Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
ZINCONE
Giuliano Roma 20 dicembre 1939. Giornalista. È stato per anni una delle principali firme del Corriere della Sera • «Ero stato assunto non per i miei (presunti) meriti ma perché figlio di un giornalista. Se ne infornavano molti, allora. Non perché fossero raccomandati (anzi!), ma perché si riteneva, come per i cavalli, che avrebbero ereditato le qualità dei padri. Non avevo la minima intenzione di fare il giornalista, non avevo mai
letto i giornali, mi interessavano soltanto il teatro e la pittura, ignoravo
del tutto il Corriere. Con questo fardello, eccomi nel buio di via Solferino,
accompagnato dal babbo. Entriamo in una stanzetta invasa da pezzi di carta (le
agenzie!), ci sediamo sopra un divano di similpelle e, davanti a noi, un tizio
(caporedattore? vicedirettore?) nemmeno si alza, nemmeno dice buongiorno.
Niente, continua a guardare i suoi fogli. Il mio babbo, che oltretutto È deputato, non si offende. Io sì, moltissimo, e penso: chi cavolo credono di essere? Ed È proprio necessario prendere pesci in faccia, per lavorare? Dopo la penosa
seduta, ecco il corridoio del Corriere, dove si aggirano personaggi che si
danno un mucchio di arie e che fanno finta di sapere tutto. Sono gli Inviati
Speciali, e ritengono davvero di essere persone speciali. “Un giorno, forse, diventerai come loro”, mi dice il direttore, quando l’incontro. Io, veramente, volevo diventare come Shakespeare, ma grazie lo stesso.
Eccomi finalmente nel mio luogo di lavoro, la redazione letteraria. Il capo,
Enrico Emanuelli, È affettuoso e gentile, mi chiede perfino consigli. Eugenio Montale È spiritoso e bonario. Dino Buzzati È timido e cortese. Però gli Inviati Speciali credono di essere più importanti di lui, e lo chiamano “Cretinetti”. È il 10 febbraio 66».