Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BELLOCCHIO

Piergiorgio Piacenza 15 dicembre 1931. Critico letterario. Fondatore di una delle più celebri riviste politico-letterarie, i Quaderni piacentini, la finanziò con una parte dell’eredità paterna («quando morì mio padre, mi ritrovai capofamiglia, giovane e avventuroso»), un’altra servì a finanziare il primo film del fratello Marco, I pugni in tasca. La rivista, che uscì dal 1962 al 1984, non aveva redattori • «Quaderni piacentini nasce in coincidenza con la ripresa della lotta alla Fiat.
La Fiat era il centro d’Italia e la classe operaia era per definizione la classe rivoluzionaria. Dalla
fine dei Sessanta, la ristrutturazione produttiva riduce via via, anche
quantitativamente, il peso della classe operaia, viene meno ogni ipotesi
rivoluzionaria. Marxisticamente, il 68-69 non è stato un inizio, ma un epicedio» • «è dei pochi che il precetto “Vivi nascosto” lo praticano davvero. Dei pochi, voglio dire, che saprebbero tenere la scena e
prendersi gli applausi, perché tantissimi vivono tristi e nascosti solo perché il casting non li ha ancora selezionati per il loro famoso quarto d’ora. A questa topografia appartata certi titoli prediletti dalle sue sortite si
richiamano: Dalla parte del torto, e anche Eventualmente» (Adriano Sofri) • «è il vero eretico della cultura italiana. Dopo la stagione dei Quaderni
piacentini, che fondò nel 1962, si è ritirato a vita privata pubblicando pochi libri (che raccolgono i suoi saggi) e
avviando nell’85, con Alfonso Berardinelli, una rivista che sin dal titolo, Diario, rivelava
intenzioni ben diverse» (Paolo Di Stefano) • «Avrei voluto titolarla “Prima di crepare”. Mi parve di eccedere nel pessimismo, in realtà non lo fui abbastanza» • Nel 2007 ha pubblicato da Scheiwiller Al di sotto della mischia, cinquanta saggi sull’Italia di fine secolo. [or]