Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
VALLINO
Fiorenza Cagliari 7 aprile 1948. Giornalista. Direttore e fondatore di Io donna, magazine femminile del Corriere della Sera • «Aria da ispettrice. “Ogni tanto mi scazzo coi miei. Se mi fanno obiezioni stupide mi inviperisco. Coi
furbi mi infurio. A tutti ho fatto interiorizzare che non si possono fare
errori. Se succede, divento una iena”. Sarda e metà piemontese, ossia implacabile e tenace. Cresce a Cagliari. Pianta Lettere e
raggiunge il papà separato a Milano, dando un dispiacere alla mamma che, per il suo bene,
abbozza, “Le prospettive in Sardegna erano insegnamento e matrimonio. Volevo altro”. Il babbo amministra una rivista d’arte e Fiorenza ci si fionda. Milita nel Movimento studentesco, prima tappa di
una vita tutta Pci-Pds-Ds. Il papà muore, la rivista salta e comincia un’altra fase della sua vita. Incontra Francesco M. Macciò che l’assume a Grand Hotel di cui è il fondatore. Si ricicla come sceneggiatrice di fotoromanzi amorosi. Sulle
prime è perplessa, ma stringe i denti. “Per dimostrare a mia madre a Cagliari che il sacrificio che faceva rinunciando a
me, aveva un senso”. Negli sceneggiati d’amore, il problema è variare di fronte a situazioni sempre eguali: conflitti, separazioni,
triangoli, quadrilateri. “Ero alla continua ricerca di colpi di scena, facevo il terzo grado agli amici,
per sapere come ci si incontra, ci si lascia, ci si riappacifica”. La Mondadori le mette gli occhi addosso e la assume. In breve diventa
direttrice di Confidenze e entra nell’orbita di Edvige Bernasconi, capoclan del giornalismo femminile. Seguendo lei,
trasloca da Rizzoli. D’Angelo, il capo dei settimanali, la “rivolta come una cotoletta” prima di affidarle Donna oggi che poi, per volontà di Paolo Mieli, diventa Io donna, allegato del Corsera e primo femminile
abbinato a un quotidiano» (Giancarlo Perna).