Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BONATTI
Walter Bergamo 22 giugno 1930. Alpinista • È famoso per le polemiche riguardo alla conquista del K2 (1954): «Mahdi era il migliore degli hunza. Il più forte scalatore indigeno del Pakistan, non inferiore al mitico sherpa Tengsin.
L’anno prima aveva salvato Herman Buhl, il conquistatore del Nanga Parbat,
caricandoselo sulle spalle. Senza di lui il K2 non sarebbe stato conquistato.
Andò così. La notte del 29 luglio, all’ottavo e penultimo campo, concordiamo il piano. Pino Gallotti e io saremmo scesi
fin quasi al settimo campo, dove si trovava l’ossigeno. Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sarebbero saliti a piazzare il
nono campo, almeno cento metri più in basso di quanto previsto, per darmi modo di arrivarci per la notte con le
bombole in spalla. Al settimo campo troviamo Mahdi, che si aggrega. Gallotti
non ce la fa, Mahdi e io sì. Ma quando, al tramonto, arriviamo là dove dovrebbe esserci il nono campo, vediamo che la tenda non c’È. Urliamo, chiediamo aiuto, quando scende la notte: Achille, Lino, dove siete?
La voce di Lacedelli si sente ferma e chiara: “Non potevamo restare fuori a gelare per voi. Lasciate l’ossigeno e tornate indietro”. Di notte? Al buio? Impossibile, Mahdi non ce la fa. Ma Lacedelli ora taceva.
Era cominciata la notte più lunga, all’addiaccio, a 8.100 metri, funestata più tardi da una bufera»
• Bonatti la scampò, Mahdi subì amputazioni alle mani e ai piedi, congelati, Compagnoni e Lacedelli tornarono
all’ottavo campo da vincitori: «Sulle prime prevalse l’entusiasmo. La montagna era vinta, l’Italia andava fiera di noi. Io ero molto giovane, non avevo la maturità e la consapevolezza per smontare tutto questo inganno. Eravamo vincolati al
silenzio: le regole imposte da Ardito Desio capo della spedizione ci imponevano
di tacere per due anni. E poi io aspettavo. Non pretendevo scuse formali.
Bastava una pacca sulla spalla, come si fa in montagna. Una frase in privato,
tra amici, tra uomini: Walter, abbiamo fatto una sciocchezza».
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