Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BOSTI Patrizio Napoli 5 settembre 1958. Camorrista. Da quando Eduardo Contini, capo dell’Alleanza di Secondigliano, è stato arrestato (14 dicembre 2007) è reggente del clan Contini, nel quartiere Vasto-Arenaccia di Napoli
BOSTI Patrizio Napoli 5 settembre 1958. Camorrista. Da quando Eduardo Contini, capo dell’Alleanza di Secondigliano, è stato arrestato (14 dicembre 2007) è reggente del clan Contini, nel quartiere Vasto-Arenaccia di Napoli. Tra i 30 latitanti di massima pericolosità ricercati dalla Direzione centrale della polizia criminale (dal 2005, per omicidio e altro). Ha già espiato due condanne per associazione camorristica. In custodia cautelare (al 41 bis dal 13 maggio 2002), per il duplice omicidio dei fratelli Giglio (commesso nel 1982 a Napoli), era stato condannato nei primi due gradi di giudizio alla pena di 23 anni. Annullata con rinvio la sentenza dalla Cassazione, il boss è stato scarcerato l’8 agosto 2005 per decorrenza dei termini di custodia. Sottoposto alla misura cautelare meno afflittiva dell’obbligo quotidiano di firma in una caserma dei carabinieri, si è subito dato alla macchia • Oltre ad essere il luogotenente di Eduardo Contini, Bosti è anche suo cognato, essendo i due sposati con le sorelle Maria e Rita Aieta (anche Francesco Mallardo, confederato all’Alleanza di Secondogliano, è marito di un’Aieta, Anna) • Il 14 aprile 2000 era stato arrestato nel casolare di campagna di un incensurato, titolare di una trattoria, tra Qualiano e Giugliano, mentre era a tavola con altri 12 esponenti dell’Alleanza di Secondigliano (tra cui Francesco Mallardo). Il vertice discuteva il da farsi dopo il sequestro di dieci società immobiliari e commerciali, valore di un centinaio di miliardi di lire, nelle quali erano stati investiti i proventi delle attività illecite • Il carcere duro gli aveva fatto venire la depressione. Rigettava tutto quello che mangiava (era arrivato a pesare 50 chili per un metro e settantasei di altezza). Non avendo stampelle in cella, camminava appoggiandosi su uno scopettone (Sergio D’Elia, Maurizio Turco) • Il 13 aprile 2005 è stato condannato anche grazie alle dichiarazioni rese dal pentito Luigi Giuliano, ritenuto credibile dai giudici nonostante il suo difensore, in sede di ricorso contro la sentenza di secondo grado, avesse evidenziato il «profondo rancore» nutrito dal Giuliano verso il Bosti, «in ragione di una relazione sentimentale che questi aveva colla sorella del collaboratore» (tra gli altri elementi di riscontro, il libro da cui risultava che il Bosti riceveva un mensile dal clan Contini) • è stato infine riarrestato a Girona (Spagna) il 10 agosto 2008 • «Latitanza a 5 stelle» (Fulvio Milone). [Paola Bellone]