Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BOSELLI
Enrico Bologna 7 gennaio 1957. Politico. Diploma di maturità, dirigente d’azienda, iscritto al Psi, dal 1973 all’81 fu segretario della Federazione giovanile socialista, nell’87 vicesindaco di Bologna, dal 1990 al 1993 presidente della giunta regionale
dell’Emilia-Romagna. Segretario dei Socialisti italiani (Si) dal 1994, deputato dallo
stesso anno. Segretario dei Socialisti democratici italiani (Sdi) dal 1998 e
deputato europeo fino al 2004. Nel 2006 fu eletto alla Camera per la Rosa nel
Pugno (Sdi + Radicali). Nel 2008 candidato premier per il Partito Socialista
(slogan: «Gesù fu il primo socialista») prende lo 0,97% e si dimette da segretario
• «È da sempre un pokerista della politica, uno che rischia il piatto senza
scomporsi. L’ex deputato socialista Franco Piro, che lo conosce fin da ragazzo, lo racconta
così: “Fa politica con quella faccia d’angelo e può fregarti anche dieci volte. Ha il sangue freddo di Massimo D’Alema e lo spirito curiale di Romano Prodi: un cocktail micidiale”. E di sangue freddo ne ha avuto, se È vero che di un’intera generazione di giovani dirigenti socialisti È l’unico che si È ritagliato uno spicchio di futuro nella Seconda repubblica. Non tutti direbbero
che il suo esordio È stato da anarchico, a 16 anni, quando frequentava il circolo Camillo Berneri di
Bologna. “Aveva i capelli più lunghi” ricorda un compagno “ma era identico a oggi: calmo e imperturbabile”. All’inizio degli anni Settanta il passaggio dall’anarchia ai giovani socialisti, dove esordisce come demartiniano: mai
estremista, mai scomposto. La Fgsi a quei tempi era tutta a sinistra,
maggioranza lombardiana: Boselli riscopre la matrice radicale e al congresso
del 1979 fa il primo salto di carriera: “Fra lui ed Enrico Mentana che aspirava alla stessa carica”, racconta Pietro Caruso (giornalista del Corriere di Romagna, allora presidente
dell’organizzazione giovanile), “ci fu quasi un duello: Mentana, martelliano, era un vulcano di fantasia, Boselli
un carrarmato, e diventò vicesegretario”. L’anno dopo È il numero 1. Nel luglio 1978 altro episodio illuminante: È nella delegazione che partecipa al Festival mondiale della gioventù a Cuba. Alla testa dei giovani comunisti c’È Massimo D’Alema. I due sfiorano la rottura quando i figiessini preparano un documento che
condanna l’intervento di Cuba in Ogaden: D’Alema vorrebbe che fosse ritirato, lui non molla: la delegazione presenta il
documento. Nell’85 È eletto alle amministrative. Nell’87 diventa vicesindaco di Bologna, al fianco di Renzo Imbeni. Nel 1990 il
capolavoro: convince Bettino Craxi a candidarlo alla presidenza dell’Emilia Romagna. Rimane alla testa della giunta per 2 anni, poi viene candidato
alla successione di Craxi, dopo la prima onda di Tangentopoli. Ugo Intini, che
con lui ha fondato lo Sdi, si oppone con una battuta micidiale: “Diranno che il Führer manda al fronte la HitlerJugend”. Non ce la fa, infatti. Gianni De Michelis, leader del rivale Ps: “Nel 1994 si È alleato con Ad, nel 1995 con Mario Segni, nel 1996 con Lamberto Dini”. “Se succede una catastrofe” dicono i collaboratori “la sua frase chiave È: ‘C’È un problemino’”» (Luca Telese)
• «Il Boselli recente È il più inflessibile custode della lezione mazziniana, espressa caparbiamente in due
punti. Punto numero uno, “tutti hanno diritto di parola, e non È pensabile imporre il silenzio alla Chiesa”. Punto numero due, “la separazione fra Stato e Chiesa deve essere imprescindibile”» (Mattia Feltri) • Nel 2008, alla vigilia delle elezioni, aspre polemiche con la Rai (abbandonò in corso di trasmissione lo studio di Porta a Porta: «Questa È una campagna elettorale che si svolge con regole truccate») e con Walter Veltroni («mentitore», «bugiardo», «attaccabrighe») reo di non aver voluto apparentare la lista dei socialisti al Pd: «Allearsi con il manettaro Di Pietro e non con noi riformisti? Il Pd vuole
cancellarci». E infatti dopo 116 anni il Psi È scomparso dal Parlamento italiano
• Tifa Bologna, una passione per il trial • Sposato, due figli (Stefano e Giacomo). [yb]