Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BEHA Oliviero Firenze 14 gennaio 1949. Giornalista. «Non voglio essere sempre e solo Edmond Dantès o l’abate Faria, mi piacerebbe diventare per una volta anche il Conte di Montecristo» • Inizi a Paese sera (redazione di Milano), poi Repubblica, dove si occupò di sport, fu considerato un possibile erede di Gianni Brera, ma nell’84 ruppe con Eugenio Scalfari per il caso di Italia-Camerun: insieme a Roberto Chiodi di Epoca sostenne che il pareggio con gli africani che ci aveva permesso di passare il primo turno ai Mondiali poi vinti dagli azzurri nell’82 era stato concordato (cinque avversari ammorbiti con 30 milioni di lire a testa), Repubblica rifiutò di pubblicare l’articolo ritenendo insufficienti le prove (uscì sull’Espresso senza troppo risalto), la stampa italiana si schierò in massa a fianco degli azzurri (Adalberto Bortolotti sul Guerin Sportivo: «Siamo campioni del mondo di calcio e di autolesionismo, questa volta abbiamo oltrepassato i limiti») • Lasciata Repubblica, ha condotto parecchie trasmissioni della Rai (Va’ pensiero, I nostri fatti, Io confesso e Altri particolari in corsa, che ha pure prodotto, Il circolo delle 12, Un terno al lotto, Stazione centrale, molto discussa e perciò sospesa alla quarta puntata) ed è spesso stato sul punto di diventare direttore di rete
BEHA Oliviero Firenze 14 gennaio 1949. Giornalista. «Non voglio essere sempre e solo Edmond Dantès o l’abate Faria, mi piacerebbe diventare per una volta anche il Conte di Montecristo» • Inizi a Paese sera (redazione di Milano), poi Repubblica, dove si occupò di sport, fu considerato un possibile erede di Gianni Brera, ma nell’84 ruppe con Eugenio Scalfari per il caso di Italia-Camerun: insieme a Roberto Chiodi di Epoca sostenne che il pareggio con gli africani che ci aveva permesso di passare il primo turno ai Mondiali poi vinti dagli azzurri nell’82 era stato concordato (cinque avversari ammorbiti con 30 milioni di lire a testa), Repubblica rifiutò di pubblicare l’articolo ritenendo insufficienti le prove (uscì sull’Espresso senza troppo risalto), la stampa italiana si schierò in massa a fianco degli azzurri (Adalberto Bortolotti sul Guerin Sportivo: «Siamo campioni del mondo di calcio e di autolesionismo, questa volta abbiamo oltrepassato i limiti») • Lasciata Repubblica, ha condotto parecchie trasmissioni della Rai (Va’ pensiero, I nostri fatti, Io confesso e Altri particolari in corsa, che ha pure prodotto, Il circolo delle 12, Un terno al lotto, Stazione centrale, molto discussa e perciò sospesa alla quarta puntata) ed è spesso stato sul punto di diventare direttore di rete. Successo alla radio con Radiozorro (1995), poi divenuta Radiozorro 3131, dove ha svolto la funzione del difensore civico (una versione tv dello stesso programma non ha avuto lo stesso successo) • Si considera un «emarginato del giornalismo» («certo servirei ai cittadini, ma a chi importa dei cittadini?»). Aldo Grasso: «Beha è sempre stato considerato un antipatico del video». Nel 2007 pubblicò Come resistere nella palude di Italiopoli (Chiarelettere) e fu con Elio Veltri e Francesco Pardi tra i promotori della Lista civica nazionale. [oj]