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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

IL MANTELLO DEL SILENZIO CHE CI SALVA DAI RUMORI

Agli scienziati che due anni fa crearono il primo "mantello dell´invisibilità" qualcuno rispose ridendo: «Si sentirebbe comunque il rumore dei passi». La battuta è stata presa sul serio dai ricercatori della Duke University, che oggi presentano il primo "mantello del silenzio". Si tratta di un piccolo frammento di materiale plastico.
Un frammento capace di proteggere dalle onde sonore un pezzetto di legno triangolare di dieci centimetri. Ma già l´esperimento pubblicato su Physical Review Letters ha solleticato l´interesse dell´industria militare. Il legnetto lasciato nel silenzio oggi potrebbe diventare un sottomarino invisibile ai sonar domani. Oppure, per scopi più pacifici, una sala concerti o uno studio di registrazione finalmente protetti dai rumori esterni.
Il mantello dell´invisibilità e quello del silenzio sono parenti stretti, se si considerano i principi della fisica coinvolti. Per realizzarli gli scienziati hanno piegato le leggi della fisica come pongo, usando materiali ottenuti grazie alle nanotecnologie e capaci di flettere le onde (sonore o luminose) come se stessero praticando yoga.
Il mantello del silenzio è stato fabbricato usando i cosiddetti "metamateriali": prodotti delle nanotecnologie la cui superficie viene scolpita a livello millimetrico. Come se fossero coperti da tanti specchi messi in serie, questi materiali diventano capaci di orientare la traiettoria dei suoni a piacimento, evitando di fargli raggiungere chi si trova al di sotto del mantello.
Il primo a teorizzare i mantelli dell´invisibilità e del silenzio fu negli anni ´60 il fisico russo Victor Veselago, che con le sue speculazioni anticipò di gran lunga la letteratura, battendo in particolare di una trentina di anni il maghetto Harry Potter. Ma le sue speculazioni di allora non erano accompagnate da una tecnologia capace di trasformare i metamateriali in realtà.
Oggi il tessuto "magico" della Duke University soffre ancora di alcuni limiti. Oltre a essere di piccole dimensioni, non riesce a nascondere tutte le frequenze delle onde sonore. Indossando il mantello del silenzio si verrebbe protetti solo dai suoni che ricadono fra uno e quattro chilohertz: la coperta è ancora troppo stretta per coprire tutte le oscillazioni della voce umana, che può raggiungere i 15-20 chilohertz. Ma ad allungarla i team della Duke University e di un´altra manciata di laboratori negli Usa e in Gran Bretagna stanno già lavorando, sotto l´occhio interessato delle forze armate. Chi si trova al di sotto del mantello infatti non è solo incapace di udire i suoni esterni. Ottiene anche che i rumori da lui prodotti non si propaghino nell´ambiente.
Il materiale usato dalla Duke University, un derivato della plastica, non è troppo costoso e la struttura della superficie, pur richiedendo molta precisione, è formata da tante "cellette" di 5 millimetri accostate l´una all´altra e facili da produrre in fabbrica. Al loro interno, dei piccoli fori di un millimetro aiutano a "incanalare" e indirizzare le onde sonore nella direzione decisa dai ricercatori.
Viste le mille possibili applicazioni, non è un caso che dopo solo un paio d´anni dai primi esperimenti i vari mantelli dell´invisibilità e del silenzio abbiano già riempito i file degli uffici brevetti. Quando poi i due oggetti saranno integrati e la "coperta magica" ci permetterà di essere completamente trasparenti e silenziosi, diventerà urgente inventare un modo per ritrovarli nell´armadio in cui sono riposti.