Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BERNASCONI
Edvige Firenze 9 aprile 1938. Giornalista. «È figlia di ragazza madre. Ha coronato studi disordinati con un diploma di
stenodattilografa. Sa chi È suo padre, ma ha rifiutato di conoscerlo. A Milano si È trasferita presto. Ci abitava la zia materna di cui fu la cocca, perché era la “bimba che andava protetta”. Marito della zia era Arturo Tofanelli, potente direttore di Tempo illustrato,
settimanale della Palazzi. Zio Arturo la fece assumere in azienda, come
segretaria di redazione di Successo, un settimanalino. Provò a scrivere articoletti e divenne cronista. “Non avevo particolari qualità giornalistiche”. Passò alla Rizzoli, prima a Bella, poi a Oggi. Sposata con un imprenditore lombardo,
mollò tutto per crescere il figlio. Tre anni restò fuori dal giro e fu la svolta. Svezzato il pupo e nullafacente cominciò a studiarsi i femminili in circolazione. “Ebbi delle idee e zio Arturo mi fissò un appuntamento alla Fabbri per esporle”. Con risultati strepitosi divenne responsabile di ogni pubblicazione dell’editrice, che faceva capo alla Fiat. “Umberto Agnelli mi festeggiò con un ricevimento. L’editore si inchinava al mio passaggio. Occupavo un intero piano. Ma a me non me
ne frega del potere o di avere cento sottoposti. Dopo un po’ devo cambiare”. Lo ha fatto oculatamente, salendo in cima all’elenco dei contribuenti. Per Mondadori ha inventato Donna Moderna. Alla Rizzoli
alla testa dell’ammiraglia, Anna, e la supervisione di vari femminili tra cui Io Donna, l’allegato del Corsera. “Un progetto tutto mio”. Fu nell’assemblea “nani e ballerine” del Psi di Bettino Craxi. Nei pensieri si sente di destra, nei fatti di
sinistra. “Detesto la femminista che sventola le mutande, ma poi lo sono nel lavoro”» (Giancarlo Perna).