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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

VEZZALI

Valentina Jesi (Ancona) 14 febbraio 1974. Campionessa di scherma (fioretto). Ha vinto
quattro medaglie d’oro olimpiche: due a squadre (Atlanta 96, Sydney 2000), due individuali (2000,
2004), argento individuale nel 96 • «Una che si butta sempre, sfacciata, estroversa, prepotente. Una che ti prende in
contropiede, anche sul respiro. Una che t’infilza, veloce e cattiva, che ti taglia le ali, perché pensa che il tuo volo impedisce il suo. E urla di rabbia, una cosa a metà tra Munch e Tardelli. Perfetta per lo sport, ringhiosa e attenta all’attimo. Quando nel 99 conobbe suo marito, Domenico Giugliano, calciatore nel
Benevento, lei si offese perché lui non la conosceva. “Si appuntò il mio numero e scrisse Pezzali. Con la P. Eppure, ero già campionessa del mondo e avevo vinto un oro a squadre e un argento ad Atlanta 96”. Paziente, astuta, opportunista nel rubare il tempo alle avversarie. Dice
Edoardo Mangiarotti, grandissimo schermidore e ancor più grande maestro (13 medaglie olimpiche): “La scherma della Vezzali è molto più ragionata, essenziale, ha reazioni fantastiche”» (Emanuela Audisio)
• «Voglio arrivare a vincere più di tutti. Quella che mi supererà deve arrivare fra 100 anni. Mi piacerebbe realizzare una striscia come
Valentino Rossi o Schumacher. Vorrei lasciare un segno» (da un’intervista di Enrico Sisti) • «Una volta, dopo un servizio pubblicato su Vanity Fair, una signora le scrisse
augurandole addirittura di perdere sempre, “così prova le sensazioni che lei infligge alle sue avversarie”. Era Valentina l’acchiappatutto. Tre Mondiali, due ori olimpici nell’individuale e due a squadre, otto coppe del Mondo, più tutto quello che può comparire nella bacheca di un fuoriclasse: Andrea Magro, il ct del fioretto,
prima della finale ai Giochi di Atene vinta sulla Trillini, la paragonò a Platini, peccando per difetto perché, fino alla gravidanza che l’ha tolta dalle scene, la Vezzali è stata per la scherma come Maradona e Pelè, Merckx e Armstrong, Michael Jordan e Kareem Abdul Jabbar. Insopportabilmente
la più brava» (La Stampa)
• Nel 2005, quattro mesi dopo il parto, ha vinto il quarto titolo mondiale. Mamma
Enrica: «Valentina è del segno dell’Acquario, io sono dei Gemelli, perciò c’è sempre stato grande feeling. E poi, quand’è morto suo papà (Lauro), le sue sorelle, Maria Stefania e Nathalie erano già sposate e fuori casa, Vale aveva 14 anni e siamo rimaste sole, io e lei.
Abbiamo pianto e abbiamo riso insieme, il nostro mondo viveva io in lei e lei
in me. Come potevo dirle di no, quando, 15 giorni dopo aver dato alla luce il
primo bambino — proprio come aveva sperato subito dopo il secondo oro olimpico, ad Atene —, mi ha detto: “Mamma, ho bisogno di te, te la senti, mi aiuti col Pietro?”. Aveva preso 20 chili, quand’è nato Pietro era ancora sopra di 8, ora è tornata a 53 chili: s’è aiutata con la dieta a zona che ha sempre fatto. Ha avuto bisogno che dormissi
io col figlio perché le sue giornate sono state subito dure: alle 4 lo allattava — e l’ha fatto per 3 mesi —, alle 8.30 un’altra poppata, poi piscina, pranzo, quindi corsa al campetto e palestra, e pesi.
Con me e il bambino sempre a portata di sguardo. “Lo voglio qui”, mi ripeteva. Ne ha avute di crisi, ce ne siamo fatte di pianti insieme. Non
gareggiava da 14 mesi, era indietro di preparazione, soffriva e ha perso pure
il maestro, Giulio Tomassini. Ma se l’è cavata lo stesso» (da un’intervista di Vincenzo Martucci)
• «Io volevo il maschio, ero sicura. Quando è nata e ho visto che non aveva il cosino ho pianto tanto. Mio marito doveva
arrivare in ospedale e aspetta, aspetta non veniva più: ho pensato ecco, gli ho fatto la terza femmina e non torna più a casa» (mamma Enrica a Concita De Gregorio) • Col marito si sono conosciuti nel 99 alle Universiadi di Palma di Maiorca. Lui: «Montano, che è mio amico e ci ha messo una buona parola, mi aveva detto guarda che quella con
gli uomini è una difficile. Non sapevo bene chi fosse, in effetti». Lei aveva messo gli occhi su un pallanuotista: «Proprio un bel tipo. Poi però la sera che ho vinto ho trovato Mimmo sul pianerottolo dell’albergo, e ci siamo messi a parlare. Abbiamo fatto le sei».