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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BOVA Raoul Roma 14 agosto 1971. Attore. «È la bravura a rendere belli» • Origini calabresi, dopo il diploma magistrale e una carriera da nuotatore che lo portò al titolo italiano giovanile dei 100 dorso, lasciò l’Isef per diventare attore

BOVA Raoul Roma 14 agosto 1971. Attore. «È la bravura a rendere belli» • Origini calabresi, dopo il diploma magistrale e una carriera da nuotatore che lo portò al titolo italiano giovanile dei 100 dorso, lasciò l’Isef per diventare attore. «Mio padre ha abbandonato un paese della Calabria per venire a Roma, s’È innamorato di una donna, se l’È sposata, ha fatto tre figli, li ha curati, ha lavorato. Mia madre ha dedicato a noi tutta la vita. Papà s’È goduto la famiglia, ci ha dato dei princìpi, una morale, la serenità. Queste cose me le ha trasmesse. Io sono fiero di me stesso quando mi sento perdente e poi alla fine, lottando, riesco a vincere» • Prima parte in un film sui fratelli Carmine e Giuseppe Abbagnale, Una storia italiana (S. Reali 1992), il successo arrivò con polizieschi di mafia come Palermo-Milano sola andata (C. Fragasso 1995) e in tv con diversi episodi della Piovra (1994-1998) e le tre parti di Ultimo (1998, 1999 e 2004), che lo etichettarono come il bello d’azione. In realtà ha recitato in film molto vari come Mutande pazze (D’Agostino 1992), La lupa (Lavia 1996), Ninfa Plebea (Wertmüller 1996), Il sindaco (A. Avati 1996), Coppia omicida (C. Fragasso 1998), I cavalieri che fecero l’impresa (P. Avati 2001). In America ha fatto tra l’altro Alien vs. Predator (Colin e Greg Strause 2004), le serie tv What about Brian? (2006) e The Company (2007) • «L’impatto con Los Angeles È stato fortissimo, ho ricominciato con i provini, con lattesa delle telefonate [...] Mi sono organizzato, ho una casa a Los Angeles dove mi trasferisco - in genere per sei mesi - con tutta la famiglia, perché non voglio far pesare a mia moglie e ai bambini le mie scelte, desidero condividerle». Tra gli ultimi lavori: un film sul caso di Derek Rocco Barnabei, il giovane statunitense di origine senese accusato dello stupro e dell’omicidio della fidanzata Sarah Wisnoosky, giustiziato con un’iniezione letale nello Stato della Virginia a 33 anni, nel settembre del 2000; Alfonso Arau lo ha voluto nel film sulla vita del compositore Carlos Gardel, il padre del tango, accanto a Lindsay Lohan e Carmen Maura; Scusa se ti chiamo amore, scritto e diretto da Federico Moccia, storia scabrosa sul rapporto tra un uomo adulto e una ragazzina (interpretata da Michela Quattrociocche): «Nelle scene d’amore con la mia giovane partner ero imbarazzato. Avevo tra le braccia una ragazza con la metà dei miei anni»; in tv, ha girato per Canale 5 una serie sui servizi segreti, L’aviatore di Alberto Negrin, tratto dal racconto di Alexander Stille contenuto nel libro Uno su mille (ambientata nel ghetto ebraico di Roma durante la razzia nazista, È la storia di un eroe dell’aeronautica che riuscì a salvare molti ebrei) e la miniserie Nassiriya. Per non dimenticare dedicata all’azione di pacificazione svolta dai carabinieri italiani in Iraq e alla tragedia che costò la vita a 19 di loro (la troupe della serie, diretta da Stefano Rolla, era sul posto quando il camion condotto da due kamikaze saltò in aria, uccidendo, oltre agli italiani, anche nove iracheni: era il 12 novembre del 2003) • Tullio Kezich: «Il 1996 È stato il suo grande anno, tre film di fila con altrettanti registi eccellenti: Ninfa plebea con Lina Wertmüller, La frontiera con Franco Giraldi, La lupa con Gabriele Lavia. Per caso sono amico di tutti e tre i registi e ho chiesto loro un’opinione sul giovane attore in chiave confidenziale. Ebbene, Lina (che l’ha poi voluto nuovamente in Francesca e Nunziata), Franco e Gabriele mi hanno parlato di Raoul in termini molto positivi. Serio, sempre la parte a memoria, attento a raccogliere le indicazioni di regia, impegnato a dare il meglio» • «Mi piacciono i personaggi positivi, ma anche una bella carogna, ogni tanto, non mi dispiacerebbe». [yn] «La mia più grande soddisfazione? I tre Globi d’oro della stampa estera - come miglior attore, fotografia e opera prima - vinti per Io, l’altro (M. Melliti 2007), il film sulla paura dello straniero, che ho prodotto e interpretato. Ha vinto anche il premio Magna Grecia» • Protagonista e produttore anche di Milano-Palermo: il ritorno (C. Fragasso 2007): «Ho iniziato un rapporto diverso di collaborazione con Mediaset. Una forma sperimentale d’interazione tra piccolo e grande schermo, grazie alla quale la televisione permette al cinema di realizzarsi» • «È bellissimo con quel non so che di timido, di riservato che lo rende assolutamente umano, e possibile. Fisico da nuotatore della Nazionale qual era, e due occhi da sogno. Bambino, ragazzo e poi adolescente che passa buona parte del suo tempo in piscina, accompagnato dal papà che lavora all’Alitalia; diciottenne che sogna di andare alle Olimpiadi, ma alle selezioni entra in crisi sportiva, perde le proprie certezze, e affida il proprio dolore a un diario, come le signorine d’una volta... “Più che un diario, un amico a cui raccontavo i miei problemi e poi rileggendolo, mi psicoanalizzavo da solo. Quando sei un campione tutti ti sono vicini e quando campione non lo sei gli altri si allontanano e non capisci più cosa siano i rapporti... ”. Un giovanotto che grazie alla bellezza s’inventa una nuova sfida, e la vince» (Stefano Jesurum) • Dice la leggenda che in alcuni paesi del Sud proiettavano Ninfa plebea direttamente dal secondo tempo: «Qui la gente vuole solo Bova e lui nel primo tempo non c’È, quindi lo saltiamo» • «Se sto sotto giudizio mi viene l’ansia da prestazione. Controllo la memoria e mi sfugge l’intenzione. La voce diventa fine. Perdo le parole. L’ansia sale e vado veloce per farla finire. Così ho perso Tomb Raider 2 e Italian Job. E pure Driven. Stallone mi voleva, il regista ha scelto un altro. Poi però Sylvester mi ha chiamato per Avenging Angelo» • «Ingrato» per Roberto D’Agostino: «Ho girato solo un film nella mia vita, un film sciagurato e trascendente, Mutande pazze. E ho fatto debuttare Raoul Bova sul grande schermo. Una volta diventato famoso poteva anche, en passant, citare il fatto, no? Invece mai» • Dopo una breve relazione con l’attrice Romina Mondello, ha sposato la veterinaria Chiara Giordano (figlia di Annamaria Bernardini De Pace) da cui ha avuto due figli, Alessandro Leon e Francesco: «Ho sempre saputo che mi sarei sposato, che il mio obiettivo era il matrimonio. Ho avuto un esempio familiare fantastico, un modello importante che mi ha trasmesso la sensazione che la famiglia felice poteva esistere e che la cosa importante È trasmettere ai propri figli un’idea di amore e di unione» (a Irene Maria Scalise) • Nel 2008 ha girato il film-verità Sbirri per Mediaset, il film per il cinema La bella società e la serie Mediaset Intelligence. Sempre nel 2008 È stato uno dei 1000 volti noti arruolati dal Pd per consegnare agli iscritti negli 8 mila circoli una pergamena ricordo (offerta minima 5 euro) con il titolo di «socio fondatore».