Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
VANGI Giuliano Barberino del Mugello (Firenze) 13 marzo 1931. Scultore • «La sua cultura innesta remote suggestioni arcaico-egizie o etrusche a un sentimento vivissimo della modernità, sposa e incastona tra loro i materiali più vari, anche i più preziosi, che sprigionano energia e animazione
VANGI Giuliano Barberino del Mugello (Firenze) 13 marzo 1931. Scultore • «La sua cultura innesta remote suggestioni arcaico-egizie o etrusche a un sentimento vivissimo della modernità, sposa e incastona tra loro i materiali più vari, anche i più preziosi, che sprigionano energia e animazione. Né c’è più bisogno di dimostrare il talento di Vangi, giacché parlano i riconoscimenti che ha ricevuto: il massimo in Italia, ovvero il Premio Feltrinelli dell’Accademia Nazionale dei Lincei, e il massimo mondiale, cioè il Premio Imperiale di Tokyo. L’artista ha atteso, negli ultimi anni, a importanti commissioni in palazzi, chiese, e anche nel nuovo ingresso dei Musei Vaticani; alle sue opere è dedicato un grande parco di sculture all’aperto in Giappone, alle falde del Fusiyama» (Maurizio Calvesi) • «Sono affascinato dalla struttura del corpo umano. Mi interessano le mani, la testa, il busto, ogni aspetto della nostra fisicità. La tradizione è importantissima. Veniamo tutti da lì. Da ragazzo mi piacevano gli egiziani. Poi mi sono appassionato alle grandi lezioni della scultura greca, del Rinascimento, del Barocco... Ma la lotta dell’artista è quella della ricerca. Se un artista non ricerca, è tempo forse che faccia qualche bella passeggiata... La ricerca è la ragion stessa della creatività. Insomma, bisogna avere la forza di dimenticare la tradizione. Altrimenti non si va avanti» (da un’intervista di Massimo Di Forti).