Il Catalogo dei viventi 2009, 6 luglio 2011
BECCHETTI
Sandro Roma 25 dicembre 1935. Fotografo. «Ha ritratto, tra gli anni Settanta e il 2000, i grandi personaggi della
letteratura, del cinema, dell’arte, del teatro, della politica» (Manuela De Leonardis). «Non ho mai avuto insegnanti. Ho imparato provando e riprovando. Non ho mai
saputo usare il flash, perciò negli ambienti chiusi fotografavo lavorando sull’apertura del diaframma e sul tempo basso» • Infanzia negli ambienti di servizio del Quirinale, con il padre che lavorava
alle scuderie reali. Cominciò a scattare nella seconda metà degli anni Sessanta, con la macchina che gli aveva regalato Luciano Bernasconi,
l’amico con cui cui realizzava fumetti: Bernasconi disegnava, lui scriveva i
testi. Iniziò a fotografare con lo scopo di eternare i monumenti «tutto er marmo che c’è a Roma, compresi i ciottoli der Foro, uno a uno». Poi decide che sono più interessanti gli esseri umani «perché i monumenti degradano con molta lentezza, mentre le persone spariscono in un
batter d’occhio». Nei primi anni Settanta forniva ritratti a tutta la stampa italiana, a Life e
a France Press. Ha ritratto Christo, Andy Warhol, Hitchcock, Günter Grass, Kissinger, Fellini, De Chirico, Max Ernst ecc. E un Julius Evola
vecchio e ansimante (morì pochi giorni dopo, nel 74) «ricordo solo il tanfo di cavolo che impregnava la sua casa»
• Passioni: i cappelli, le foto degli indiani americani, la bandiera rossa e le
mani. «Ho fotografato le mani di Pasolini, quelle del pianista Richter e di molti
contadini». Ha avuto un solo allievo, Fabrizio Ferri. «Mi arrabbiavo molto con lui, perché andavamo insieme alle manifestazioni e lui tirava fuori il 28. Che fai, gli
dicevo, con questi obiettivi le persone vengono puntini. Invece la
manifestazione è un gesto, uno sguardo, due mani che si tengono, insomma sono momenti della vita». [Lauretta Colonnelli]