Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BELDÌ
Paolo Novara 11 luglio 1954. Regista tv. Esordì scrivendo jingle per caroselli e sigle, fu aiuto regista di Beppe Recchia ad
Antenna 3 Lombardia per Non lo sapessi ma lo so con Massimo Boldi e Teo Teocoli (1982), su Italiauno ha firmato Lupo solitario (1987), Matrjoska (1988), Mai dire Banzai (dall’89). In Rai Mi manda Lubrano (1990), Diritto di replica (dal 1991), Su la testa (1992) con Paolo Rossi (1953), Svalutation (1992) con Adriano Celentano, Porca miseria (1993) con Bruno Gambarotta, Fabio Fazio e Patrizio Roversi, Quelli che il calcio (dal 1993, prima con Fazio, poi con Simona Ventura). Improvvisa attenzione
della stampa ai tempi di Diritto di replica per l’ostinazione con cui inquadrava i piedi degli ospiti • «Ho sempre guardato tanta televisione, persino mia madre mi diceva “smetti che ti fa male...”. Un giorno incontrai Beppe Recchia, rimase stupito nel sentirmi parlare dei
programmi tv. Fu sua l’idea di farmi cominciare, è stato il mio maestro. Anche se, con i miei amici, facevo già le regie degli scherzi, stile Amici miei» • «Trasformato in divo proprio dai suoi conduttori. La Ventura che nel bel mezzo di
Quelli che il calcio lo evoca: “Paolooooo”. O Fabio Fazio al Festival di Sanremo che lo faceva inquadrare di continuo» (Raffaella Silipo) • «Non sarà l’erede di Antonello Falqui, ma ha lasciato un segno con il suo stile» (Leandro Palestini) • «Ci sono i nuovi mezzi. Io li sfrutto a fini teppistici. Nel Sanremo di Fazio, la
telecamera posta su un braccio di 12 metri per raccontare il palco, le canzoni,
inquadrò anche il pubblico per primissimi piani. Il mio amico Gambarotta mi chiama “il piedofilo della tv”. Penso che dal dettaglio si possa capire molto di un personaggio. Ho ripreso
anche la forfora di un ospite. Mi diverto a entrare nel formato 16/9 dello
schermo con i fascioni neri sotto e sopra. Ho giocato con le luci, sparate a
giorno per le atmosfere cinematografiche di Celentano. Da Novara vedevo la tv
Svizzera che trasmetteva i varietà in concorso a Montreux: mi sono ispirato molto, li studiavo nei dettagli»
• «Celentano è una delle perversioni della mia vita, insieme a Totò, ai Beatles e al ragionier Fantozzi. Avrei pagato non so cosa per essere
giovane in quella Milano del Santa Tecla, tra Celentano, Enzo Jannacci, Giorgio
Gaber...». [ok]