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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

Ora Microsoft ha capito che da solo non può farcela in Cina - Microsoft ci ha messo del tempo, ma alla fine ha recepito il messaggio: entrare da soli sul mercato cinese non è uno scherzo

Ora Microsoft ha capito che da solo non può farcela in Cina - Microsoft ci ha messo del tempo, ma alla fine ha recepito il messaggio: entrare da soli sul mercato cinese non è uno scherzo. Google ha già rinunciato a offrire funzioni di ricerca online in Cina. Yahoo ha venduto il suo portale cinese nel 2005. Ora Microsoft ha accettato di condividere i risultati del suo motore di ricerca col colosso locale Baidu, apparentemente gratis. Nel frattempo, il suo attuale partner nella joint venture starebbe cercando un acquirente. Microsoft ha bisogno di ripensare la sua strategia per avere successo sull’enorme mercato cinese - e l’acquisto di una partecipazione in una società concorrente potrebbe costituire un buon inizio. L’accordo prevede che Baidu effettui le operazioni di ricerca in lingua inglese col motore Bing di Microsoft, che presenterà i risultati sulle pagine Web di Baidu. In cambio Microsoft non riceverà pagamenti in denaro ma un ritorno in termini di brand, poiché gli utenti sapranno che i risultati provengono da Bing. Resterà da vedere se gli utenti che conoscono l’inglese opteranno per l’uso di Bing. Google ha tuttora una presenza forte col suo sito di Hong Kong. Per la società di ricerca iResearch, Baidu e Google possiedono insieme il 97% del mercato delle ricerche online. Finora, Microsoft si era alleata con altri soci per ragioni politiche, non tanto per esigenze strategiche. Nel 2005 aveva costituito una joint venture per le attività Internet con Shanghai United Investment, controllata dal figlio dell’ex presidente cinese Jiang Zemin. Ma la concorrenza è agguerrita. Secondo Morgan Stanley, Tencent ha più del 70% del mercato dell’instant messaging in Cina, mentre le quote di Microsoft sono in discesa. Shanghai United sta valutando la possibilità di vendere la quota del 50%; tra i potenziali acquirenti è circolato il nome di NetEase, un operatore di secondo livello quotato al Nasdaq. Invece di provare a proporsi come alternativa a Google, Microsoft avrebbe maggiori possibilità di successo seguendo le orme di Yahoo, che nel 2005 ha venduto il proprio portale cinese in difficoltà alla rivale Alibaba in cambio di una quota del 40%. Grazie alla rapida crescita della Cina, oggi quella quota equivale a circa metà del valore aziendale di Yahoo.