Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BETTEGA
Roberto Torino 27 dicembre 1950. Ex calciatore. Lanciato dal Varese, con la Juventus
vinse sette scudetti (1972, 1973, 1975, 1977, 1978, 1981, 1982) e una coppa
Uefa (1977), due volte sconfitto in finale di coppa Campioni (sempre 1-0, nel
1973 a Belgrado contro l’Ajax, nell’83 ad Atene contro l’Amburgo). Capocannoniere del campionato 1979/80, in Nazionale 42 presenze e 19
gol (Mondiali 1978 compresi, un infortunio gli fece saltare quelli dell’82 in cui sarebbe certamente partito titolare). Quarto nella classifica del
Pallone d’Oro 1977 e 1978, 15° nel 76
• «Numero undici, ma non solo: attaccante moderno e versatile, grande visione di
gioco, nel colpo di testa ricorda John Charles. Sa concludere e suggerire con
rara maestria. Nella stagione 1971-72, in piena escalation, una complicata
forma di pleurite lo ferma per mesi: la tecnica, eccezionale, e il carattere da
leader lo tengono a galla e anticipano l’evoluzione da punta-punta a “centravanti” arretrato, un Hidegkuti di sinistra. Fra i suoi gol, resta indimenticabile il
colpo di tacco con il quale beffa Fabio Cudicini in un Milan-Juve 1-4» (La Stampa)
• Si dice che negli anni 70 lo spogliatoio juventino fosse diviso in “giovanniani” (i seguaci di Gianni Agnelli) e “umbertiani” (Umberto Agnelli). La Gazzetta dello Sport: «I “giovanniani” erano tutti: meno uno, Roberto Bettega. Il quale, oltre alle già dichiarate simpatie nei confronti di Umberto, aveva una caratteristica tutta
personale: si faceva i cavoli propri. “Non faceva nulla per rendersi simpatico”, è la frase che sibila un compagno d’allora»
• Chiusa la carriera in Canada con i Toronto Blizzard, fu prima commentatore in
tv, poi vicepresidente della Juventus, «ambasciatore in Europa e nel mondo dei colori bianconeri» nella famigerata triade con Luciano Moggi (mercato) e Antonio Giraudo
(manager). Vinse una Champions League (1996), una coppa Intercontinentale
(1996) e altri sette scudetti (1995, 1997, 1998, 2002, 2003, 2005, 2006), gli
ultimi due revocati in seguito al cosiddetto scandalo “calciopoli” (o “moggiopoli”): «Lui era quello in lacrime. Immagini dal 7 maggio 2006: Juventus-Palermo, stadio
Delle Alpi, Torino. è lì che la Juve ha vinto l’ultimo scudetto, uno dei due che gli sono stati tolti. Primo fischio, secondo,
terzo. Sofferenza e castigo. Moggi impassibile, Giraudo nervoso. Accanto l’altro: quello in lacrime, a esultare. Quello con il singhiozzo. Non si è ancora capito perché. Roberto Bettega non l’ha spiegato: frustrazione, rabbia, rimorso, nervosismo, delusione. Si sentiva
tradito dai due ex amici dalla lingua lunga. Oppure era uno sfogo contro il
mondo, contro chi ha gettato fango su di lui con la storia della triade potente
e cattiva. Potrebbe essere anche un mix, o magari era emozione, rivincita,
ripicca» (Il Foglio). A differenza di Moggi e Giraudo, ha lavorato ancora per un anno
con la Juve (consulente di mercato per la vittoriosa esperienza in B del
2006/2007) poi, causa il persistere delle polemiche riguardo al suo ruolo, è stato costretto alle dimissioni
• Il figlio Alessandro (Torino 5 maggio 1987), calciatore, è cresciuto nelle giovanili della Juventus (una presenza in B nel 2006/2007), poi
è stato ceduto al Siena (e di lì, in prestito, al Monza).