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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

VERSACE

Donatella Reggio Calabria 2 maggio 1955. Stilista • «Capelli biondi e lunghi, aria da eterna giovinetta. L’impero Versace è stato fondato nel 78 da Gianni con il fratello Santo che si è sempre occupato del business. Quando Gianni è stato ucciso il 15 luglio del 97, a Miami, davanti alla sua villa, Donatella
era a Roma per una sfilata a piazza di Spagna. Dal punto di vista creativo, è sempre stata Donatella il braccio destro dello stilista, a lei Gianni aveva
affidato la linea Versus. Lei lo ha incoraggiato, lei lo ha portato verso
decisioni anticonformiste. Lei, amante della musica, ha creato liaison con
cantanti come Sting, Madonna, Elton John» (Paola Pisa)
• «I capelli chiarissimi, di quel color platino che una volta le valse il
soprannome di “Blondie”. Indossa t-shirt e pantaloni rigorosamente neri e attillati. Dopo il delitto
divenne direttore creativo di quel gruppo, allora all’apice del successo, la cui maggioranza andava per testamento alla figlia
Allegra, allora appena undicenne. Poche settimane dopo la morte di Gianni, la
stampa internazionale cominciò a mettere Donatella sotto esame. Per vedere se quella giovane donna, famosa
fino ad allora più per la vita stravagante e le amicizie con star e cantanti di tutto il mondo,
sarebbe stata in grado di reggere il paragone con il grande couturier. Il 9
ottobre Versace era di nuovo in passerella: ma il tocco magico di Gianni che,
moderno re Mida, tramutava in oro tutto ciò che toccava, sembrava svanito. Il resto è cronaca: gli anni che seguono rappresentano il periodo più buio nella storia di quella casa di moda nata nel 78. Le creazioni firmate
Donatella non convincono. La stilista sprofonda in un tunnel di sregolatezza e
depressione. I conti virano verso il rosso. Mentre i concorrenti di Versace
mietono successi, negli ambienti finanziari si vocifera che il gruppo sia sull’orlo del crack. Fino a quando Allegra, divenuta maggiorenne, ha ereditato il
cinquanta per cento del gruppo Versace. In azienda è allora arrivato un nuovo amministratore delegato con pieni poteri, Giancarlo Di
Risio, accompagnato da un finanziamento di Banca Intesa per 120 milioni di
euro. Un cambio della guardia epocale per un’azienda da sempre a conduzione famigliare» (Jacaranda Caracciolo falck)
• «Quando mio fratello è morto mi sembrava che nulla avesse più senso. Di quel periodo ricordo soprattutto la paura che mi attanagliava. è stato durissimo. Mi svegliavo ogni mattina, mi guardavo allo specchio e
pensavo: non ce la farò mai. Nella nostra famiglia il personaggio era sempre stato Gianni. Imparare ad
andare avanti senza di lui non è stato semplice. Lavorare seguendo mio fratello era molto diverso. Lui aveva un’energia incredibile, era un vulcano. Era capace di alzarsi la mattina e di
decidere che si doveva studiare una linea casa. Nel giro di una settimana
nasceva la nuova collezione. Aveva una capacità straordinaria di creare, in tutti i sensi, e il suo entusiasmo finiva per
coinvolgere chiunque lavorasse per lui. Le sarte cucivano fino a notte, i suoi
assistenti non avevano orari, ma nessuno si lamentava mai. Il mio errore, dopo
la sua scomparsa, è stato quello di pensare di poter fare molte cose che, in realtà, non appartengono alla mia sfera. Però quelli erano anche altri tempi. Oggi anche Gianni sarebbe diverso, si
comporterebbe in un altro modo. Gli anni Novanta sono stati il periodo d’oro del prêt-à-porter italiano. Oggi le cose sono molto cambiate. Per vendere devi avere una
strategia di mercato precisa. Devi conoscere le regole. Io faccio la stilista,
ma mi sono resa conto che ero arrivata a un punto nel quale avevo bisogno di
qualcuno che seguisse la parte finanziaria. è stato un passo assolutamente naturale. Ci siamo resi conto che era ora di
cambiare: se Gianni fosse stato qui avrebbe fatto la stessa cosa»
• La depressione la induce alla cocaina. Paola Pollo s’è fatta raccontare dalla stessa Donatella il metodo spiccio ed efficace adoperato
negli Stati Uniti per tirarti fuori dalla droga e che nel 2005 fu applicato
anche a lei: «Un gruppo di amici a sorpresa ti accerchia: “Qui c’è la clinica, qui il biglietto, qui la prenotazione, vai a curarti”. Io avevo incontrato Elton John un mese prima, al concerto a Bari dedicato a
Gianni (
2 dicembre 1946-15 luglio 1997 - ndr). Avevo pianto per tutta la sera, forse supplicandolo con gli occhi di
aiutarmi... Lui ha capito. Il 30 giugno, insieme ad altri amici, era a casa mia
qui a Milano. Ero vestita in lungo. Andai in bagno per incipriarmi e loro mi
blindarono. Mi raccontarono di un aereo pronto per decollare per l’Arizona. Fui scioccata, ma capii che era l’attimo. Ho tolto l’abito da sera e ho infilato una tuta. Struccata e sola l’ho preso». A Vogue ha raccontato di esserne stata succuba per 18 anni e «però era molto divertente, non mi sono mai divertita tanto»
• «In questi anni ho sempre cercato di fare in modo che il rapporto tra me e
Allegra rimanesse quello normale tra una madre e una figlia, lasciando gli
affari lontano dalle nostre vite personali. Lei ha un suo team di manager che
la aiuta nelle decisioni importanti, tra di noi parliamo soprattutto di quello
che concerne la nostra vita privata. Una cosa però la vorrei dire: l’arrivo di Di Risio non è stata un’imposizione traumatica. Anzi, mi ha aiutato ad ampliare la mia visione delle
cose»
• «Rispettare un budget non è mai stato il mio forte» • «I vestiti che disegno oggi sono molto più sobri. La vita privata è un’altra cosa e io continuo ad amare il rock e i concerti. Rispetto al passato ho
più energia. Perché rinascere ti dà la carica».