, rinnovatore ma eternamente
spaventato. Rifiuto la gabbia di partito, torno in fabbrica. E il primo comizio
è a Milano, fine 1967, per la morte di Che Guevara: salgo sul palco accanto a
Giangiacomo Feltrinelli. Nasce il gruppo Nuova Resistenza, poi Falce e
Martello. Un’esplosione di idee»
• Nell’82 l’incontro con Cl: «Il mio problema a quel tempo era diventato come superare criticamente il
comunismo. Certo già sentivo in me l’evidenza di una presenza superiore, il fatto che l’uomo non si risolveva nelle teorie alle quali c’eravamo abbeverati. Era solo un’intuizione confusa, ma mi spinse a cercare Cl. Don Luigi Giussani diede enorme
importanza alla mia richiesta» • Da consigliere comunale si batte per l’integrazione islamica, ma alla proposta delle moschee di quartiere, la Lega reagisce furiosa: «Vada a fare il consigliere comunale in Iran o in Arabia saudita, dove
probabilmente riceverebbe miglior accoglienza che non a Milano» (Matteo Salvini) • Sposato con Teresa, due figli e due nipoti.