Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BONINO
Emma Bra (Cuneo) 9 marzo 1948. Politico. Radicale. Nel 2008 eletta al Senato nelle liste del Pd. Vicepresidente del Senato. Presidente
della Commissione per le pari opportunità. «Sono contenta di aver fatto molte battaglie che avevano valore in sé, anche se le ho perse tutte» • Si laurea in Lingue alla Bocconi di Milano nel 1972, con una tesi su Malcom X.
Nel 1974 rimane incinta e decide di abortire illegalmente: «Non usavo contraccettivi perché mi avevano detto che ero sterile, invece... Dato che io e il mio compagno non
volevamo il bambino, cominciammo a cercare un dottore che fosse disposto a
operare. Era illegale. Furono umilianti quelle visite notturne, la
segretezza...». Così nel 1975 partecipa alla fondazione della Cisa (Centro Informazione
Sterilizzazione Aborto) di Adele Faccio dove aiuta altre donne a interrompere
gravidanze indesiderate. Per rendere il tema un caso politico si autodenuncia
per procurato aborto e viene arrestata (tre settimane di detenzione). Conosce
allora Marco Pannella e inizia la sua avventura nei Radicali: viene eletta alla
Camera la prima volta nel 1976 a soli 28 anni («E proprio sulla legge 194 feci uno dei miei primi ostruzionismi parlamentari»), poi sempre confermata in Parlamento fino al 1994
• Al Parlamento Europeo nel 1979. Dal 1989 al 1993 è presidente del Partito Radicale Transnazionale. Tra il 1993 e il 1994
segretario del Partito Radicale • Alle elezioni del 1994 i Radicali si presentano in coalizione con il Polo delle
Libertà e l’anno successivo Berlusconi la vuole Commissario europeo responsabile della
politica dei consumatori, della politica della pesca e dell’Ufficio Europeo per l’aiuto umanitario: «Marco (Pannella — ndr) occupò lo studio del premier e ne uscì solo quando ebbe la garanzia della mia nomina. Tra l’altro io non ne sapevo nulla». Con l’incarico di Commissario ottiene una notevole visibilità con una serie di viaggi in tutto il mondo per denunciare situazioni di crisi
umanitarie o di violazione di diritti umani (Sarajevo, Rwanda, Somalia, Kosovo
ecc). Nel febbraio 1997 Jacques Delors la nomina «Personalità europea 1996». Nel settembre 1997 mentre è in missione in Afghanistan viene arrestata dalle milizie Talebane. Subito
rilasciata, si adopera per denunciare la situazione delle donne in Afghanistan
• Nel 1999 il suo partito lancia una campagna mediatica per candidarla alla
presidenza della Repubblica. L’iniziativa ottiene un grande consenso (alcuni sondaggi la danno al 34% nelle
preferenze degli italiani), ma non ha seguito in Parlamento. Alle elezioni
europee di maggio la Lista Bonino ottiene un risultato eccezionale, l’8,5%, quarto partito come numero di consensi. Di lì in poi però il tracollo, alle politiche del 2001 si attesta al 2,2% (nessun eletto in
Parlamento): «Dopo le elezioni del 2001, due settimane di lacrime: poi ero stufa anche di
piangere». Si trasferisce al Cairo, dove rimane quattro anni, per studiare l’arabo: «Difficile essere donna, sola in Egitto. La solitudine è stata grande. Tutte le sere ero a casa in compagnia di Al Jazeerah». Nel 2004 rieletta al Parlamento europeo, nel 2006 torna a sedere alla Camera
con la Rosa nel Pugno, partito nato dall’unione dei Radicali con lo Sdi di Boselli. Diventa Ministro per le politiche
comunitarie nel Governo Prodi II. Co
me ministro, viene accusata dai Radicali di tenere un profilo troppo basso e di
essersi autoimbavagliata: «La mia voce si sentirebbe se fossi trattata come gli altri ministri. Però in Italia ti ascoltano solo se minacci la crisi di governo». Nel 2007 riesce finalmente a vincere una delle sue storiche battaglie: il
Consiglio dei ministri degli Esteri europeo ha presentato una risoluzione per
la moratoria sulla pena di morte, il 15 novembre il primo passaggio positivo
all’Assemblea generale dell’Onu, il 18 dicembre la ratifica con 104 voti a favore e 54 contrari. Una notizia
che i Radicali, insieme ad associazioni come Nessuno tocchi Caino e Sant’Egidio, aspettavano da tredici anni: «Siamo esauriti da questa battaglia. In tutti i sensi. Fisicamente ed
economicamente. Prosciugati»
[xa]
«L’arresto più famoso rimane quello di Bra, nel 1975, dopo la sua presa di posizione sull’aborto, il processo di Firenze, la fuga in Francia. Quello fu il suo primo vero
spot politico. “Eravamo vicini alle elezioni. Mi telefonano i compagni radicali, allora erano
compagni, che chiedono un aiuto. Noi del Pdup di Bra eravamo al 13 per cento,
una vera forza politica, e cercammo di dar loro una mano”. Il ricordo è di Carlo Petrini, presidente di Slow Food, ma allora in campo: “Mi dissero: domani Emma rientra in Italia, a Bra, per votare. Dovete farla
arrestare al seggio, così tutti ne parleranno. Mi ricordo che avvertimmo il maresciallo Cosmai, che non
ne voleva sapere: ‘La Bonino vada a farsi arrestare da un’altra parte. Io non ci penso proprio’. Poi, in qualche modo l’arresto s’organizzò, con tanto di fotografi”. E nacque la Bonino dura e pura, quella col cartello Leone go home, appeso al
collo. O la Bonino di Bari 1978, congresso radicale, anche lei sull’infida mezzeria di quella stagione terroristica: “Tra la violenza dello Stato e quella delle Brigate Rosse, noi radicali
rappresentiamo la via della non violenza alternativa”. O la Bonino che per il reato di bestemmia finisce “discussa” in Corte Costituzionale. O la Bonino dei grandi digiuni pannelliani» (Cesare Fiumi)
• «In politica mi sono giocata la salute, sette denti, persi dopo uno sciopero
della sete, e 32 anni di vita» • «Quanti come lei passano con disinvoltura da una tavola rotonda di denuncia
contro l’infibulazione nel mondo islamico a un sit in contro la pena di morte come se ciò fosse nient’altro che il suo agire quotidiano? La sostiene — per quanto cerchi di dissimularlo — un retaggio umanista che l’accompagna da sempre, anche se dagli anni Settanta la sua militanza nel partito
radicale non concede spazio ad equivoci ed ambiguità né lei ha mai fatto mistero delle sue posizioni libertarie, abortiste,
deregulatorie in tema di droghe leggere e di carcerazione preventiva» (Giorgio Ferrari)
• «Una commissaria ad hoc per antonomasia, dove l’hoc può riguardare il Tribunale internazionale o la Commissione per i Rifugiati, la
pesca atlantica o il bando alle mutilazioni femminili: candidata, da qualche
tempo, piuttosto che officiata, perché ha finito col fare troppa ombra a concorrenti e autorità mondiali. Anche nella vita politica italiana le è successo di diventare molto candidata e poco investita» (Adriano Sofri)
• è legata a Marco Pannella da un rapporto lungo, intenso e tormentato: «Ma non sono mai stata attratta fisicamente da lui. Fuori dalla politica, non
condivido il suo stile disordinato di vita. Con lui ho un rapporto
difficilissimo, ma è un’assicurazione contro la mediocrità». «Li chiamano “La ragazza e il vampiro”. Forse l’immagine sembrerà un po’ irriguardosa, ma calzante senza dubbio lo è. E, per verificarlo, basta dare un’occhiata alle fotografie che li ritraggono insieme, su qualche palco. Lei,
piccolina, pallida e minuta com’è, ha sempre un’aria fresca e, nonostante qualche ruga sulla fronte, mostra un sorriso
frizzante. Lui, oltre che canuto, straripante e con un ghigno da Nosferatu, le
incombe addosso e, a volte, quando le bisbiglia qualcosa all’orecchio, pare quasi tentato di addentarle il collo» (Guido Quaranta). Marco Pannella: «Emma e io abbiamo sempre giocato con le nostre vite per il possibile contro il
probabile. Emma è un uragano, è il volto delle nostre battaglie, è la storia dell’Italia negata»
• «In vita mia non mi sono mai sentita né in grado né pronta per fare niente» • «Gli italiani mi amano e non mi votano: amatemi di meno e votatemi di più, sarà meglio anche per voi». [xb]