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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

VITO Alfredo Napoli 16 aprile 1946. Politico. Deputato. Di Forza Italia. Nell’87 e 92 eletto con la Dc • «Chiamato a Napoli don Alfredo ’O Prevete, il prete

VITO Alfredo Napoli 16 aprile 1946. Politico. Deputato. Di Forza Italia. Nell’87 e 92 eletto con la Dc • «Chiamato a Napoli don Alfredo ’O Prevete, il prete. Correva l’anno 93 ed era la fine di marzo, tredici mesi dopo l’inizio del ciclone di Mani pulite. All’interno di Tangentopoli stava emergendo Vesuviopoli. E fra tutti i protagonisti spiccava, per l’appunto, Vito. Deputato dicì. Uomo di Antonio Gava. Supervotato a Napoli e noto come Mister Centomila Voti. E soprattutto il primo parlamentare pentito di quel fine-regime. Si era offerto lui ai giudici. Aveva confessato storie sporche. Si era dimesso dalla Camera. Il tutto, sosteneva, per aver scoperto, sia pure molto in ritardo, il fascino dell’onestà. Scaltro, scaltrissimo. Impermeabile. Dialettico. Astuto nei silenzi come nei messaggi diretti a chi sapeva lui. A sentire gli imprenditori napoletani che sfilavano davanti ai giudici, Vito era una delle cavallette più voraci nell’assalire le imprese per spolparle. Una sanguisuga per conto di Mamma Dc. O di alcuni dei clan politico-personali che sotto il Vesuvio alzavano le insegne della Dc. Aveva incassato dei miliardi. Eppure, visto da vicino, aveva l’aspetto del Signor Nessuno. Uno di quei personaggi che s’incontrano nei romanzi di Le Carré. Ometti grigi, topolini in bombetta, ombre più che figure. Poi giri la pagina e scopri che comandano un pezzo dei servizi segreti di Sua Maestà» (Giampaolo Pansa) • «Nell’87, prima elezione alla Camera con quasi 155 mila preferenze. Nel 92, seconda elezione a Montecitorio, 104 mila. Con le tangenti, semmai, si comprano le tessere. A pacchi interi. Ma i voti è molto più difficile comprarli. Bisogna lavorare per aver i voti. Io ho sempre lavorato moltissimo. Grande capacità di dialogo con la gente, carica di umanità, simpatia, dialogo costante con gli ambienti più diversi: questo è stato Alfredo Vito!».