Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BERLUSCONI
Veronica (Miriam Raffaella Bartolini) Bologna 19 luglio 1956. Moglie di Silvio
Berlusconi.
Ultime La mattina del 31 gennaio 2007 Silvio Berlusconi, avendo fatto lo spiritoso con
parecchie ragazze durante la cerimonia dei Telegatti, si ritrovò stampata sulla prima pagina di Repubblica una lettera della moglie al direttore
di quel giornale (Ezio Mauro) che cominciava così: «Egregio Direttore, con difficoltà vinco la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo di essere nel corso
dei 27 anni trascorsi accanto ad un uomo pubblico, imprenditore prima e
politico illustre poi, qual è mio marito. Ho ritenuto che il mio ruolo dovesse essere circoscritto
prevalentemente alla dimensione privata, con lo scopo di portare serenità ed equilibrio nella mia famiglia. Ho affrontato gli inevitabili contrasti e i
momenti più dolorosi che un lungo rapporto coniugale comporta con rispetto e discrezione.
Ora scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito
nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove,
rivolgendosi ad alcune delle signore presenti, si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: “ ... se non fossi già sposato la sposerei subito” “con te andrei ovunque”. Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità, affermazioni che per letà, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare (due figli da un primo
matrimonio e tre figli dal secondo) della persona da cui provengono, non
possono essere ridotte a scherzose esternazioni. A mio marito ed alluomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente,
e con loccasione chiedo anche se, come il personaggio di Catherine Dunne, debba
considerarmi “La metà di niente”[...]»
• Seguì uno scandalo di dimensioni planetarie: in pochi minuti i siti dei principali
quotidiani del mondo piazzarono la notizia della lettera al primo posto tra le
notizie di giornata, la sera tutti i talk-show della televisione italiana
dedicarono ore e ore di dibattito alla lettera (considerandola esclusivamente
sotto il profilo sentimentale), a partire dal giorno dopo i quotidiani e i
settimanali di tutte le tendenze dedicarono al conflitto coniugale decine e
decine di pagine. Berlusconi intanto, consultati gli avvocati e commissionato
un sondaggio, diffuse nello stesso pomeriggio del 31 gennaio una lettera di
scuse alla moglie di tono caramelloso. Poi diede incarico di affrontare l’affaire al suo avvocato, Nicola Ghedini: con la moglie non voleva parlare, alla
fine di un litigio che era scoppiato tra i due la domenica precedente aveva
detto ai suoi tre figli di secondo letto: «Spiegate a vostra madre che non può tirare troppo la corda». La telefonata di Ghedini - secondo la ricostruzione che ne ha fatto su
Repubblica Claudio Tito - si svolse così. Ghedini: «Lei, signora, ha fatto una cosa gravissima. Ma come le è venuto in mente. Questi sono affari privati, non si mettono sui giornali. Eppoi
abbiamo sempre trovato una soluzione, mi pare. Ne stavamo parlando, stavamo
trattando ma ora rischia di rovinare tutto. Io lo dico anche nel suo interesse». Veronica: «Non cè niente da trattare»
• Come si capì quasi subito, la questione aveva molto poco a che fare con faccende
sentimentali e molto invece col trattamento che Berlusconi stava riservando ai
tre figli avuti da Veronica, nettamente svantaggiati rispetto ai due avuti da
Carla Dall’Oglio. Piersilvio infatti comanda le televisioni e Marina la Mondadori, mentre
Beatrice, Eleonora e Luigi non possono vantare più di qualche presenza ininfluente in qualche consiglio d’amministrazione (Eleonora neanche questo). Berlusconi aveva dichiarato, poco
prima che uscisse la lettera di Veronica, un patrimonio di 50 miliardi. Dopo la
pubblicazione della lettera e la telefonata di Ghedini, Berlusconi passò due giorni chiuso in casa con la moglie
• I due si sono poi fatti fotografare mano nella mano alla fine di luglio 2008.
Servizio del settimanale mondadoriano Chi, tutto dedicato all’amore ritrovato. Il documento aveva una forte valenza politica anche in
conseguenza delle voci, al culmine pochi giorni prima, su Mara Carfagna (vedi
GUZZANTI Sabina).
Vita Infanzia in un casermone della periferia bolognese, in via di San Donato. Il
padre, Vladimiro Capponi, era orafo cesellatore. Morì che Miriam Raffaella aveva 13 anni, senza ancora aver sposato la mamma, Flora
Bartolini. Per avere maggiori speranze di campare una vita che s’era fatta assai difficile, Flora si trasferì a Milano e trovò un posto di commessa alla Standa. La figlia s’era diplomata all’Istituto d’arte e sognava di fare l’attrice. Era, già allora, molto bella
• Il fotografo Paolo Gotti, che, quando Miriam Raffaella aveva 17 anni le fece un
servizio fotografico ed ebbe con lei una relazione: «Timida, riservata, taciturna, facile ai rossori. Passionale, silenziosa, con
grandi momenti di tristezza, che la facevano piangere. Un’enorme dolcezza nei confronti dei bambini. Molto romantica e profonda.
Appassionata di filosofia, letteratura, poesia. Voleva crescere in fretta [...]
aveva il complesso del seno grande [...] Sensuale, libera» (a Matteo Menetti)
• Dopo la maturità artistica prese lezioni di dizione dai frati dell’Antoniano, quelli dello Zecchino d’Oro, e a 19 anni era già in tournée con Corrado Pani • Nel 1980 eccola in scena con Enrico Maria Salerno al Manzoni di Milano. In
platea c’è un imprenditore in forte ascesa in quel momento. Si chiama Silvio Berlusconi e
ha appena comprato il Manzoni per fare un piacere a Craxi. La compagnia di
Enrico Maria Salerno rappresenta Le cocu magnifique di Crommelynck, e a un certo punto è previsto che Miriam Raffaella, divenuta ormai Veronica Lario (in omaggio a
Veronica Lake), tiri su la camicetta e mostri il famoso seno troppo grande. La
leggenda vuole che Berlusconi si sia precipitato nel camerino dell’attrice con un mazzo di rose e che poi abbia detto: «Ho sentito il fulmine ma non c’era il temporale». [rn]
La stessa Veronica ha raccontato a Maria Latella: «Il caso volle che mi trovassi a Milano. Una persona, che lavorava nella
compagnia di Alberto Lionello e di cui ero amica, mi invitò a partecipare a una cena in casa del giovane imprenditore che da poco aveva
comprato il teatro Manzoni... Il padrone di casa ci accolse ‘scompagnato’ e mi sembrò single nel modo di porsi ai presenti. Era la prima volta che lui entrava nella
mia vita e col tempo imparai che quel suo modo di voler apparire ‘solitario’ era una costante della sua personalità. Imparai che già era accaduto prima e negli anni sarebbe accaduto anche dopo... Anch’io, come le altre e numerose giovani ospiti della serata, ottenni un poco della
sua svolazzante e onnipresente attenzione. Nel suo sforzo appassionato non fu
ingeneroso di sorrisi... A parte i sorrisi, quella sera finì lì»
• Continuò a fare l’attrice ancora per poco: Tenebre di Dario Argento (1982), Bel Ami di Sandro Bolchi in televisione, infine Sotto sotto, strapazzati da anomala passione della Wertmüller: in questo film Veronica aveva una scena d’amore con Montesano e Berlusconi - a quanto racconta la stessa regista - era
pazzo di gelosia. Fu alla fine di questo film che pretese l’abbandono delle scene. Lina Wertmüller: «Peccato, abbiamo perso un’ottima attrice» • Berlusconi sistemò la sua amante, con la madre, in un appartamento in via Rovani. La mise in cinta
di Barbara alla fine del 1983, essendo ancora regolarmente sposato con Carla
Dall’Oglio. Prima del matrimonio, celebrato il 12 dicembre 1990 avendo come testimoni
i coniugi Craxi, Fedele Confalonieri e Gianni Letta, nascono Eleonora e Luigi • Dal giorno del matrimonio e soprattutto dopo che il marito è sceso in politica, s’è tenacemente tenuta nell’ombra, dedicandosi per intero alla famiglia. Quest’assenza è stata però interrotta di tanto in tanto da qualche dichiarazione spiritosa, da qualche
intervista non troppo impegnativa, da chiacchiere di vario genere non di rado
rinforzate dal marito (come quella, ad esempio, di una presunta relazione con
Massimo Cacciari), da un libro che le ha dedicato Maria Latella (
Tendenza Veronica, Rizzoli 2004), da una dichiarazione di voto (scelse il “sì” ai quattro referendum sulla fecondazione assistita del 12-13 giugno 2005,
facendo sapere che aveva vissuto anche lei il dramma dell’aborto). Proprio queste piccole fessure, ricavate in una clausura che si
pretendeva compatta, hanno reso clamorosa la stessa assenza, da un certo
momento in poi notata e lodata da tutti. Quindi Veronica non è affatto scomparsa, ha solo scelto un metodo sottile per restare in scena. «La strategia dell’assenza può produrre un rumore assordante. Al fianco di un marito onnipresente e
sovresposto, la vera comunicatrice - padrona del non detto - è lei, icona mediatica moltiplicata dal silenzio» (la Repubblica)
• «Come molte mogli carine e cinquantenni, ma legate allo stesso marito da quasi
trent’anni, anche Veronica lotta contro la SSDT, la sindrome da “Sono Diventata Trasparente”. Il tipico marito di mezz’età, ricco, potente e comunque soddisfatto, offre al massimo un affetto costante ma
tiepido, sempre manifestato da lontano. Da lontano, parla benissimo della
consorte, brava moglie, ottima madre eccetera, ma, appunto, com’ebbe a confidare Veronica Berlusconi l’estate scorsa: “Ne parla come se si trattasse di una cara salma, una defunta alla quale s’è voluto un gran bene e che però ora, da lassù, veglia serena sui suoi cari». Ecco, dopo anni di rifugio di lusso a Macherio, Veronica Berlusconi dev’essersi stancata d’essere considerata “una cara salma”, la castellana alla quale nulla manca se non, guarda caso, un po’ d’attenzione del marito (Maria Latella)
• «Nei primi anni di vita in comune Silvio mi chiedeva consiglio su tante cose che
riguardavano il suo lavoro, le sue decisioni. Poi, col tempo, ho capito che lo
fa con tutti» • Quando stava preparando il libro con la Latella, il marito le si offrì come correttore di bozze (offerta declinata). Non ha mai letto, poi, il volume
stampato • «Nel libro fa capire che le sarebbe piaciuta un’altra vita, che si trova accanto a un uomo che non è il suo ideale» (Daniela Santanché) • «[...] ll modello delle altre dimore di Berlusconi, a Roma, a Portofino e in
Sardegna, o sulla collina di Macherio, il villone della seconda moglie, l’ex attrice Miriam Bartolini, detta Veronica, madre degli altri tre figli — Barbara, Eleonora, Luigi — cresciuti alla scuola teosofica di Rudolf Steiner, con la proibizione di
guardare la tv. Tutte ville congelate nella identica sequenza di divani
fioriti, tappeti persiani, paesaggi a olio, vassoi d’argento carichi di bonbon, taccuini bianchi e pennarelli neri, allineati accanto
a ogni telefono, in ogni stanza. Tutte immerse nel silenzio e nella penombra.
Prigioniere di un ordine maniacale che Silvio si vanta di monitorare
personalmente: “Quando posso, controllo con il dito la polvere sui mobili. Alzo i tappeti. Sono
bravo anche come donnino di casa”» (Alexander Stille)
• A una delle prime riunioni con i coordinatori dell’appena fondato partito di
Forza Italia, Silvio Berlusconi parlava perdendo un po’ il filo del discorso. A
un certo punto andò in fondo alla sala e raddrizzò un quadro storto dicendo: «Scusate, mi distraeva» • Per festeggiare i 50 anni della moglie Veronica, il marito la sorprese a
Marrakesh presentandosi vestito da tuareg con sette odalische che gli ballavano
intorno. Lei, che era andata in Marocco senza di lui, non lo riconobbe. Dopo
aver gettato la maschera, lui le regalò una collanda di diamanti • «Mio marito non è un caimano. Su di lui è stato fatto un solo film, l’ha girato Woody Allen e si chiama Zelig».
Patrimonio Possiede il 38% del Foglio di Giuliano Ferrara, il quale non a caso dice del suo
gruppo: «Siamo berlusconiani tendenza Veronica». è proprietaria del cento per cento della finanziaria Il Poggio, a cui sono
intestati due appartamenti, uno a Porto Rotondo (stima 2006: 600 mila euro), e
uno a Bologna (117 mila). Piuttosto redditizi i due uffici che possiede a
Milano, in via Pontaccio (valore 11,4 milioni), e un altro a Milano 2 (6,6
milioni). Avrebbe poi incassato 15 milioni dalla vendita di Villa Minerva in
Sardegna al miliardario russo Tariko Rustam.
Politica Da giovane era di sinistra • Intervistato nell’ottobre 2007 da Maria Latella per il settimanale A, Walter Veltroni disse che le
avrebbe volentieri offerto un posto in suo eventuale governo: «Mi piacerebbe un Paese dove si incrociano le idee, penso sarebbe bello che
Veronica Berlusconi potesse dare un suo contributo. Ha due caratteristiche
rare: è open minded, curiosa, e ha una grande autonomia intellettuale». Risposta della Lario (dopo aver ringraziato): «Come moglie del leader dell’opposizione ho un ruolo e lo rispetto. Ci sono confini che non possono essere
superati». Berlusconi, sul Giornale, la elogiò poi per «il modo garbato con cui ha risposto» a Veltroni • Subito dopo le elezioni politiche del 2008 ha rivelato a Luca Ubaldeschi de La Stampa forti simpatie leghiste. Non solo «dobbiamo ascoltare ciò che chiede la Lega», ma addirittura «dobbiamo ammettere che l’Italia non si riconosce più in un valore come l’unità del Paese [...] il Nord patisce di più a causa di un costo della vita superiore anche del 30% rispetto al Sud [...] il
Paese si muove a velocità diverse, prendiamone atto, c’è un’unità artificiale. Consiglio di assistere a
Tutta colpa di Garibaldi, uno spettacolo in cui Gioele Dix, con intelligenza, dimostra come l’unificazione dell’Italia sia stata una forzatura. Il Paese non è mai stato pronto né adatto per essere uno stato unitario e non è mai maturato a sufficienza per diventarlo» • In un gioco scherzoso alla radio, con Fiorello, Bertinotti le ha assegnato la
Coppa Marx, facendola prevalere su una quantità di famosi evidentemente non marxisti. [ro]