Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BONITO OLIVA
Achille Caggiano (Salerno) 4 novembre 1939. Critico d’arte. «L’amore che nutro nei confronti dell’arte arriva al punto di perseguitarla» • Nel 1979, in un articolo sulla rivista Flash Art, inventò la definizione Transavanguardia dando vita all’omonimo movimento (Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De
Maria, Mimmo Paladino). «Quello della Transavanguardia è anche un fenomeno di costume: l’idea dell’artista e dell’intellettuale come rockstar comincia con le nostre grandi interviste sui
quotidiani, con le presenza televisive» • Ha cominciato nel 70 con la mostra Amore mio a Montepulciano. «Alla fine degli anni Sessanta da Napoli venni a Roma e aderii al Gruppo 63. Fui
indicato a Nanni Balestrini da Roland Barthes. Dalla poesia alla quale mi ero
inizialmente dedicato mi spostai verso la critica d’arte. Sentivo una maggiore vitalità nei movimenti dell’arte, forse perché non doveva essere tradotta» • «Come ben sanno gli addetti ai lavori, è il gran Narciso della critica d’arte italiana. Talmente narciso che è arrivato a presentare se stesso (nudo) come opera d’arte al catalogo Bolaffi. Blandito e osannato, dileggiato ed esecrato a seconda
dell’andamento ondivago del suo potere nell’industria delle esposizioni» (Mario Perazzi) • «”Cialtrone”, “privo di modestia storica, esibizionista, espone più se stesso che i suoi artisti”, “tipico esempio del malcostume dominante”, “copista di se stesso”, “uno dei tanti pagliacci nazionali che siamo riusciti ad esportare”. Sono solo alcuni esempi del livore e della vertiginosa invidia che provoca con
i suoi atteggiamenti e con le sue invettive. Comunque, la migliore opera
illustrata e lanciata da Achille Bonito Oliva è Achille Bonito stesso» (Pietrangelo Buttafuoco)
• «Per Abo il dispiacere di non essere nato a Napoli è grande. Va bene che in Campania sono tutti napoletani, ma quando arriva la
domanda crudele: “Napoli Napoli?” lui sempre a Caggiano (Valle di Diano) è nato» (Letizia Paolozzi) • Considera i film di Totò come una guida all’arte contemporanea (vedi la sua messa in scena di un dialogo tra Totò e Duchamp nel 1999 oppure la mostra sul Dada organizzata a Pavia dal settembre
2006). Nel 2008 ha pubblicato Abo. Enciclopedia della parola in cui raccoglie i suoi dialoghi con 80 artisti. «Si desume, da questi dialoghi, che l’artista è il mio nemico più intimo, e ogni dialogo sviluppa un vero e proprio confronto di idee. Ho
adoperato un metodo socratico, l’uso della parola che si fa domanda e i diversi artisti sanno rispondere in
maniera problematica e consapevole» • «Quarant’anni di eventi e biografie sfilano tra punti interrogativi: l’arte è domanda non dà risposte. Narciso pretende l’ultimo match, Achille e Bonito Oliva: il Me intervista il Sé. La critica e il suo doppio» (Marco Di Capua) • «Achille Bonito Oliva, lei come si definirebbe? “Un Don Giovanni della conosceza che, in quanto critico, assedia amorosamente l’arte e le sue opere in movimento”. Ha qualche scopo? “No. Data la mia impazienza, e dato che mia madre mi chiese cosa volevo fare da
grande e io risposi: il bambino, mi domando tutt’ora che dovrò fare da grande”» (Alain Elkann). [Lauretta Colonnelli] [xe]