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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

VENEZIANI

Marcello Bisceglie (Bari) 17 febbraio 1955. Fliosofo. Politologo. Giornalista. Fondatore
dei settimanali L’Italia e Lo Stato, autore di saggi come La rivoluzione conservatrice in Italia ed Elogio della tradizione. Ex consigliere d’amministrazione Rai (2003-2005) • «Padre preside, madre insegnante. Io avevo una grande passione per la Fiorentina.
Hamrin, Montuori, Albertosi, Chiarugi, Pesaola, Bernardini. Già da allora avevo la passione dell’opposizione, mi incuriosivano le squadre che non vincevano. Intorno ai 14 anni
cominciai a dimenticare il calcio e a leggere: Borghese, Candido… A casa erano moderati, oscillavano dalla destra monarchica a quella missina.
Salvo votare Dc quando c’era la chiamata anticomunista. Io contestavo il mio tempo. Contestavo il 68.
Entrai nel Fronte della Gioventù. Per l’università andai a Bari, mi iscrissi a Filosofia, una facoltà interamente di sinistra. Devo dire per onestà che io presentavo sempre programmi alternativi, su Nietzsche, Gentile, Jünger e me li accettavano sempre. Mi diedero pure la lode per la tesi su Evola»
• «Giornalista nella redazione barese del Tempo, direttore Gianni Letta. Poi mi
chiamò a Roma il Giornale d’Italia. Cominciai anche ad occuparmi di libri. Per Ciarrapico curai e
ripubblicai l’opera omnia di Mussolini. Pubblicai libri per le edizioni Volpe grazie a due
sponsor d’eccezione, Prezzolini e Ugo Spirito, scrissi elzeviri per il Tempo grazie ad
Augusto Del Noce. E Montanelli mi inventò come editorialista al Giornale. Ero considerato un intellettuale di destra,
visto con molto sospetto dal Msi. A me l’espressione “fascista” piaceva. Mi dava l’idea di trasgressione, di massima libertà. Come dare un pugno nell’occhio del prossimo. Ma non ero fascista» (da un’intervista di Claudio Sabelli Fioretti)
• «Inutile menarsela, è il migliore in assoluto. Tutto in lui luccica: la scrittura, il pensiero, la
proposizione concettuale. Ha il senso dell’intendimento, mai discreto, ma oltremodo prorompente. In un paese normale
sarebbe il naturale leader della destra» (Pietrangelo Buttafuoco) • Nel 2005 ha fatto scalpore una sua pubblica lamentazione su Libero («Mia moglie sta bruciando i miei libri, sta vendendo a pezzi la mia biblioteca,
non so come fare per fermarla»): «Per uno scrittore che ama i libri, attentare alla sua biblioteca è un atto di barbarie. Ma confesso di essermi pentito di aver scritto la lettera
a Libero. Io volevo mantenere riservata la mia vita privata».