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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

VIGINI

Giuliano Milano 2 agosto 1946. Francesista • «Ogni giorno in Italia escono 170 nuovi libri e 70 vecchi quotidiani. Spesso l’unico pregio dei 170 libri è d’avere un titolo diverso dai 70 quotidiani, che tutte le mattine sono costretti
ad andare in edicola con quello che si diedero alla fondazione. A differenza
dei 70 quotidiani, il 35-40% dei 170 libri non venderà neppure una copia, segno che persino i parenti più stretti sono disinteressati a conoscere ciò che taluni scrittori hanno da dire. Ogni giorno in Italia 109 libri vengono
ritirati dal commercio, dopo una permanenza media sugli scaffali di un paio di
mesi, e nessuno ne parlerà più o se li ricorderà. Ciò nonostante ogni giorno in Italia nascono due nuovi editori e un premio
letterario, il che è davvero sorprendente considerato che il 57,7% degli abitanti di questo Paese
non ha mai letto un libro, a parte (forse) i testi scolastici. Ogni giorno in
Italia, precisamente a Milano, Giuliano Vigini si alza alle 5 e comincia a
pettinare questo tentacolare colosso che è il mercato editoriale. Lo fa con una minuziosità pari solo alla sua calligrafia in corsivo, la più microscopica che mi sia mai capitato di ammirare, il corrispettivo — l’ho misurata — di un corpo 6: i vecchi tipografi sanno di che parlo, voi lettori fate conto di
vedere dei caratteri inferiori di un terzo ai presenti che già state leggendo a fatica. Tanta esilità contrasta con le definizioni che sono state distillate per questo esperto di
rara mitezza: “Il massimo studioso del fenomeno libro” (Famiglia Cristiana), “il guru dell’editoria” (La Stampa), “il medico dell’editoria libraria” (Reset), “il santo padre della statistica” (Börsenblatt). La più azzeccata resta quella che Silvia Giacomoni, moglie di Giorgio Bocca, ne diede
su Repubblica: “L’uomo che molti studiosi qualificano affettuosamente con l’aggettivo di folle: per la vita e le imprese tutte in controtendenza”. In effetti solo uno sconsiderato poteva trascinare trent’anni fa Michele e Paolo Costa, discendenti della famosa dinastia di armatori
genovesi, in quest’avventura dell’Editrice Bibliografica, che ogni anno pubblica il catalogo completo dei libri in
commercio, un inventario di sei tomi contenente la descrizione di 500.000
titoli, aggiornato mensilmente su Cd rom. Sì, solo un folle poteva compilare Clio, un’enciclopedia in 19 volumi che raccoglie tutti i titoli usciti in Italia dal 1801
al 1900 e che ha richiesto anni per andare in pareggio con i costi, “ma il rischio è il respiro stesso dell’editoria”, tira ora il fiato. Vigini non è solo un prismatico editore che i libri si limita ad annusarli, palparli,
leggerli, computarli, repertoriarli. è anche un critico letterario che cominciò a dissezionarli su Studi francesi e Letture, che ha continuato a studiarli per
conto della presidenza del Consiglio, che li osserva come direttore di un
bimestrale (Libri e riviste d’Italia) edito dal ministero dei Beni culturali, che ne fa oggetto da otto anni
di una folgorante rubrica di appena 350 caratteri (“Numeri”) sul Corriere della Sera della domenica, che ne tratta su una miriade di altre
testate, che li presentava sul sito Alice (acronimo di Archivio libri italiani
su calcolatore elettronico) il cui dominio ha poi ceduto a caro prezzo alla
Telecom. Tutte attività che con modestia egli riassume così: “Sono dentro in tante scarpe”. Dopodiché il folle editore deve occuparsi anche dei libri “di” Vigini, quelli che scrive lui, il critico che ha tradotto Anatole France, Léon Bloy, Antoine de Saint-Exupéry, Charles Péguy, Paul Claudel, Blaise Pascal, François La Rochefoucauld, il raffinato esegeta biblico che sta completando il
Dizionario del Nuovo Testamento in sette tomi (tre già usciti), l’innamorato di Sant’Agostino che ha dedicato al vescovo di Ippona varie opere critiche e una
biografia con prefazione vergata a mano vent’anni fa dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, “anche il Papa scrive in piccolo come me”, estrae dal portafoglio una foto di Benedetto XVI con dedica autografa» (Stefano Lorenzetto)
• Ultimo libro: Stavo per chiamarti (Lampi di stampa, 2006), repertorio di luoghi comuni e frasi fatte.