Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
ZANZOTTO
Andrea Pieve di Soligo (Treviso) 10 ottobre 1921. Poeta • «Una poesia spesse volte accusata di difficoltà, quella di Zanzotto. Sembra fin dalle origini. Alla zia Teresa, proprietaria di
una cartoleria, la maestra del paese confessa che le poesie del nipote non si
capiscono. Siamo nel 51, il poeta ha appena pubblicato da Mondadori Dietro il paesaggio. La zia non demorde e al libro esposto orgogliosamente in vetrina aggiunge una
fascetta: “Mio nipote scrive poesie che neanche le maestre riescono a capire”. Forse, come sostiene Nico Naldini, il senso ultimo dell’operazione di Zanzotto consiste nell’avere posto il suo mondo dialettale e provinciale al centro di una riflessione
sulla cultura contemporanea che si serve dei referenti più sofisticati» (Franco Brevini) • «Per anni ha insegnato nella scuola media, ha partecipato alla Resistenza, ha
vissuto praticamente tutta la vita a Pieve di Soligo… Quasi tutto nella vita di quest’uomo è il contrario del mito del poeta maudit, l’inverso dello sregolamento totale e ragionato di tutti i sensi, della ribellione
affascinata dal Male. Eppure, dentro questa normalità faticosissima e violando la regola miserabile di ogni estetismo, ha
attraversato una saison en enfer inedita, privo dell’aura simil-eroica che protegge gli esteti. La sua poesia si è mossa dentro traumi e bruciature, in un italietta perpetua rapinata del suo
paesaggio fisico, minata in quello mentale eppure ancora colma di testi
popolati di una bellezza abbagliante. è in questo purgatorietto incerto tra un Beckett del varietà e un Sordi metafisico che ha fatto di se stesso un esperimento che non è ancora finito» (Giuseppe Montesano).