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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

VANZINA

Carlo Roma 13 marzo 1951. Regista. Sceneggiatore. Figlio del grande regista Steno (Stefano, 15 gennaio 1915-12
marzo 1988), lavora in coppia col fratello Enrico. Tra i suoi film: I fichissimi (81), Eccezzziunale... veramente (82), Sapore di mare (83), Vacanze di Natale (83), Vacanze in America (84) • Steno «diversamente da tutti i suoi colleghi, ha fatto il padre sul serio: adorava i
figli e li portava con sé ovunque» (Barbara Palombelli). Scuola francese: «Mia madre Maria Teresa ci teneva. Era figlia di un ferroviere, lavorava al
ministero degli Esteri, era affascinata dai diplomatici: d’estate ci mandava a studiare inglese in Svizzera, sperava che Enrico ed io
diventassimo dei grandi ambasciatori» • I film dei fratelli Vanzina sono secondo parte della critica i film «dei rappresentanti dell’Italia consumistica, arrivista, rampante, volgare e griffata, la cui attività cerebrale è piatta e i cui protagonisti ci conducono a contatto con un nuovo bestiario
sociale iperrealistico e completamente privo di anima per cui l’apparire importa più dell’essere. Nei loro instant film i fratelli Vanzina sembrano voler registrare un’Italia artificiale creata dalla televisione, dalla moda, in cui tutti i peggiori
vizi del ritratto dell’italiano vengono dilatati, ma anche colti fenomenologicamente senza alcuna
intenzione di giudizio moralistico come l’idiozia fosse un valore e il processo in atto fosse irreversibile» (Giampiero Brunetta)
• «Ci hanno confinati in serie B per anni, ne abbiamo sofferto, poi finalmente
siamo stati sdoganati: abbiamo contribuito a fissare per sempre l’immagine di una certa società italiana, lo capì per primo il critico di Repubblica Paolo D’Agostini. Ma chi ha ridicolizzato gli yuppies, quei quattro zozzoni che
litigavano al ristorante al momento del conto? E i nobili, le finte bionde, la
mania della palestra, i circoli come sedi di affari? Per un lunghissimo
periodo, è stata dura: più i nostri film guadagnavano miliardi, più ci confinavano nel trash, nella volgarità. Adesso che è finita, ora che tutti ci celebrano, devo ringraziare un innamorato del cinema,
l’unico comunista di cui mi fido e per il quale ho votato: Walter Veltroni. Anche
lui ci ha sempre apprezzato, rideva alle nostre battute, ai nostri giochi di
parole sui cognomi romani, come ha fatto sempre anche il sindaco di prima,
Rutelli, quasi un figlio mancato del nostro adorato Alberto Sordi. E,
naturalmente, Berlusconi: un nostro grande ammiratore. E un sostenitore, grazie
ai diritti d’antenna, di tutto il cinema italiano»
• «Noi, che facciamo cinema popolare, da sempre ci domandiamo chi andrà a vedere i nostri film. E l’unico modo per contrastare i kolossal e gli effetti speciali americani, specie
tenendo conto del pubblico dei multiplex, è puntare sulle commedie. Lo sanno anche i giovanissimi, che comprando i dvd di
nostri vecchi film come Vacanze di Natale, Yuppies, Eccezzziunale veramente li rendono cult» • «La diffidenza che si è sviluppata verso la comicità. Il cinema che fa ridere è stato considerato di serie B, si è affermato un atteggiamento snobistico verso questo genere cinematografico,
tutti si sono messi in testa di voler fare gli autori, gli intelligentoni» • «La stampa ha sempre trattato con sufficienza la commedia, salvo poi rivedere il
giudizio quando gli autori erano ormai finiti sotto terra» • «Il mio rimpianto è che non esistano più i generi. A noi piacerebbe girare Colt 45, il western comico sognato da Sergio Leone prima di morire. Ne abbiamo parlato
con i figli, speriamo che il progetto si concretizzi» (da un’intervista di Gloria Satta) • Enrico parlando di Carlo: «...un fratello meraviglioso. Sensibile, intelligente, spiritoso. Non è mai presuntuoso anche se conosce il cinema come pochi. Ha un “tocco” personale che gli permette di raccontare le cose con grande leggerezza, senza
mai annoiare. Sul lavoro è instancabile e meticoloso. Possiede la forza straordinaria di chi sa, sempre,
cosa sta facendo. Tecnicamente, intellettualmente e soprattutto umanamente...».