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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

Marine Le Pen: candidarlo all’Eliseo sarebbe folle Tutti si devono vergognare - La mia impressione sull’affaire Dsk? I miei sentimenti personali sono irrilevanti

Marine Le Pen: candidarlo all’Eliseo sarebbe folle Tutti si devono vergognare - La mia impressione sull’affaire Dsk? I miei sentimenti personali sono irrilevanti. Io faccio politica. E dico che questa vicenda chiama in causa l’intera classe dirigente, di destra e di sinistra». Tutti bocciati e avanti a destra. E’ noto: i giudizi di Marine Le Pen, figlia d’arte, leader del Front national, candidata all’Eliseo, non sono il trionfo della sfumatura. Ma su questa come su altre vicende madame Le Pen è l’unica a dire quel che molti pensano: «Dato il suo rapporto con le donne, candidare Dominique Strauss-Kahn all’Eliseo sarebbe stata una follia. La giustizia americana ha fatto luce sulla personalità della presunta vittima e adesso, si spera, lo farà sui fatti. Ma la politica francese esce malissimo da questa vicenda». Tutta? «Tutta, perché la destra ha mandato Dsk al Fmi e la sinistra lo voleva mandare all’Eliseo. Nonostante tutti, a destra e a sinistra, sapessero benissimo che genere di uomo è. Questo io lo chiamo cinismo». E la presunzione d’innocenza? «Io non parlo dello stupro e il capovolgimento della vicenda americana non cambia la mia opinione. Il problema è il comportamento quasi patologico di Dsk verso le donne. Il racconto di Tristane Banon presenta somiglianze inquietanti con quello di Nafissatou Diallo. E ricordo che Piroska Nagy (l’economista con cui Dsk ebbe una relazione al Fmi, ndr) scrisse una lettera in cui s’interrogava sulla capacità di Dsk di gestire una struttura dove lavorano delle donne. Però tutti hanno taciuto». Se violenza non c’è, il resto è vita privata. «In Francia ci sono una serie di regole etiche che chi ricopre determinati incarichi deve rispettare. Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché, a parità di comportamenti, un francese non può diventare prefetto, ma direttore del Fondo monetario internazionale sì. E magari pure Presidente della Repubblica». Perché ce l’ha anche con i giornalisti? «Perché se avevano dei dubbi avrebbero dovuto esprimerli. Sono stati cinici come i politici». Cinici, però lei i media li sa usare benissimo. «Perché sono sincera. Dico quello che penso. E la sincerità, nella politica francese, è un lusso che pochi possono permettersi». Torniamo a Dsk. Questa vicenda è un colpo all’immagine della Francia? «Sì, perché è l’ennesima. Vogliamo fare l’elenco degli ultimi scandali ministeriali? Woerth, Mitterand, Alliot-Marie... Magari qualcuno all’estero si chiederà com’è la moralità dei politici francesi». Fra Berlusconi e Dsk chi è più censurabile? «Nel caso di Berlusconi, mi pare, non si è mai parlato di violenza». Da donna, cosa pensa di Anna Sinclair, la moglie di Dsk? «Nei rapporti fra moglie e marito non voglio entrare. Tutti l’hanno lodata perché è rimasta accanto a suo marito. Ma l’avrebbero lodata anche l’avesse lasciato. E con qualche motivo, mi pare». L’«affaire» ha indebolito anche il Ps? «Certo, perché sembra che Martine Aubry e François Hollande si siano candidati per difetto». Chi vincerà, secondo lei? «Per sapere come andranno le cose nel Ps ci vuole la sfera di cristallo. Però credo Aubry, è più solida. E poi Hollande è indebolito dalle rivelazioni di Banon: sapeva cos’era successo e ha taciuto». Come Presidente, peggio Aubry o Sarkozy? «Perché, c’è differenza?». Intanto lei nei sondaggi sembra ferma... «Sono al 21%. Adesso, è chiaro, l’attenzione dell’opinione pubblica è tutta su Dsk. Ma non sono scesa per questo. E quando Jean-Marie Le Pen andò al ballottaggio, nel 2002, i sondaggi l’accreditavano all’8». Insomma, ho appena intervistato il prossimo Presidente della Repubblica? «Questo lo decideranno i francesi».