Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BITTONI
Clio Chiaravalle (Ancona) 1934. Moglie di Giorgio Napolitano (vedi). Figlia di Diva
Campanella e Amleto Bittoni, che la concepirono quand’erano confinati a Ponza. C’era un compagno greco con una figlia di nome Clio: il nome, in quanto laico,
piacque e lo scelsero per la loro bambina. I nonni la battezzarono di nascosto
e la chiamarono Maria. Dopo la Liberazione la madre la portava in sezione per
infinite discussioni sul voto alle donne: «Mi annoiavo moltissimo e spesso mi facevo delle dormitine» • Cominciò a uscire con Napolitano quando era da sola a Roma per iniziare la pratica di
avvocato: «Non avevo soldi, vivevo in una stanza con una mia collega. Lui ha cominciato a
invitarmi a cena. Nella mia famiglia si diceva: “L’ha presa per fame”» (Paola Severini,
Le mogli della Repubblica, Baldini Castoldi). Nell’ottobre del 1959 «si sposarono a Roma (in Campidoglio, testimone Gerardo Chiaromonte), mentre
Giorgio continuava la sua scalata nel partito, prima come amendoliano di ferro,
poi come capo della corrente migliorista» (Primo Di Nicola) • Viaggio di nozze in treno e corriera a San Gimignano, Siena. I primi anni
vissero a Napoli. Lei curava le cause dei braccianti agricoli campani e ricorda
con soddisfazione quando il marito andava a fare i comizi ad Acerra, dove lo
additavano: «Vedi, quello è il marito dell’avvocato nostro». Poi nel 1966, quando fu rieletto deputato, tornarono a Roma. La casa, sempre
quella da allora, si trova in via dei Serpenti (rione Monti). La lasciarono
solo dal 92 al 94, quando lui fu eletto presidente della Camera, per l’appartamento che era stato abitato tredici anni da Nilde Iotti, a Montecitorio.
Ricorda la signora Napolitano: «Arredato in maniera gradevole e femminile, i divani a fiori. Però lì alle sette di sera si rimaneva completamente soli». Lei continuò la vita di prima, nonostante l’appartamento a Montecitorio: autobus, taxi, la spazzatura buttata da sola nei
cassonetti però nascosta «nei sacchetti delle boutique perché mi sembrava indecoroso» quando il marito era ministro degli Interni • Di professione avvocato, è stata per anni libera professionista, poi è passata alla Lega delle cooperative, ufficio legislativo. Lasciò quel lavoro nel 1992, quando il marito fu eletto presidente della Camera: «Non mi sembrava il caso di continuare, visto che io, nel mio ruolo
professionale, avevo come interlocutori i presidenti delle commissioni
parlamentari» (Paola Severini) • Il 28 giugno 2007 fu investita mentre attraversava la strada sulle strisce
pedonali di fronte al Quirinale da una panda guidata da Silvia Tamburini,
insegnante di fisica in pensione sposata con Carlo Bernardini (vedi),
riportando la frattura composta della tibia sinistra e del braccio destro.