Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
VECCHIONI
Roberto Carate Brianza (Milano) 25 giugno 1943. Cantante. Autore. Suoi più grandi successi: Luci a San Siro (71), Samarcanda (77). Laureato in Lettere antiche, da anni insegna latino e greco al Liceo
Clemente Rebora di Rho • «Un’antica passione per le canzonette, una onorevole militanza da cantautore per
oltre trent’anni, una vocazione mai sopita per l’insegnamento. Ha gli occhi così scuri che sembrano bistrati. Molte, in quegli occhi, si sono perse (“a vent’anni non riuscivo neanche a concepire l’idea di avere una sola donna”)» (Giuseppe Videtti) • «La famiglia è solida: il papà, imprenditore, innamorato del gioco e dei cavalli (“con Nelumbo vincemmo il Derby e l’Europa”), firma le note di copertina del disco che ha iniziato la Parabola (è il titolo del lp) artistica del figlio, il disco con Povero ragazzo (“tendenze alla Leopardi, tipiche di quegli anni”) e Luci a San Siro, “trovarti/ amarti/ giocare il tempo”, la canzone indimenticabile, la nostalgia posteggiata in prima fila, accanto a
quella “mia Seicento” che fa tanto Italia serena del boom» (Cesare Fiumi) • «Ha sempre alternato nelle sue canzoni le storie d’amore belle e disperate (Luci a San Siro, Archeologia, Due giornate fiorentine) con le incursioni nel regno delle fantasia. Spesso per raccontarci avventurosi
viaggi e sfide impossibili (La leggenda di Olaf, Samarcanda, Roland, Lo stregone e il giocatore)» (Ranieri Polese) • «Mio padre era una persona completamente amorale — giocatore d’azzardo, puttaniere, divertito dalla vita, napoletano, innamorato delle cose
belle — ma per i figli aveva un forte senso della tradizione. Il fatto che io facessi
una vita “musicale” piena di tentazioni, di notti passate in bianco, lo faceva stare poco bene.
Purtroppo è morto presto, prima di vedere il mio primo successo, prima di Samarcanda. Nella mia formazione come scrittore, come mediocre scrittore, mio padre e mia
madre sono stati due personaggi mitici fondamentali. Perché hanno racchiuso tutto ciò che è razionale (mia madre: persona paziente, corretta, molto attenta) e tutto ciò che è stravagante, fuori dai limiti (mio padre). In casa c’era l’apollineo e il dionisiaco. Ho delle certezze che sono legate all’educazione ricevuta dai miei genitori che non ho mai perduto. Ho la certezza che
l’uomo vince sempre, che è più grande di qualsiasi cosa, anche di qualsiasi idea»
• «Io sono del parere che le parole delle canzoni sono scritte in musica e non
vanno lette da sole».