Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
ZECCHI
Stefano Venezia 28 febbraio 1945. Filosofo. Tra i suoi libri, Estasi (romanzo Mondadori, 1994), L’artista armato (Mondadori 1998) • Assistente di Enzo Paci a Milano dal 69, poi a Padova di Dino Formaggio, dal 79
ordinario. Insegna Estetica all’Università Statale di Milano e fu proprio un convegno sulla bellezza (in senso filosofico
e artistico) a portarlo al Costanzo Show: «Maurizio è un rabdomante della comunicazione. Scruta, valorizza, sfodera una straordinaria
sensibilità nei confronti delle persone. Con la sua trasmissione ha anticipato l’era di Internet: vedo Costanzo come un mouse che clicca metaforicamente sugli
ospiti e apre finestre infinite. Credo che gli sia piaciuta la mia versatilità. Oltre al fatto che mi esprimo in modo chiaro, non mi perdo negli anacoluti che
la tv di solito punisce» (da un’intervista di Michele Anselmi)
• «Al Costanzo Show mi scambiavano per un chirurgo e mi telefonavano per chiedermi come rifarsi il
seno e il naso. Rispondevo che io curo la bellezza dell’anima» • «Quando arrivai a Milano, nel 64, c’erano intellettuali di sinistra straordinari: Paci, Geymonat, Dal Pra, Cantoni.
Sono stato amico di Raboni, con Strehler ho passato un capodanno a Bali. Sono
stato nel Pci dal 72 all’83. Poi ho votato Psi, ma non ho mai preso la tessera. Craxi ha esagerato con
parenti e amici, però aveva un progetto per l’Italia e per la città; mi ha fatto male vederlo tradito anche da milanesi come Martelli» • «Céline diceva che gli intellettuali di sinistra sono ignobili per il loro
conformismo. Ricordo che lo citai sulla rivista Il moderno, dei “miglioristi” milanesi, cui collaboravo. Il giorno dopo, Montanelli mi chiamò al Giornale» • «Per una battuta su Prodi, fui allontanato dal Mulino, dov’ero stato dal 90 al 97 nel gruppo di lavoro per la filosofia e avevo diretto L’annuario di estetica. Un trafiletto sul Giornale. Si ricorda Gargonza? Siccome nella lista degli
intervenuti c’era pure Luigi Nono, che era morto, ironizzai sulle doti di spiritista di Prodi.
Mi chiamò da Bologna Evangelisti per dirmi che forse era meglio lasciassi perdere e
restassi dall’altra parte» (da un’intervista di Aldo Cazzullo) • «Ho sempre pensato che fosse necessaria una sorta di militanza culturale. E il
romanzo è un banco di prova per esprimere idee estetico-filosofiche. Così scrissi Estasi, ma ero molto incerto. Fu mia moglie Sara a incoraggiarmi alla pubblicazione.
Era il 93. Scelsi un piccolo editore, e fu un successo incredibile. Tra le
varie edizioni si è superato il milione di copie» (da un’intervista di Mario Baudino).