Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BONI Alessio Sarnico (Bergamo) 4 luglio 1966. Attore. «Preferisco mangiare con un contandino piuttosto che frequentare un salotto chic» • Padre piastrellista, madre casalinga, un fratello prete
BONI Alessio Sarnico (Bergamo) 4 luglio 1966. Attore. «Preferisco mangiare con un contandino piuttosto che frequentare un salotto chic» • Padre piastrellista, madre casalinga, un fratello prete. «Facevo ragioneria serale e aiutavo mio padre nel lavoro. A 18 anni mi sono arruolato in polizia per vedere il mondo. Volevo fare l’ispettore. Poi però ci ho ripensato e con quel che avevo guadagnato sono stato 6 mesi in America a imparare l’inglese. Per un anno ho fatto l’animatore turistico e di lì sono venuti i primi spettacolini. Mi sono trasferito a Roma e sono stato preso all’Accademia. Facevo il cameriere fino all’una, le due, poi studiavo fino alle tre, poi alle sette andavo a scuola. È stato pesante, ma sono bei ricordi» • «Biondo, occhi azzurri, una bellezza delicata perfetta per i ruoli romantici. Alessio Boni, Matteo nella Meglio gioventù, ha spiazzato tutti con un personaggio intenso, complesso, chiuso nel suo disagio esistenziale. Un giovane uomo inquieto, con pensieri, sentimenti, domande che non trovano risposta, se non in un gesto estremo» (Silvia Fumarola) • «Il “bello” di Incantesimo. A dargli la popolarità È stata proprio la fiction, ammette, ma il personaggio del dottor Marco Oberon che l’ha reso famoso È solo uno — e neppure il più amato — dei tanti ruoli di una carriera incominciata all’Accademia di arte drammatica di Roma. Teatro soprattutto. Con Giorgio Strehler, Luca Ronconi e Peter Stein» (Cristina Caccia) • Nel 2007 — con le lenti a contatto marroni, il naso allargato, il pizzetto e le sopracciglia colorate, le borse sotto gli occhi — fu Caravaggio nell’omonima fiction (enumerò una serie di segni comuni tra la sua vita e quella dell’artista: entrambi a Roma ventunenni dalla provincia di Bergamo; entrambi con un fratello sacerdote; entrambi debitori di un Costa: Boni del suo maestro di recitazione, Orazio, Caravaggio del banchiere che gli acquistò il primo quadro; Michelangelo Merisi che diventò il Caravaggio un 4 luglio, giorno del suo compleanno; il pittore morì a 39 anni di febbri malariche, Alessio Boni girò alla stessa età la scena di quella morte): «Caravaggio ha moltiplicato la mia curiosità. Non voglio apparire un intellettuale, ma spesso ora mi estraneo per ascoltare Bach. Così mi sento più vicino a Dio». Dopo le lezioni di scherma prese dal maestro Renzo Musumeci Greco ha raccontato «che la spada era una lotta terrificante. Con Maurizio Donadoni ho duellato per dieci ore senza controfigure: È stato il momento più duro della mia carriera» • È stato il principe Andrej Bolkonsky nel kolossal Guerra e pace di Peter Dornhelm, sontuosa trasposizione del romanzo di Tolstoj, coproduzione record con cui Lux e Raifiction unirono l’Europa (secondo Dario Argento un «palloccone») e Giacomo Puccini nella miniserie Rai di Giorgio Capitani sulla vita del compositore toscano (uno degli eventi promossi nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario della sua nascita). Nel 2008 visto anche nel remake tv del film di Alfred Hitchcock Rebecca, la prima moglie (regia di Riccardo Milani) e al cinema in Sanguepazzo (regia di Marco Tullio Giordana) • È un endurista spericolato: «Innanzitutto sono stato vespista sulle mulattiere della bergamasca con mio fratello Marco, che nell’85 È diventato pure campione italiano di Motocross. Una Vespa 200 Rally È il mezzo che mi ha accompagnato ai miei primi provini, quando mi sono trasferito a Roma per tentare di fare l’attore» • Fidanzato con Bianca, sceneggiatrice di 16 anni più giovane, sono andati a vivere in un casale in Toscana. In passato storie con Valentina Chico, Chiara Muti, Chiara Conti ecc.